Solarolo, Laura Pausini porta a Sanremo il pezzo scritto da Madame, ma negli anni tanti autori hanno composto per lei

Romagna | 29 Gennaio 2022 Cultura
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Federico Savini
«10 marzo 2021. Arriva un messaggio. È un mp3 di Madame. È nata così Scatola… Ci abbiamo lavorato per avvicinarla al mio mondo e tu sei stata pronta nell’assecondarmi, ma tenendo sempre il tuo punto di vista. Attenta, rispettosa e dritta come una scheggia. Più ti conoscevo più mi piacevi. Poi… le nostre chiacchierate, un po’ da psyco, te che mi insegni le parole che si dicono oggi, e io che ti chiedo se non era più semplice usare quelle in italiano… Riconosco tante cose di me stessa a 20 anni osservandoti. Non vedo l’ora che il mondo conosca il tuo talento». Questa è Laura Pausini che affida ai social network il suo messaggio per Madame, la giovane cantautrice che si muove fra la trap e la poesia ermetica che l’anno scorso si è imposta come nuovo nome di punta del panorama musicale tricolore a Sanremo. E che in un certo senso a Sanremo tornerà mercoledì 2 febbraio, quando a calcare il palco dell’Ariston sarà di nuovo Laura Pausini, che canterà Scatola, canzone scritta proprio da Madame e uscita in streaming il 20 gennaio.
Completata dalle due cantanti insieme a Paolo Carta e i produttori Shablo e Luca Faraone, Scatola è nata da un post in cui Laura Pausini ricordava una compagna di scuola. Quel ricordo ha suggestionato Madame, che l’ha scritto di getto: «Ne sono orgogliosa - ha commentato la cantautrice vicentina -. È il mio primo singolo come autrice, scritto con Laura, e non potevo sperare in una prima volta migliore. Ti amo, Lally».
Laura Pausini ha interpretato la canzone come riflessione sul rapporto con la sé stessa di venti e più anni fa, quella del mito, prima delle vittorie sanremesi e dell’ascesa internazionale. «La scatola di cui canto non è un oggetto materiale, ma un simbolo di ciò che racchiudono i nostri pensieri - scrive Laura Pausini -. L’ho letta come un dialogo tra la Laura di oggi e quella del passato. In questa chiave è diventato il brano che sentivo perfetto per il mio ritorno. Mi piace poter dire a quella ragazzina che non l’ho dimenticata e che anche se il destino ci ha portato lontano, ogni giorno siamo la stessa cosa, la stessa persona». La canzone farà parte della colonna sonora di Laura Pausini – Piacere di conoscerti, il film Amazon che Ivan Cotroneo ha dedicato alla cantante.

L’EUROFESTIVAL
Sono sempre più insistenti, e destinate a trovare conferma probabilmente al Festival, le voci secondo cui proprio Laura Pausini condurrà l’evento, in programma a Torino dal 10 al 14 maggio. Per affiancarla i più accreditati sono Mika e Alessandro Cattelan.

I PRECEDENTI COME OSPITE
La vittoria tra le «novità» con La solitudine nel ’93 la ricordano anche i sassi; poi ci fu il terzo posto l’anno dopo con Strani amori, ma Laura Pausini ha portato avantiil suo rapporto con il Festival della Canzone Italiana facendo spesso (e sempre più di frequente) da super-ospite. Nel 2001 tornò per cantare La solitudine e altri due brani. Cinque anni dopo eseguì un medley nella serata finale, presentando la canzone She (Uguale a lei) - che di recente il padre Fabrizio ha dedicato a The Voice Senior alla mamma Gianna - e duettando con Eros Ramazzotti sull’immortale Nel blu dipinto di blu. Nel 2009, quatta quatta, figura tra i produttori di La forza mia, il pezzo di Marco Carta che sbanca l’Ariston. Nel 2016 torna come ospite e bissa nel 2018, cantando anche con Claudio Baglioni. Nel 2020 presenta Una. Nessuna. Centomila, il concerto per i centri anti-violenza che causa Covid non si è ancora tenuto, mentre l’anno scorso Laura è andata a Sanremo a cantare Io sì (Seen), la canzone con cui ha portato a casa un Golden Globe, rischiando anche di vincere l’Oscar.

