Slow Food suggerisce ventidue chioschi, da Ravenna a Rimini, dove assaggiare sua maestà la Piadina

Romagna | 01 Giugno 2024 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - La piadina è il simbolo indiscusso dello street food romagnolo. Non certo da oggi. Antesignana di una «moda» relativamente recente, questo tipo di «pane» povero di queste terre sta conquistando sempre di più i palati grazie alle sue interpretazioni che spaziano dal classico fino ad arrivare alle forme più sofisticate, ricercate e quindi gourmet. E’ la semplicità fatta morso. La declinazione contemporanea del concetto di gourmet fatto semplicità e immediatezza. Un abbraccio di pane che fa bene allo spirito e alla gola. Bastano, infatti, pochissimi ingredienti: acqua, farina, strutto, sale e un po’ di lievito e bicarbonato, per fare un tuffo nel gusto autentico della tradizione. Che sia più sottile e quasi arrotolabile (questa versione è molto recente) come quella che arriva e si consuma nel territorio riminese o che diventi sempre più spessa mano a mano che risaliamo la via Emilia verso i confini con l’Emilia o la Toscana a sud, la piadina, in Romagna, è una istituzione. Intramontabile e soprattutto internazionale. Versioni classiche con affettati, quella tricolore con squaquerone e rucola, quelle più gourmet o al sapor di mare sono praticamente trovabili in ogni chiosco disseminato sul territorio. veri e propri templi laici del mangiar di strada che raccontaIn Romagna c’è solo l’imbarazzo della scelta. Per questo, per cercare di trovare l’eccellenza in questo oceano di possibilità, la guida di Slow Food (Osterie d’Italia 2024) dedica alcune pagine che ne fotografano lo stato dell’arte. Per l’edizione di quest’anno, nel cuore romagnolo, battono ventidue realtà che sono portabandiera indiscussi di questa antica tradizione culinaria. Di questi quindici sono in territorio forlivese-cesenate, quattro nel riminese e tre nel ravennate. Queste ultime sono per il capoluogo bizantino «L’ingrediente segreto - Piadineria dal 1972» in via Ricci, «Tradizione dolce e sale» di via Cassino e una a Cervia, precisamente a Pinarella, ed è «Il chiosco della pineta» in via Mezzanotte - zona mare. Andando nel territorio di Forlì qui le realtà sono due e parliamo di «Piada 52» in via Andrea Dragoni, 52 nel capoluogo e «Tom & Jerry» in via Armando Diaz a Forlimpopoli. Nel cesenate invece si cresce di numero con segnalazioni che arrivano per «80 voglia di piada di Andrea e Roberta» in piazza Cavour a Gambetto, di «Al Giardinetto di Alessandra Ricci» in via Emilia Ovest a Savignano sul Rubicone, «Da Giuli e pundor» in via Montepetra Piolo a Sogliano sul Rubicone e «L’Oasi della Piadina» in via Nenni a Mercato Saraceno. Per quanto riguarda la città di Cesena sono ben otto i chioschi da appuntarsi. C’è «Acqua e farina di Andrea Montanari» in via Cerchia di Sant’Egidio, «E chiuschet d’la pida» in via Fiorenzuola, «E’ Tulir» in via 18 agosto, «La Piadina di Gianluca» in via Montaletto, «La piadina di Stefano e Mascia» in viale Finali, «La regina della piadina» in via San Remo, «Le Gagine» in viale Marconi e per finire «Marina Guidazzi» in via Castiglione.

Su Food network una trasmissione tv condotta da Maria Pia Timo
Una trasmissione, per ora con la puntata numero zero andata in onda, alle 22, di mercoledì 29 maggio su Food network al canale 33, dedicata alla piadina. Un format televisivo che vede come protagoniste il simbolo assoluto dello street food di Romagna, la comica faentina Maria Pia Timo e diverse famiglie. La costruzione di questo programma mette al centro il «pane povero» di queste terre attraverso una conduzione dinamica e divertente in cui in diverse città del territorio le famiglie sono chiamate a proporre diversi chioschi del cuore dove assaggiare tipologie e varietà. In ogni chiosco vengono così proposte le versioni della piadina del cuore, scelte dai «concorrenti», quella tradizionale richiesta dalla conduttrice e infine la tipologia «cavallo di battaglia» della stessa piadineria. Dopo i voti dei partecipanti la migliore tra tutte permetterà al componente della famiglia proponente di ottenere, nel chiosco premiato, una piadina con il suo nome. «Non è una gara come siamo abituati a vedere nei talent o reality che impazzano in tv da diversi anni - spiega la conduttrice nello spiegare l’idea e il format - ma una vetrina su uno dei simboli, delle tradizioni e delle eccellenze della Romagna. La piadina, da quella riminese a quella dell’entroterra, per un romagnolo è insostituibile. Un confort food quotidiano che se non c’è manca. Per me il testo introduttivo della canzone “Romagna mia” potrebbe infatti essere cambiata con la frase “sento la nostalgia della Piadina”». Per quanto riguarda la puntata pilota sede di questa disfida famigliar-tradizionale è stata Ravenna. «Nel capoluogo bizantino - racconta Timo - la famiglia scelta è stata quella di Graziani, noto giornalista volto e voce immortale del Tg3 regionale, in cui la moglie, la figlia e la nipote hanno proposto le loro tre piadinerie del cuore». Tre templi laici del testo che hanno spaziato dalla storia di questo simbolo territoriale, il chiosco Scarpellini, a quello più contemporaneo de la Farcia, per arrivare alla tipologia in cui la versatilità dell’offerta ha fatto breccia su tutti, visto che è quello che ha vinto la puntata, Lo Spicchio di Fornace Zarattini. Adesso non ci resta che rimanere sintonizzata per sapere quando ancora potremmo sapere quali sono le piadine di Romagna più buone.

 
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