Scuola, nuovo anno in Emilia-Romagna, i sindacati: tanti precari e solite criticità
L’avvio dell’anno scolastico è alle porte, ma le criticità non sono poche. Gli uffici scolastici regionali stanno lavorando a te- sta bassa per far sì che, quando suonerà la prima campanella, tutti i docenti siano in cattedra, ma il successo non è garantito. Abbiamo fatto il punto con i re- ferenti per la scuola dei tre sin- dacati Cgil, Cisl e Uil per avere un quadro della situazione nella quale si aprirà l’anno scolastico ‘24/’25. MARTINI (CISL): «IL SOSTE- GNO SENZA CONTINUITA’» «Le nomine quest’anno sono uscite in ritardo, nel pomeriggio di sabato 7, con tutte le difficoltà del caso perché molte persone che erano già sul nostro terri- torio si sono dovute spostare in fretta. Il rinnovo delle graduato- rie ha, di fatto, allontanato molte persone e tanti sono scontenti». Fiorella Martini, Cisl Scuola Ro- magna spiega in parole semplici la situazione attuale che è poi la stessa ormai da tempo. «La differenza rispetto agli anni passati sono stati i concorsi i cui vincitori hanno subito coperto i posti con una garanzia di conti- nuità contro l’incarico annuale. Come sempre, stanno già arri- vando le rinunce di chi si iscrive poi rinuncia alla nomina annua- le e si aspetteranno le supplenze; se per le nomine c’è ancora un po’ di gioco, attendiamo di capi- re cosa accadrà con gli interpelli, i bandi urgenti pubblicati diret- tamente dagli istituti scolastici per reperire docenti supplenti in caso di posti vacanti non coperti dalle graduatorie GPS e GI (Gra- duatorie provinciali supplenze e Graduatorie di istituto ndr). Ci saranno una seconda e forse una terza ondata di nomine, ma reputo impossibile pensare che, lunedì 16, siano tutti in cattedra visto che, dopo la rinuncia biso- gna aspettare 48 ore prima di far domanda. I sostegni sono stati affidati tutti anche se, purtrop- po, per i più non c’è stata quella continuità e stabilizzazione che da tempo, come sindacato, in- vochiamo: tanti entrati di ruo- lo hanno preso il posto di altri colleghi. Nelle primarie della provincia, sui 128 posti ne sono entrati di ruolo solo un’ottanti- na». Il sostegno rappresenta an- cora una volta una delle “crepe” della scuola italiana per motivi noti da tempo: la troppa preca- rietà, più o meno la metà delle 200.000 cattedre complessive; l’alto numero di cambi di do- cente di sostegno che seguono ogni alunno, sia durante l’an- no scolastico, sia tra un anno e l’altro; l’eccessiva percentuale di insegnanti non specializzati in didattica speciale. Graduatorie aperte quasi in contemporanea e ritardi nelle nomine annun- ciano una partenza dell’anno scolastico non proprio semplice. «Le graduatorie per la prima e la terza fascia degli Ata (perso- nale amministrativo, tecnico e ausiliario ndr) si sono aperte, ri- spettivamente, tra metà aprile e 1° maggio poi una seconda chia- mata a luglio e tra il 28 maggio e il 28 giugno scorsi mentre le graduatorie Gps dal 20 maggio al 24 giugno. A livello nazionale siamo abbastanza preoccupati: vanno bene i concorsi, ma bi- sognerebbe utilizzare anche le prime fasce con insegnanti che hanno fatto percorsi abilitanti. In più la riforma Bianchi sui 24 Cfu (crediti formativi universi- tari ndr) necessari, insieme alla laurea, per insegnare nelle scuo- le secondarie di primo e secon- do grado prevede, dal 1 gennaio 2025, che se ne debbano conse- guire 60 e ne serve uno per ogni classe di concorso». TOMMASONI (UIL): «TANTI CONCORSI, MA POCHI POSTI» Critico sul meccanismo delle graduatorie e sull’algoritmo per l’assegnazione delle supplenze è Fabio Tommasoni, Uil scuola. «Nonostante i Governi degli ultimi anni abbiano pubbli- cato tanti concorsi, come a di- mostrare di voler stabilizzare sempre più insegnanti, in re- altà gli “addetti ai lavori” ben sanno che