Tante mostre visitabili in provincia, fra le appena allestite o quelle agli ultimi giorni

Romagna | 12 Dicembre 2021 Cultura
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Cambio di stagione negli allestimenti museali e negli spazi adibiti a mostre nella nostra provincia, ma proprio perché il cambio non è drastico queste settimane sono fra le più propizie, per chi ama l’arte, per godere sia delle esposizioni che aprono che di quelle agli sgoccioli.
Fra le prime, l’inaugurazione più interessante della settimana è senz’altro quella di sabato 11 alle 16 a Palazzo Sforza a Cotignola, dove partirà l’allestimento di Novena, con opere di Francesco e Bernardino Zaganelli, Franco Pozzi e Nicola Samorì, visibili fino al prossimo 6 marzo. Una mostra che, come spesso accade a Cotignola, nasce da un progetto che mette al centro la città e la sua storia. Francesco e Bernardino Zaganelli vennero definiti da Roberto Longhi «il fiore più fragrante» della pittura in Romagna tra Quattro e Cinquecento e questa mostra sancisce il loro ritorno nella natìa Cotignola, grazie all’acquisizione da parte del Comune di un Cristo portacroce dei due fratelli, in possesso di un collezionista bolognese, e che prefigura l’allestimento di una futura sezione del museo Varoli dedicata agli Sforza e ai suoi pittori del Rinascimento. Ideata dall’assessore alla Cultura Federico Settembrini e curata dall’esperta Raffaella Zama, Novena gioca fin dal nome con il numero 9, ossia quello delle versioni conosciute del Cristo portacroce e sono nove le opere in mostra: tre le versioni del Cristo degli Zaganelli, più cinque disegni di Franco Pozzi e un dipinto ad olio di Nicola Samorì. La tela al centro dell’esposizione raffigura Cristo durante la salita al Calvario attraverso un’iconografia cinquecentesca, stretta sul volto di Cristo, senza sfondo e con l’attenzione agli aspetti più commoventi. Il successo dell’immagine permise agli Zaganelli di elaborarne appunto nove versioni.
Ha poi appena inaugurato, al museo del Risorgimento di Faenza, la mostra documentaria «Bombe nel cielo», dedicata al bombardamento che subì la città nel 1944. Faenza sorgeva in un punto nevralgico della Linea Gotica, e fu quindi bombardata ripetutamente, fino alla distruzione dell’80% degli edifici. In occasione della Liberazione, il museo ha allestito un plastico di 18 metri quadrati del collezionista faentino Alberto Ciabattoni, relativo l centro di Stalingrado, che venne rasa al suolo dalle bombe, in accostamento alle fotografie della Faenza bombardata.
Sempre a Faenza, ma alla Bottega Bertaccini, è in corso la persone del pittore Nedo Merendi con i suoi Piccoli ospiti, lavori recenti su carta con matite colorate, realizzati durante il prolifico momento del lockdown. Piccoli disegni nati per noia, stralunati e ironici, che hanno «visitato» il disegnatore nel momento della cattività domestica. Fino all’8 gennaio.
Sempre a Faenza ha aperto da pochi giorni al Mic la grande mostra «Gioia di ber», che esplora il costume e le creazioni ceramiche dedicate al bere attraverso secoli di storia e bicchieri, brocche e anfore dalle fattezze più insolite. Inoltre a Faenza sabato 11 inaugura il nuovo allestimento della Pinacoteca (vedi pagina 12).
Solo pochi giorni - fino all’11 dicembre - restano per ammirare alla biblioteca Classense di Ravenna la «Libertà del segno» di Giulio Ruffini, parte del percorso espositivo su più sedi per il centenario dell’artista, che a Ravenna vede esposte opere calcografiche dedicate alla figura femminile e al ciclo della «Scomparsa della Romagna».
Rimanendo a Ravenna, al museo Nazionale fino a fine anno resterà visitabile l’installazione Mare Magnum Nostrum di Gea Casolaro, dedicata agli aspetti artistici, culturali e antropologici del Mediterraeo, ed è ancora visitabile l’«Epopea Pop» che il Mar ha dedicato a Dante (fino al 9 gennaio). Le festività potranno poi essere l’occasione per visitare gli spazi da poco inaugurati della Fondazione Sabe per l’arte (in via Pascoli 31), dove fino a febbraio saranno esposte le sculture metalliche di Mirella Saluzzo nella mostra «Fuori asse». A Palazzo Rasponi 2, invece, venerdì 10 alle 17.30 Camera Work ha in programma un incontro sulla pioniera della fotografia italiana Tina Modotti, le cui opere saranno protagoniste di una mostra a partire dal 17 dicembre.
Al museo delle Cappuccine a Bagnacavallo prosegue fino al 9 gennaio la mostra La Commedia di Dante secondo Aligi Sassu, con le opere che l’artista dedicò alla Divina Commedia negli anni ’80 e con un coloratissimo sguardo assai difforme dalla comune iconografia dantesca. Il Palazzo della ex Cassa di Risparmio di Lugo espone 1941 l’inverno dell’anima, ovvero i disegni che l’artista Gino Croari realizzò in quell’anno sul fronte greco, albanese e jugoslavo. Al museo San Rocco di Fusignano, infine, sono in mostra le «Riflessioni riflesse» dello scultore Matteo Lucca, del pittore Martino Neri e della ceramista Paola Bandini. Fino al 30 gennaio.
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