Terremoto a Durazzo, gli albanesi di Ravenna: "Forte preoccupazione"
Silvia Manzani
Era a Tirana il giorno della seconda scossa Ravena Abdyli, trapiantata a Ravenna dal 1997: «Da due anni non tornavo in Albania, avevo deciso di rimanere qualche giorno per fare visita ai miei nonni. Mi trovavo proprio a casa loro quando il terremoto si è fatto sentire. Ci siamo immediatamente riversati per strada, io ero spaventatissima e mi è rimasta addosso la tremarella per almeno mezzora».
«MOLTA PREOCCUPAZIONE»
Quella della 28enne ballerina di tango è una delle tante testimonianze di albanesi che vivono da tempo in provincia di Ravenna e che hanno in qualche modo vissuto, di persona o di riflesso, il terremoto iniziato il 27 novembre. Per quanto nella capitale albanese Ravena non abbia assistito a danni strutturali ingenti, il sisma ha comunque scombussolato la città: «A Tirana, dove sono nata, c’erano già diversi palazzi danneggiati e pericolanti. Per quanto siano stati evacuati, restano i problemi per chi vive intorno». La fortuna, secondo la ragazza, è che tra la popolazione si è subito scatenata una gara di solidarietà: «C’è tanta preoccupazione ma anche tantissima voglia di aiutarsi. Anche i miei nonni, come molte altre persone, hanno accolto a casa concittadini che, nelle proprie case, non potevano tornare».
«SITUAZIONE TRAGICA»
Ha sentito racconti più drammatici, attraverso la madre, la commercialista Ermela Bregu, nata a Durazzo 32 anni fa e arrivata a Ravenna quando ne aveva due: «Là ci sono i miei zii e le mie zie. Le loro case sono crollate o non sono più agibili. Dormono in macchina, davanti alle abitazioni, per tenerle vigilate visto che, come sempre in queste situazioni, sono iniziati i furti. La situazione è tragica, anche perché continuano le scosse di assestamento e nessuno sa quando potranno iniziare i lavori per la messa in sicurezza. Io non ho rapporti diretti con i miei parenti, l’ultima volta li ho visti oltre dieci anni fa. Ma sono davvero dispiaciuta per mia mamma, quella è la sua famiglia».
«I MIEI HANNO PERSO LA CASA»
Non sta vivendo giorni facili nemmeno Brikena Malja, nata a Durazzo e residente a Ravenna, come i suoi due fratelli: «I nostri genitori, durante i giorni del terremoto, per fortuna erano qui da noi. Ma il palazzo di otto piani nel quale abitavano, ci hanno detto, è da demolire. Ora sono tornati a casa per cercare, da una parte, di recuperare le loro cose e, dall’altra, di accedere al risarcimento. Inizialmente avevamo pensato fosse meglio trattenerli qui, poi però abbiamo valutato che sia meglio essere a Durazzo per non rischiare di perdere tutto». La speranza, a questo punto, è che le pratiche per il ricongiungimento familiare possano andare a buon fine, in modo da far trasferire i genitori definitivamente a Ravenna: «Nel caso non dovessimo farcela, tenteremo la via del permesso di soggiorno per calamità naturale»