una volta creata una graduatoria di idonei lì si resta, perché i posti a disposizione sono pochissimi. E questo per- ché lo Stato non punta sulla scuola statale, quando bastereb- be un investimento irrisorio a livello nazionale. Così, assistia- mo ad un’inflazione di concor- si, a graduatorie piene di perso- ne preparate che aspettano di entrare di ruolo e a pochi posti disponibili. Il precariato la fa da padrone. L’algoritmo per l’assegnazione delle supplen- ze, poi, introdotto in tempo di pandemia, non verificabile né contestabile crea disagi ai do- centi e premia, paradossalmen- te, chi ha meno esperienza. Noi suggeriamo di inserire tutto e non solo determinate scuole, di dare disponibilità per il part time, lo spezzato, il full time, il sostegno perché, diversamente, se l’algoritmo ti “salta” poi non ti ripesca al secondo giro, ma assegna annualità magari a chi è infondo. Ed è brutto pensare che la situazione si sistemi con i concorsi che puntualmente vengono sbandierati visto che l’algoritmo funziona male. Anche quest’anno ci pare che regni il caos: con le prime con- vocazioni sono stati assunti di- versi fortunati che poi hanno rinunciato alle GPS liberando “posizioni” che non vengono assegnate a chi li seguiva in gra- duatoria proprio a causa dell’al- goritmo. Nella scuola servireb- be una riforma concreta, ma come prima cosa bisognerebbe tornare alle convocazioni in presenza come avveniva prima della pandemia». LO IACONO (CGIL): «LA SCUOLA INIZIA, ANCORA, NEL CAOS» «Questo è l’anno del precaria- to: il 16 settembre suonerà la prima campanella e partiamo con circa la metà del persona- le. Dalla scuola d’infanzia alla secondaria, il Ministero ha de- curtato i ruoli e quelli assegnati non hanno permesso di coprire i diversi posti vacanti in provin- cia. Con il primo turno di no- mina sono stati assegnati 1239 posti tra organico di diritto, di fatto e spezzoni, ma altri 1200 posti circa dovranno essere dati con un secondo turno. Inoltre, con la prima tornata di nomine molti docenti hanno rinuncia- to avendo avuto il ruolo, così si sono liberati posti che an- dranno coperti». Francesca Lo Iacono, eletta di recente alla guida di Flc Cgil Ravenna, of- fre un quadro dettagliato della situazione sottolineando, anco- ra una volta, come la scuola si aprirà con diverse “mancanze”. «Tante segreterie non hanno ancora il funzionario ad alta qualificazione che coordina la parte organizzativa pertanto sono, di fatto, ferme. Il Mini- stro Valditara ha dichiarato che il numero dei precari nel 2024 è calato, ma evidentemente non ha fatto bene i conti visto che la stratificazione di norme usci- te negli ultimi anni ha creato gli arci noti ritardi dell’estate. Quest’anno penso, piuttosto, si sia scatenata la guerra tra docenti: il concorso Pnrr 2023 non è ancora stato espletato così succederà che un supplente inizierà il suo percorso in una classe che dovrà abbandona- re appena entrerà in servizio il collega che ha vinto e che può entrare di ruolo fino al 31 di- cembre di quest’anno. E tutto a discapito della continuità che gli studenti meritano. La scuola di qualità che tutti vorremmo continua ad essere vista come spesa e non come risorsa, come taglio e non come finanziamen- to per il futuro e il Ministero non ha intenzione di sistemare le graduatorie con i concorsi». E sui percorsi abilitanti e for- mativi che potrebbero dare competenze in più, Lo Iacono sottolinea come «i corsi sono a pagamento, a cifre spesso esorbitanti che foraggiano le università, vengono attivati nel periodo estivo e si chiudono ad ottobre quando un docente già ha iniziato ad insegnare. E così i lavoratori devono fare i salti mortali per essere presenti in classe e non saltare le lezioni pena la perdita dell’attestato di formazione. La scuola è su un binario morto e perde il suo valore (m.c)