Turismo a Faenza in calo di oltre il 30% dei flussi fino a luglio, speranza di recupero in autunno
Riccardo Isola - Il fango, l’acqua e il disastro di maggio segnano inevitabilmente la performance turistica di Faenza. Una contingenza che arriva dopo un triennio passato, soprattutto quello del periodo pandemico a cui si è aggiunto il 2022 caratterizzatyo da un’impennata inflazionistica senza precedenti, che aveva colpito e non poco uno dei comparti economici più importanti della città. Oggi ci si è messo pure il maltempo Nei primi sette mesi di quest’anno, infatti, il segno complessivo tra arrivi e pernottamenti registra un segno meno. Anche se in termini generali non così marcato, almeno sul numero delle notti trascorsi dai turisti. Per quanto riguarda gli arrivi, infatti, la città della ceramica da gennaio a luglio vede in totale registrati 29.647 turisti con un calo in percentuale rispetto al 2022 del 10% circa mentre diventa il doppio se rapportato al 2019, superando il 20% in meno di arrivi. Per quanto riguarda i pernottamenti, invece, rispetto al 2022, in termini percentuali la performance si attesta praticamente in linea con quella relativa allo stesso periodo del 2022. Il segno meno, infatti, è solo dello 0,2%. Non è così invece se si raffronta il 2019. In questo caso la percentuale sfiora l’8% in meno. Stiamo parlando, per quest’anno, di 85.239 unità. Di questi 60.985 sono italiani con una crescita del 9% mentre gli stranieri si fermano al 24.254 con una performance del 17,4% in meno. Nello specifico di questi primi sette mesi bisogna dire che da gennaio ad aprile il segno più, rispetto al 2022, era importante. Per gli arrivi era, in media, dell’oltre 23% mentre sui pernottamenti la percentuale positiva si aggirava, sempre come media, del 5%. I mesi che da maggio arrivano fino a luglio registrano invece andamenti negativi. Per gli arrivi la percentuale è del 38% sia a amaggio sia a giugno e si riduce al 29% in luglio. I pernottamenti vedono un calo a maggio di quasi il 10%, uno a giugno del 2,5% per tornare invece a risalire positivamente, sempre rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, di quasi il 2%. Analizzando i dati nello specifico chi soffre di questa contingenza di afflusso, a causa ovviamente del post alluvione, sono le strutture alberghiere ed extra alberghiere. Le prime, nei sette mesi di questo 2023 perono il 3% mentre le seconde raggiungono quota -25%. Nell’ultimo trimestre i valori ci dicono che a Maggio ci sono stati il 38% in meno di scelta da parte dei turisti di soggiorare in una delle strutture presenti a Faenza, mentre a giugno questa percentuale, rimanendo sempre alta, è scesa al 35%. A Luglio segnali di ripresa arrivano con un calo di soggiorni in struttura che si sono «limitati» al 26%. Adesso dopo aver archiviato una edizione di Made in Italy, che ha evidenziato una voglia e una concreta vitalità di turisti e appassionati, e con le prossime iniziative che il calendario di eventi cittadini mette in campo per fine estate ed inizio autunno, le prerogative per recuperare ci sono tutte. Almeno questo è quanto sperano amministratori e, soprattutto, gli operatori del settore.