Triathlon, Overcome Team è un’eccellenza a Faenza: «Ceccarelli, Zane e tanti riconoscimenti»

Tomaso Palli
Se per tante discipline sportive la stagione è in pieno svolgimento, non si può dire lo stesso per il triathlon, entrato in un letargo fatto di riposo prima e preparazione poi in vista dei primissimi appuntamenti già in programma nel mese di marzo. A Faenza, chi porta avanti la combinazione di nuoto, bicicletta e corsa, è l’Overcome Team, una realtà giovane - attiva dal 2018 - ma che vanta già importanti riconoscimenti a livello nazionale. Tanti risultati, dai professionisti ai più giovani, raggiunti sotto l’occhio attento della presidente Rita Bergamaschi e del team manager Fabio Fabbri. «Il progetto è lungimirante - commenta Fabbri - e questo volgere lo sguardo al futuro ci permette di non restare mai fermi bensì di guardare avanti».
Fabbri, un anno che si chiude: qual è il bilancio?
«Siamo assolutamente soddisfatti della stagione, ma non ci fermiamo: progettiamo il futuro di Overcome tra budget e strategie per un ricambio generazionale. Abbiamo due atleti professionisti fantastici, Ilaria Zane e Mattia Ceccarelli, ma serve sempre guardare avanti per mantenere il trend di crescita. Purtroppo, però, non sempre riceviamo il giusto risalto dalla stampa locale… e dallo stesso Comune di Faenza». 
Ci spieghi.
«Siamo campioni italiani di duathlon sprint con Ilaria Zane e campioni italiani assoluti del mezzo Ironman con Mattia Ceccarelli: due professionisti, due eccellenze che gareggiano per una squadra, una realtà faentina. Ma siamo sempre equiparati alla vittoria dell’amatore, con il massimo rispetto per tutti. Faenza è così, una città chiusa che va dove ci sono interessi e poco importa di realtà diverse dalle solite. Noi andiamo avanti cercando di fare le cose al meglio, come sempre». 
Torniamo all’aspetto sportivo…
«Sì, meglio (sorride, ndr)».
Professionisti a parte, i risultati sono stati importanti. 
«Il bilancio è molto positivo. Abbiamo avuto due atleti dell’age group in finale al mondiale di Ironman a Nizza e un altro ragazzo che si è qualificato per quella del 70.3. E poi i giovani pro, Matteo Rinaldi e Luca Ronchi, che si sono confermati a livello nazionale e internazionale raggiungendo la convocazione per il raduno azzurro nella long distance. Accanto al maschile, c’è la grande crescita del femminile: a capo, la nostra presidente che è riuscita ad attirare quasi una decina di ragazze con buonissimi risultati. Tutto questo ci mette in mostra come team, e non solo grazie a Mattia e Ilaria». 
A proposito di Zane e Ceccarelli, due eccellenze per Faenza e per la disciplina. Partiamo da Zane.
«Ilaria è un’atleta incredibile, di livello internazionale e con ogni probabilità farà parte della selezione italiana per le Olimpiadi. Ma questo diventa per noi anche un piccolo problema di immagine. Quest’anno ha indossato il nostro body solamente in due occasioni, in uno sprint e nella bellissima vittoria al duathlon di Imola. Per il resto ha sempre avuto impegni con la Nazionale. L’ultimo, per esempio, ai campionati italiani di Cervia: Ilaria non ha potuto difendere il titolo perché impegnata con la Federazione e perciò noi non eravamo presenti. Mi è sembrata una forzatura». 
E poi Ceccarelli, protagonista anche nell’ultimo Ironman a Cervia.
«Con Mattia siamo partiti carichi di entusiasmo ma purtroppo, a fine febbraio, ha avuto un infortunio serio e ha perso due mesi e mezzo. È stato costretto a rincorrere in fase di preparazione e, dopo la grande vittoria dei campionati italiani, ha faticato ad ingranare: senza il ritmo gara, ha alternato prestazioni fantastiche ad altre sottotono fino al super tempo a Cervia».
Un grande tempo ma che non ha portato al piazzamento.
«L’11° posto può sembrare poco, e noi puntavamo a una top 5, ma è la seconda prestazione italiana di tutti i tempi: in altre gare, stare sotto le otto ore significava essere nei primi cinque. Ma ora pensiamo già al prossimo anno quando l’obiettivo sarà quello di strappare il pass per i Mondiali». 
In chiusura, una vicenda che ha colpito anche i vostri locali dell’Overcome Sporting Club: l’alluvione di maggio. 
«Se pensiamo al solo triathlon, siamo stati fortunati, anche se è difficile dirlo per i danni che abbiamo subito. Ma eravamo in primavera e l’attività indoor si stava già riducendo. Ci ha forse impedito un po’ di rifinitura ma sicuramente il problema, restando sul solo triathlon, mi ripeto, sarebbe stato molto maggiore se l’alluvione fosse arrivata durante il periodo di massimo utilizzo di pesi e macchinari all’interno».