Turismo, l'assessore regionale Corsini: "Stagione balneare dignitosa, recuperiamo il mercato tedesco"

Romagna | 27 Giugno 2020 Cronaca
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Manuel Poletti - «Alla fine speriamo sia una stagione dignitosa, almeno per luglio, agosto e settembre. Puntiamo a recuperare parte del mercato tedesco, dove faremo una campagna mirata di marketing insieme anche a Veneto e Friuli. Sarà un’estate difficile, non c’è dubbio, ma saremo capaci di contenere i danni da Covid».
Pacato e lucido nell’ananlisi, in questa intervista l’assessiore regionale al Turismo Andrea Corsini conferma di avere i piedi ben piantati a terra e una visione chiara sui prossimi mesi difficili. Su Facebook in aprile fu tra i primi a buttare il cuore (e la testa) oltre l’ostacolo: « Questo è il momento di far scattare una grande reazione, che può portare il turismo verso nuovi e più ambiziosi traguardi». Vedremo se andrà così.
Assessore Corsini, sarà un’estate anomala. Quanto per il turismo romagnolo? Basterà il bonus vacanze e la «Romagna col sorriso» con Paolo Cevoli a fare da portabandiera per far dimenticare il Covid?
«Che sia un’estate anomala e difficile è un dato di fatto purtroppo. Sarà un’estate che non riserverà le soddisfazioni che tutti noi ci aspettavamo grazie ai grandi eventi previsti, poi annullati per il Covid-19. E’ partita da pochi giorni la campagna nazionale di comunicazione e “aggrediremo” i mercati esteri, soprattutto quello tedesco con tanto marketing ed un’azione mirata per quel che riguarda l’ambito dei campeggi. Il nostro intento è di trasformare il desiderio di venire in Romagna in realtà per il maggior numero di persone possibili. Col bonus vacanze e la campagna pubblicitaria non riusciremo comunque a recuperare i mesi di aprile e maggio, quelli sono persi. Alla fine penso che sarà una stagione dignitosa per luglio, agosto e settembre».
Il Sole24Ore stima -2,5 milioni di presenze per il turismo balneare in Romagna. Lei che idea si è fatto?
«Sul prodotto balneare i dati collimano con lo studio di Unioncamere che avevamo commissionato come Regione. Le presenze oscillano da meno 1,5 milioni a meno 2,5 milioni nell’ipotesi peggiore. Sui ricavi il dato stimato è meno 1 miliardo di euro per mancati introiti per tutta la filiera, sui ricavi degli alberghi dovremmo attestarci attorno ad un meno 30-40%. Vedremo, io spero che si possano migliorare tutte le previsioni, noi faremo il massimo».
C’è chi sostiene anche in Romagna fra gli addetti ai lavori che il mercato interno nazionale «coprirà» la prevedibile emorragia di meno stranieri presenti in Riviera. Dal suo osservatorio che impressione ha?
«Sono abbastanza fiducioso che sul mercato straniero, soprattuto quello tedesco, noi riusciremo comunque ad avere ancora un forte appeal. Faremo con Veneto e Friuli una campagna comune come Alto Adriatico,  mettiamo insieme le forze per promuovere il prodotto balneare. Per questo dall’1 luglio inizierà un’importante comunicazione su tutte le televisioni tedesche. Sono invece certo che il mercato italiano non compenserà le mancanze dall’estero. La Romagna era già top destinazione negli ultimi anni per le famiglie italiane, ci aspettiamo molti fine settimana da loro, ma gli stranieri invece facevano periodi più lunghi, almeno una settimana, con introiti di conseguenza più alti».
Chi appare più in difficoltà sono gli alberghi di medie dimensioni a 2-3 stelle, in molti non hanno ancora riaperto, avendo costi fissi superiori ad esempio rispetto agli stabilimenti balneari. Che cosa pensa?
«Sono d’accordo. Gli stabilimenti balneari sono convinto che avranno meno problemi delle strutture ricettive; in particolare gli alberghi piccoli sono più in difficoltà avendo costi fissi importanti e struttura più debole. Vedremo se in luglio e agosto ci sarà una ripresa in questo target».
La stagione potrà essere allungata fino ad ottobre, meteo e soprattutto siti meteo permettendo. Su questo versante come pensate di agire?
«Questa è una battaglia antica, avevamo proposto l’istituzione per legge di un albo del metereologo, ma purtroppo i governi in Italia durano di solito troppo poco e l’iter legislativo non è mai arrivato a conclusione. La verità è che siamo in balia di siti commerciali che non hanno molta attendibilità, ma che vengono seguiti molto tramite le app sugli smartphone. Agli albergatori diciamo di guardare i siti istituzionali come Arpae e quello dell’Aeronautica militare, ma questo per ora non basta».
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