Teatro, scatta l’ora delle commedie in provincia di Ravenna

Romagna | 10 Dicembre 2021 Cultura
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Federico Savini
Se i comici sono stati i mattatori dei palcoscenici estivi di queste stagioni pandemiche, con l’approssimarsi delle feste si continua a cercare divertimento in teatro, ma lo si fa nei toni meno esplosivi e più riflessivi della commedia, con l’arrivo in scena di testi classici, revisioni d’autore e autentiche testimonianze culturali di ampio respiro.
Fa senz’altro parte di quest’ultima categoria il Cabaret Yiddish che Moni Ovadia continuerà a portare in scena al teatro Alighieri di Ravenna anche venerdì 10 e sabato 11 dicembre alle 21, oltre che domenica 12 alle 15.30. Accompagnato da un quartetto di musicisti klezmer, Ovadia ricrea in scena il «suono dell’esilio» del popolo ebraico, che sa di steppe e di retrobotteghe, di strade e di sinagoghe, mettendolo al centro di un cabaret fatto di brani malinconici, canti sublimi e storielle che sono aforismi esilaranti.
A Bagnacavallo, invece, lunedì 13 e martedì 14 alle 21 al teatro Goldoni andrà in scena la classica commedia familiare Parenti serpenti di Carmine Amoroso (resa celebre dall’omonimo film di Monicelli del ’92), per la regia di Luciano Melchionna ma soprattutto con un ampio cast che vede come mattatore il grande Lello Arena, al centro di un ritrovo natalizio familiare che sa di ironia disperata, malinconie e lontananze. Una commedia in bilico tra irresistibile divertimento e crudeli cupezze, nella quale per una volta i genitori hanno l’«ardire» di chiedere qualcosa in cambio ai figli, ottenendo come risposta le reazioni meno «calorose» possibili…
E a proposito di Monicelli, domenica 21 alle 21 il Masini di Faenza aprirà la rassegna dei «Protagonisti» con la riduzione scenica di un classico intramontabile della commedia all’italiana: I soliti ignoti. Protagonisti Vinicio Marchioni (anche regista) e Giuseppe Zeno, alla testa di una sgangherata banda di ladri che ricreerà le atmosfere del Dopoguerra tricolore, fra miserie residuali e slanci verso la ricostruzione, anzitutto morale, del Paese.
Atmosfere simili sono quelle che promette martedì 14 al Comunale di Russi Tavola tavola, chiodo chiodo… spettacolo che l’attore e regista Lino Musella ha tratto da appunti, articoli, corrispondenze e carteggi di Eduardo De Filippo. In particolare Musella darà voce alle missive che Eduardo scrisse di suo pugno per la costruzione e il mantenimento del teatro San Ferdinando, indirizzandole alle più varie istituzioni pubbliche italiane. Vere e proprie «battagli donchisciottesche condotte instancabilmente - dice oggi Musella -, tra poche vittorie e molti fallimenti».
Esce dall’immaginario «vintage» e anche dall’Italia lo spettacolo in scena al teatro Walter Chiari di Cervia sabato 11 e domenica 12 alle 21. Si tratta di Hollywood Burger, che vedrà in scena Giobbe Covatta e Pino Quartullo nei panni di due attori hollywoodiani che hanno sempre fallito l’appuntamento col successo, vittime del sistema hollywoodiano che però, con la loro inconsapevole tenerezza permettono al pubblico di leggere tutti i segreti della loro vita, raccontata come di uno, anzi di molti film.
Rimanda invece, nuovamente, al cinema italiano più mitico e divertente lo spettacolo che sempre a Cervia rivedrà in scena Anna Mazzamauro, protagonista giovedì 16 di Com’è ancora umano Lei, caro Fantozzi. Nei panni dell’immarcescibile signorina Silvani, la Mazzamauro ritorna con la memoria e l’aneddotica al film che la rese celebre e racconta il suo rapporto con Paolo Villaggio. E di quella memorabile «signorina» che non aveva capito che il ragionier Fantozzi era stato l’unico uomo ad averla veramente amata.
Comicità pura in scena invece a Massa Lombarda, dove sabato 11 alla sala del Carmine sarà protagonista Dario Vergassola, con le sue Storie sconcertanti. Lo spettacolo compila vent’anni di interviste strampalate, con un infinito repertorio di domande/battute (e relative risposte) che viene riproposto in scena ad un ritmo serrato ed incalzante.
Postilla tutt’altro che comica, infine, per un monologo che si terrà venerdì 10 alle 21 alla Sala Fellini di Faenza. Perché io ho vinto vedrà in scena l’attrice bosniaca Nela Lucic in un testo ispirato al libro Višegrad. L’odio, la morte, l’oblio di Luca Leone, vestire i panni di una donna vittima di violenza durante il genocidio bosniaco degli anni ’90. La stessa donna che poi ha trovato la forza di riscattarsi, ricercando verità e giustizia per i crimini di guerra e le violenze sulle donne. Ingresso gratuito, previa prenotazione al link https://tinyurl.com/perche1012.
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