Tennistavolo, la stella faentina Ragazzini: «Le prime medaglie agli Europei sognando Parigi 2024»

Romagna | 09 Ottobre 2023 Sport
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Irene Roncasaglia
Nel caldo settembre appena terminato, la faentina Carlotta Ragazzini ha festeggiato due volte: i 22 anni, compiuti proprio a metà del mese, e soprattutto un doppio bronzo agli Europei di para tennistavolo che sono stati disputati a Sheffield, in Inghilterra. Carlotta si è imbattuta casualmente in questa disciplina nel 2016 e ora non può farne a meno. Così ci ha raccontato le due medaglie vinte e il legame che la unisce allo sport nei primi anni di quella che sarà una lunga carriera.
Carlotta, quando ha iniziato a praticare tennistavolo? E perché ha scelto proprio questo sport?
«Ho iniziato a giocare a tennistavolo nel 2015 quando ero ricoverata a Montecatone, dopo un intervento di stabilizzazione alla colonna vertebrale. Inizialmente mi sono avvicinata per curiosità, sentendo la pallina da ping pong nel centro riabilitativo ho iniziato a giocare per impegnare le giornate. Poi ho incontrato il direttore tecnico della Nazionale, Alessandro Arcigli, che mi ha invitato quell’anno a vedere i campionati italiani che si svolgevano a Lignano Sabbiadoro. In un primo momento non ero molto convinta di iniziare a giocare, perché era un periodo in cui trovare uno sport era l’ultimo dei miei pensieri. Avevo ancora la riabilitazione e dovevo tornare a scuola per iniziare il primo anno di liceo; infatti, avevo frequentato le lezioni in ospedale a Montecatone, ma avevo molte cose da recuperare con lo studio per riuscire a non ripetere il primo anno, quindi uno sport non era qualcosa che stavo cercando. Però poi da lì mi sono appassionata e allenamento dopo allenamento ho iniziato a giocare fino a che ora è diventato il mio lavoro».
Quale compagnia e nuove amicizie le ha dato questo sport? 
«Una cosa che mi ha colpito subito dell’ambiente del tennistavolo paralimpico è stata l’accoglienza. Io sono la più giovane della Nazionale, quando ho iniziato avevo 14 anni, non sapevo bene come approcciarmi ed ero restia di carattere. Ora il gruppo è diventato una seconda famiglia, la mai compagna di stanza, Giada Rossi, di 7 anni più grande di me è diventata una grande amica, si sono instaurati rapporti che vanno oltre il gioco». 
Cosa vuol dire essere un’atleta di livello internazionale? Quanto tempo dedica agli allenamenti e alla preparazione delle gare?
«Attualmente vivo per la maggior parte del tempo al centro federale a Lignano Sabbiadoro, circa una ventina di giorni al mese durante i quali ci alleniamo per sei ore, per cui passo più tempo lì che a casa». 
E la sua vita da studentessa?
«Sono iscritta all’università, però in questo momento essendo in anno di qualifica per le Olimpiadi e sempre via di casa è praticamente impossibile riuscire a conciliare le due cose. Ma va bene così e poi ci penserò in futuro, perché spero di rendere il tennistavolo il mio lavoro nel tempo».
Come si sono conclusi gli Europei di Sheffield?
«Erano i miei secondi Europei, i primi li avevo giocati nel 2019, poi abbiamo saltato un’edizione quella del 2021 per la pandemia, quindi sono arrivata a questi Europei dopo aver giocato l’anno scorso ai Mondiali. È stata veramente un’esperienza diversa rispetto ai primi, ma comunque ho ancora tante cose da scoprire. Durante l’anno facciamo molti tornei internazionali, ma le grandi manifestazioni come Europei e Mondiali sono completamente un’altra cosa, proprio l’aria che si respira è diversa e ogni punto ha un peso rispetto ai tornei a cui sono più abituata». 
Com’è avvenuta la vittoria del bronzo nel doppio misto?
«L’ho ottenuta insieme a Federico Falco, anche lui atleta che si allena a tempo pieno al centro federale, quindi condividiamo tanto tempo insieme e siamo contenti di avere ottenuto questo risultato nonostante le poche occasioni per giocare insieme, dato che è una disciplina recente. Sul podio ci siamo ritrovati con Giada Rossi e Federico Crosara, che hanno vinto l’oro, e abbiamo anche cantato l’inno italiano».
Come descriverebbe questa esperienza? 
«Sicuramente indimenticabile, perché ho vinto la mia prima medaglia europea, ma anche stimolante, mi ha dato tanto sia in positivo per quello che è andato bene, sia in negativo per quello che posso ancora migliorare. Gli Europei non sono andati bene solo per me, ma proprio come Nazionale siamo molto felici, perché è l’edizione migliore di sempre. Eravamo sei atleti e abbiamo vinto otto medaglie, quindi almeno una medaglia a testa, cosa mai successa prima».
Qual è stato il percorso che ha seguito per giungere a queste soddisfazioni?
«Sono partita consapevole del lavoro che abbiamo fatto perché ci alleniamo veramente tanto, il carico di lavoro che avevo alle spalle era molto ed ero tranquilla di aver fatto quello che dovevo per arrivare preparata. Però i risultati non sono mai scontati né prevedibili, in ogni caso si arriva sempre cercando di dare il massimo e di vincere il più possibile. Sono arrivata prima nel mio girone, in cui ho battuto tutte e tre le mie avversarie, anche una giocatrice slovacca, che da 26 anni a tutte le edizioni degli Europei ha vinto almeno una medaglia, quindi non era assolutamente scontato che riuscissi a batterla. Era già successo nei tornei, ma batterla agli Europei è stata una vittoria più importante rispetto a quelle precedenti. Poi sono andata all’eliminazione diretta, fino a che non ho perso contro Michela Brunelli, mia connazionale che gioca da prima che io nascessi, con tanta esperienza alle spalle, un’avversaria di tutto rispetto. È stata una gara dura e questa volta ha vinto lei, certamente se fossi andata in finale sarei stata più contenta ma sono grata di aver vinto la mia prima medaglia in una grande manifestazione, un obiettivo a cui aspiravo veramente da sempre, spero che non sia solo un traguardo ma anche un punto di partenza per un percorso ancora lungo».
Quali saranno i nuovi obiettivi in vista della nuova stagione? Cosa si aspetta prossimamente?
«Questo è anno di qualificazioni per le Paralimpiadi di Parigi 2024, sono iniziate a marzo e si chiuderanno a marzo 2024, quindi siamo a metà del percorso. Per ora le cose sono andate bene, sono la numero 5 in classifica Mondiale, però mancano ancora tanti mesi e tante gare. L’obiettivo è farle andare il meglio possibile per riuscire a qualificarmi e poi se arriverà la qualificazione cercare di fare il massimo per arrivare a Parigi il più competitiva possibile».
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