GLI ALTRI AUTORI DI LAURA
Lavorando con Madame, per la prima volta Laura Pausini si è «messa nelle mani» (fino a un certo punto, la produzione è molto «pausinesca» e ovviamente la voce è quella che conosciamo) di un’artista molto giovane, in un momento in cui l’hit parade ha subìto un vertiginoso ribaltamento generazionale.
La Diva di Solarolo non è classicamente definibile una «cantautrice», perché di norma si occupa solo dei testi, e non da sempre. Nello stesso tempo, però, come tipico degli artisti più importanti, Laura ha sempre scelto con cura i collaboratori, impostando con loro un lavoro che se non è «autoriale» proprio al 100%, beh, ci va molto vicino (in altre parole, considerarla semplicemente un’interprete sarebbe riduttivo). Sul debutto del ’93 i principali collaboratori erano Pietro Cremonesi, Federico Cavalli e Angelo Valsiglio, il solo - quest’ultimo - coinvolto nel secondo album, dove compaiono Marco Marati, Roberto Buti e soprattutto Cheope, paroliere figlio di Mogol che rivestirà un ruolo chiave da qui in poi. Su «Le cose che vivi» del 1996 anche il padre della cantante, Fabrizio Pausini, compare fra gli autori, ma è soprattutto Cheope a farsi presenza costante, mentre Laura firma i primi testi (Il mondo che vorrei).
E ci prende gusto, visto che su «La mia risposta» (1998) è quasi tutto a firma sua, spesso a quattro mani con Cheope. Nel 2000 spicca la penna di Biagio Antonacci (Tra te e il mare), spunta quella di un’altra cantante romagnola di vaglia come Emanuela Cortesi e aumenta il coinvolgimento di autori e produttori internazionali, tra cui la cantante australiana Tina Arena, già al lavoro con quella Diane Warren che anni dopo scriverà Io sì (Seen), portando Laura Pausini alla Notte degli Oscar.
Esperienza prodromica a «From the Inside», lancio statunitense che si avvale di uno staff tutto straniero (Patrick Raymond Leonard ha scritto anche per Madonna).
Su «Resta in ascolto» Laura torna con Cheope e cresce il contributo di Daniel Vuletic; ricompare  Antonaggi ma soprattutto arrivano Vasco Rossi e Curreri, mentre Mi abbandono a te è un inedito di Madonna. Su «Primavera in anticipo» (2008) ecco James Blunt, mentre «Inedito» (2011) segna l’ingresso tra i compositori di Paolo Carta, chitarrista e marito di Laura dal 2005. Tra i parolieri, Niccolò Agliardi si ritaglia un ruolo di primo piano e sul disco cantano anche Gianna Nannini, Niccolò Fabi e Ivano Fossati (anche autore di Troppo tempo). Nel 2015 di «Simili» sparisce Cheope, torna Antonacci e fra gli autori ci sono Jovanotti e Giuliano Sangiorgi.
Questo per tacere di «Io canto», album di cover italiane del 2006, e del natalizio «Laura Xmas» del 2016.
Tra le collaborazioni al microfono segnaliamo nel 2002 Seamisai con Gilberto Gil, Non me lo so spiegare con Tiziano Ferro (2006), Limpido (2013) con Kylie Minogue, ma anche la partecipazione (nel coro) a What More Can I Give di Michael Jackson (1999) e l’anno prima lo storico duetto con Ray Charles in Surrender to Love. Nel 2005 Laura ha cantato anche con Michael Bublé e nel 2007 con Andrea Bocelli un brano di Gerardina Trovato. La quale, curiosamente, nel 1993 gareggiava tra le «novità» a Sanremo e arrivò seconda. Indovinate dietro a chi.
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