Tennis, il record di Sara Errani; il fratello Davide: «Premio alla carriera e alla sua incredibile continuità»

Romagna | 25 Settembre 2022 Sport
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Non si parla di una vittoria come le altre che va semplicemente aggiunta alle precedenti, ma si tratta di una di quelle che restano nella storia. Certamente non per sempre, ma è probabile che questo record sia esente da attacchi per molto tempo. Perché Sara Errani, tennista italiana ancora in attività con la miglior posizione raggiunta in classifica Wta (5a nel maggio 2013), ha raggiunto un altro primato, oltre a quelli che già conta, diventando l’italiana con il maggior numero di partite vinte nel circuito professionistico femminile. La tennista, bolognese di nascita ma romagnola di adozione (di Massa), battendo la spagnola Masarova nel quarto di finale del Challenger di Bucarest, ha toccato quota 615 vittorie superando Francesca Schiavone - ritiratasi nel 2018 - ferma a 614. Un traguardo prestigioso e un riconoscimento alla lunga e vittoriosa carriera per l’attuale numero 110 del ranking che, a 35 anni e nel ruolo di sesta italiana in graduatoria, coltiva il sogno di rientrare in top 100. Un record che, forse, Errani aveva già raggiunto. Addentrandoci nel mondo dei numeri, è giusto ricordare che le vittorie di Errani, se si considerano anche quelle arrivate nei turni di qualificazione dei tornei Itf, sono ben 634 contro le 629 della vincitrice del Roland Garros 2010. Quindi da venerdì scorso, in qualunque modo la si guardi, la classifica delle tenniste italiane più vincenti vede solamente Sara Errani.

Una carriera da calciatore pesantemente influenzata da un gravissimo infortunio per poi ritrovare il tennis, un habitat per ovvi motivi naturale. Davide Errani, con un passato nel Faenza Calcio con cui ha conosciuto da giovanissimo la Serie C, è colui che oggi, probabilmente, conosce meglio la sorella Sara. Oltre al ruolo di fratello, infatti, ne è anche manager da oltre dieci anni.
Nessuna italiana è ora come sua sorella Sara.…
«È incredibile, 615 vittorie sono tantissime. Questo numero dimostra l’amore e la passione che Sara ha per questo sport, il piacere di stare nella competizione e nella lotta. È un premio alla sua continuità, forza e classe nello stare per tanto tempo a livelli alti».  
Sono 615. Ne ricorda qualcuna in particolare? 
«Ce ne sono tantissime. Dovendo scegliere, vado sulla finale di Palermo nel 2012, il primo torneo Wta vinto in singolare. Anche un paio di match sul Pietrangeli (nel salotto di Roma, ndr), nel 2014, quando è poi arrivata in finale: clima e atmosfera pazzeschi. E poi Roland Garros e Us Open 2012, quando Sara è arrivata in finale». 
A 35 anni e dopo quello che ha passato: quanto vale per Sara? 
«Un grande riconoscimento alla carriera, alla sua leggendaria carriera piena di record. È difficilissimo, quando raggiungi livelli così alti, rimanerci per tanto tempo. L’exploit può capitare a tutti ma poi la differenza la fa la continuità, essere lì ogni giorno con i migliori del mondo. Il fatto che ci sia un numero in più a riconoscere la sua grandezza è motivo di orgoglio ulteriore». 
Come ha vissuto il momento?
«Felicità, gioia, emozione, orgoglio. E mi ha fatto pensare: agli inizi, ai tornei piccolissimi per il mondo a 14/15 anni, alle difficoltà che, inevitabilmente, si incontrano, alla forza per affrontarle e superarle. Per me è un grandissimo privilegio poter essere, ancora oggi, al suo fianco lungo questa strada. Sara mi ha insegnato tanto e continua a farlo». 
Cosa vede nel futuro?
«Al momento non so cosa sceglierà per il suo futuro. Si prenda il suo tempo in assoluta autonomia e decida quello che più la entusiasmerà. Qualsiasi cosa scelga, avrà il mio supporto e aiuto». (t.p.)
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