Tanti nuovi libri di carattere locale, ideali anche come strenne di Natale

Romagna | 23 Dicembre 2023 Cultura
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Federico Savini
È la Romagna il trait-d’union di molte pubblicazioni uscite in questi mesi dai cassetti degli autori del nostro territorio, per occupare gli scaffali delle librerie. Quantità e qualità che testimoniano la molteplicità delle prospettive attraverso le quali si può raccontare una terra, insieme magari al vissuto personale, a quello di figure storiche da riscoprire, ma anche ai segreti di località, paesaggi e tradizioni.
E a proposito di un po’ tutte queste cose non si può che partire da Le apparizione mariane in Romagna tra storia, leggenda e religiosità popolare, nuovo saggio di Eraldo Baldini per Il Ponte Vecchio, uno studio sulle poco note apparizioni mariane di Romagna e più in generale sulla religiosità popolare.
Un tomo assai importante, di circa 450 pagine sullo stesso editore è poi Storia di Lugo. Dalla preistoria all’anno Duemila di Leardo Mascanzoni, docente di Storia Medievale dell’Università di Bologna che ha lavorato con una metodologia non tipica della cosiddetta «storia locale», perché costantemente aperta sui grandi orizzonti della storia generale a cui la vicenda lughese non può non riconnettersi.
È poi tornato alla sua grande passione per la storia anche Antonio Patuelli, che attraverso le edizioni di Libro Aperto ha rieditato due volumi dedicati al rapporto di Lord Byron, del quale l’anno prossimo ricorrerà il bicentenario della morte, con Ravenna. Il primo è Lord Byron e P.B. Shelley a Ravenna e Teresa Guiccioli dell’economista e banchiere ravennate Luigi Rava, mentre il secondo è Byron a Ravenna che raccoglie gli scritti sul tema di Pier Desiderio Pasolini. Racconta invece di Passioni e ideali. Ricordando personaggi delle Ville Unite (Longo) il libro che lo storico Sauro Mattarelli e il poeta Nevio Spadoni hanno ripreso a presentare ricordando figure come Gioacchino Strocchi, Tolmino Baldassari, Bruto Carioli, Libero Ercolani, Umberto Foschi, Fernanda Mascanzoni, Icilio Missiroli, Bruno Marescalchi e Giuseppe Valentini. Un’operazione assolutamente originale sul dialetto è invece quella del progetto «Romagna Says», il cui nuovo volume Dil mo in dialet! (Tempo al Libro), scritto da Mattia Liverani e Mauro Gurioli, nasce dalla pagina instagram Romagna Says, che conta circa 15.000 follower, e non fa che tradurre le parole e le espressioni romagnole in inglese, e viceversa, seguendo alla lettera il sottotitolo 100 English words and phrases used in Italian... agl’avè fati in Rumagnôl!. Sempre l’editore faentino Tempo al Libro ha pubblicato anche l’immancabile, agenda romagnola Domèla e vincvàtar, per la quale Mario Gurioli ha scritto dodici nuovi racconti che documentano la vita e le usanze della Romagna di una volta, e ancora dodici ricette di Giuliana Pisotti, una quarantina di foto d’epoca, gli indovinelli dialettali, i proverbi, i santi e il calendario annuale bilingue.
Restando sul dialetto, un regalo poco impegnativo ma davvero succoso è Poeti dialettali romagnoli del secondo novecento, antologia minima, reperibile alla Bottega Bertaccini di Faenza.
Da segnalare per forza anche Pensare che volevo fare il bagnino, biografia di Piero Focaccia scritta da Roberto Manzo e omaggio doveroso al cantante di Cervia che ha impresso il su sorriso su una stagione indimenticabile della nostra canzone popolare.
È un romanzo in piena regola ma c’è dentro tanta Romagna anche in Il ragazzo dalla camicia bianca. Una storia d’amore romagnola (Il Ponte Vecchio) del casolano Beppe Sangiorgi, il racconto di due vite attraverso il Novecento, quello della campagna romagnola nella quale amori e abitudini costituivano il substrato per il dispiegarsi di storie felici e tragiche, divertenti e commoventi. Sempre la Romagna ma quelle della fiabe tradizionali è al centro degli interessi di Loris Rambelli, che ne Il volto delle favole. Fiabe di tradizione orale nella Romagna estense (La Mandragora) si concentra sul patrimonio orale di Lugo e delle sue frazioni (Voltana, San Bernardino, Giovecca) gino a Lavezzola. Rambelli ha proprio tratto le facole da registrazioni orali daghli anni ’70 fino al 2002.
Dedicato alla Faenza degli anni ’60 e ’70 è poi Stachanov ha venduto il suo tornio (Il Ponte Vecchio) di Claudio Pederzoli, libro di racconti sul «buon vivere» nella Faenza di quegli anni, lontani dal centro storico, in quella fascia «non ancora campagna ma non più città» che ha raccolto la massima espansione edilizia e il fiorire di un benessere, in parte inaspettato, per tanti faentini. Di carattere simile è Un Sessantotto diverso. Storia di ideali e di due giovani fra Bologna e la Bassa Romagna (Tempo al Libro) di Giuseppe Toschi, romanzo che riserva uno sguardo particolare a importanti avvenimenti accaduti nel mondo della Chiesa bolognese di quegli anni (1966/68) e dipana la storia di due giovani studenti universitari provenienti da ambienti molto diversi.
Infine, parla di storia stricto sensu invece Fragrantia durat - Le antiche famiglie di Cotignola (Tempo al Libro), di Domenico Savini, mentre Lungo i fiumi della Romagna (Monti) è l’inaspettata e utile guida ai nostri fiumi dello storico dell’arte Claudio Casadio.
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