Tre discipline in una, l’evoluzione del triathlon a Faenza: "Dall’attività ludica all’Ironman, non ci fermiamo"

Romagna | 08 Marzo 2021 Sport
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Damiano Ventura
Nuotare, correre, pedalare e relative transizioni. Se si volesse sintetizzare, correndo però il rischio di stravolgere la vera essenza del triathlon, multidisciplina individuale olimpica in ascesa negli ultimi anni basterebbe ricordare tali cinque fasi per identificarla. Eppure dietro a tale sport, più che praticato in Romagna, si celano una serie di considerazioni che sono difficilmente ignorabili se si vogliono comprendere appieno le motivazioni alla base delle attività che società sportive di Cesena, Imola, Lugo, Ravenna, Gatteo, Riccione e di molte altre città tra cui Faenza organizzano, rendendo così il territorio ancora più completo sul piano della diversificazione della pratica sportiva. Nella città manfreda non solo lo si pratica ma inoltre, in ambito regionale, il triathlon trova oggi una chiara matrice faentina non fosse altro che per la recente rielezione, in seno alla Federtriathlon, ovvero la Fitria, del faentino Fabrizio Pezzi che per i prossimi quattro anni è stato nuovamente chiamato a guidare: «Al di là della presidenza - tiene a precisare Pezzi, che nell’ambiente è anche riconosciuto come tecnico qualificato - sono all’interno del comitato regionale Emilia-Romagna dal 2012 e dagli anni ‘90 ne ho seguito l’evoluzione da vicino. Oggi è cambiato tutto a cominciare dai numeri. Quando nel 2005 ho sostenuto il primo corso da tecnico c’erano 10mila tesserati in tutta Italia, ad aprile 2020 invece solo in Emilia Romagna se ne contavano tremila. I numeri sono quindi più che raddoppiati nonostante si tratti di uno sport giovane e secondo me anche il più bello perché la multidisciplina consente di diversificare gli allenamenti e questa è una condizione che abbatte la noia». Anche il triathlon, come quasi tutte le attività sportive, ha tuttavia subito i cambiamenti di abitudini quotidiane derivanti dall’esplosione dell’emergenza sanitaria: «Ora - prosegue il presidente rieletto - i numeri sono leggermente calati anche perché l’anno scorso, per cause di forza maggiore, non abbiamo organizzato circuiti. Come Federazione abbiamo due macro obiettivi: promuoverlo a livello di gruppo Master, e promuoverlo a livello giovanile. Nello specifico cerchiamo di incentivare quelle società che vogliono dare vita a settori giovanili anche attraverso l’organizzazione sul territorio di una serie di gare che possano consentire di affrontare trasferte meno onerose». 
Circuiti giovanili ma anche per atleti professionisti e amatori che già da qualche settimana sono impegnati in gare già calendarizzate in tutta la penisola: «A livello giovanile si tratta prevalentemente di attività ludiche e di educazione motoria - sottolinea Pezzi - per gli adulti invece è pura competizione, ma ci vuole una adeguata preparazione, c’è chi si allena svolgendo 15 sessioni alla settimana, non è come partecipare ad una gara podistica». Tra le gare più seguite e interessate dai mass media c’è l’Ironman, che a Cervia ha dato risalto a tutto il movimento. Nonostante la pandemia confortano le politiche regionali in tema di promozione del territorio attraverso l’approdo o il mantenimento nel territorio di gare sportive di rilevanza nazionale e internazionale: «La Regione crede molto in questa politica e anche noi. Nonostante l’Ironman possa essere considerato business ha avuto un ritorno notevole in termini di partecipazione e pernottamenti considerando che si svolgeva alla fine dell’estate. A livello sportivo però io sono un po’ critico soprattutto adesso che è stato spostato alla fine del mese di settembre. Comunque tutta la costa sarà interessata da gare, da Ferrara fino a Riccione dove si svolge il challenge. Noi stiamo dialogando anche con l’Amministrazione comunale di Imola e con l’Autodromo dove si svolgerà la gara di duathlon, il sindaco Panieri è molto disponibile in questo senso».
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