Sport, un mese dopo alla palestra Lucchesi: «Quando sono rientrata la prima volta stavo per svenire: 500mila euro di danni, vogliamo riaprire a settembre»

Romagna | 17 Giugno 2023 Sport
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Tomaso Palli
È trascorso un mese esatto dall’alluvione. Pioggia, acqua e fango che hanno messo in ginocchio la città di Faenza, tra le altre. Un mese nel quale i faentini, aiutati da volontari provenienti da ogni parte d’Italia, hanno lavorato, spalato, cercato di salvare il salvabile e liberato attività e abitazioni nel tentativo di ritornare, quanto prima, ad un qualche tipo di normalità. Tra chi ha perso tutto, pesantemente colpita sia dalla prima che dalla seconda alluvione, è la storica Palestra Lucchesi, sede della centenaria società di lotta, tra le più importanti e prestigiose a livello nazionale. «Sono rimaste quasi solamente le coppe, alcune delle quali ritrovate addirittura nel giardino esterno - commenta Olimpia Randi, team manager della palestra e vicepresidente del settore lotta in Emilia-Romagna - mentre per il resto poco o nulla, attrezzature e materiali non sono salvabili. La prima alluvione ci aveva costretto a buttare via ogni cosa elettrica, la seconda ci ha dato il colpo di grazia».
Randi, com’è la situazione alla Palestra Lucchesi a un mese dall’alluvione?
«Quello che potevamo fare noi è stato praticamente fatto. L’idea sarebbe di aprire parzialmente a settembre ma serve la sanificazione della palestra e non è una cosa che possiamo fare noi. Aspettiamo». 
State ancora lavorando all’interno?
«Ci siamo fermati pochissimi giorni fa. All’interno abbiamo già pulito tutto e portato la poca attrezzatura che è rimasta. La palestra è pronta all’utilizzo, soprattutto il salone principale. Manca, come detto, solamente il controllo delle pareti e la sanificazione, tutto di competenza del Comune: noi non possiamo fare più nulla».
Avete già fatto la conta dei danni?
«I danni sono davvero importanti. Tra tutto arriviamo a 500mila euro. A questo si aggiunge il valore affettivo, i ricordi, la storia: per me era la vita». 
Ricorda l’ingresso dopo l’alluvione?
«Siamo entrati una settimana dopo e ci siamo subito resi conto che l’acqua era arrivata a quattro metri e settanta. Ogni tipo di macchinario o attrezzatura era rimasto sotto acqua e fango per giorni, nulla era più recuperabile. Io, vedendo la situazione, sono quasi svenuta perché non ci aspettavamo che la seconda alluvione potesse rompere porte e vetri con l’acqua capace di superare anche il tetto della prima palazzina. Una tragedia».
Vi siete poi rimboccati le maniche?
«Immediatamente. Volevamo e vogliamo andare avanti con tutti i lavori. Anche oggi, entrare in palestra è molto triste ma la voglia di ripartire è tantissima».
Fondamentale la macchina della solidarietà?
«Fondamentale e fenomenale. È stata una cosa davvero bellissima, non me la sarei mai aspettata. Sono rimasta sorpresa nel vedere tutti questi bravissimi ragazzi con la voglia di fare qualsiasi cosa pur di dare una mano. Dal Piemonte al Lazio… e da ogni parte dell’Italia, ne sono venuti tantissimi. Non so se ce l’avremmo fatta senza il loro aiuto». 
È andata avanti la vostra attività?
«Molti insegnanti hanno deciso di fare qualcosa all’aperto e in generale abbiamo cercato di arrangiarci sfruttando altri luoghi. Dobbiamo ringraziare l’Atletica 85 che ci ha concesso la sua palestra: abbiamo portato lì l’unico tappeto salvato nella prima alluvione. Non sarà regolare ma a noi non interessa, l’importante era allenarsi e, in questo modo, i ragazzi ci sono riusciti. Nel frattempo, sono arrivati anche risultati».
Per esempio?
«Due dei nostri ragazzi sono diventati campioni italiani (Mattia Mazzini nella categoria 44 kg e Lorenzo Comandini nei 62 kg, ndr) proprio nella settimana successiva all’alluvione. Questo ci dà maggiore forza per andare avanti così come, in generale, le attività per bambini e ragazzini che non ci fanno perdere d’animo». 
Pensa già a quando si potrà tornare… alla normalità?
«A settembre, l’idea è di aprire col salone, che è già in fase di preparazione, e uno spogliatoio: attività per soli bambini e bambine col settore lotta, ginnastica e centro di avviamento allo sport. Così si inizia e, pian piano, si aumenta. Per la mia idea di ritorno alla normalità penso si vada al nuovo anno».
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