Scuola, la denuncia della Cgil: in provincia di Ravenna troppi insegnanti precari

Romagna | 30 Agosto 2022 Cronaca
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Dopo due anni di retorica sul ruolo centrale della Scuola, impegni assunti e siglati sul rafforzamento degli organici, sulla riduzione degli alunni per classe e sulla copertura di tutti i posti liberi, anche questo anno scolastico la campanella suonerà in provincia di Ravenna con numeri impietosi: circa 1.359 docenti supplenti in cattedra e 266 Ata con contratto a tempo determinato.

Per i docenti, l’analisi della distribuzione dei posti concessi in ruolo è la seguente: 15 nella scuola dell’infanzia; 40 nella scuola primaria; 39 nella scuola secondaria di primo grado; 60 nella scuola secondaria di secondo grado e 102 nel sostegno. Dopo le immissioni in ruolo sono rimasti liberi, sui diversi ordini di scuola, 164 posti che saranno coperti con assunzioni di personale a tempo determinato e altri 196 sono destinati al delicatissimo ruolo di insegnante di sostegno. A questi numeri si aggiungono quelli che derivano dall’adeguamento degli organici, che tra posti interi e spezzoni orari, raggiungono circa 306 posti distribuiti fra i diversi ordini di scuola, cui si sommano i 563 posti sul sostegno. Infine, saranno da coprire, sempre con contratto a tempo determinato, 131 posti accantonati per il concorso straordinario bis che in Emilia Romagna non è stato ancora avviato. 

“In una logica del risparmio – commenta la segretaria generale della Flc Cgil Ravenna, Sara Errani -, come accade ormai da troppi anni, avremo docenti precari che, invece di essere stabilizzati, lavoreranno senza poter garantire alcuna soluzione di continuità didattica. Per il personale ATA sono stati 69 i posti autorizzati nella nostra provincia per il conferimento di contratto a tempo indeterminato. Percentuali molto basse rispetto al reale fabbisogno delle nostre istituzioni scolastiche, considerando, anche, che quasi tutte le segreterie sono al collasso: poco personale, spesso precario, senza la possibilità di formarsi per gestire il complesso lavoro da fare e una mole di lavoro sempre crescente”.

I ruoli concessi sono stati così distribuiti sui diversi profili: 17 assistenti amministrativi, 3 assistenti tecnici e 49 collaboratori scolastici. Dopo le immissioni in ruolo sono rimasti liberi 116 posti, cui si aggiungono 149 posti che derivano dall’adeguamento degli organici. Saranno, quindi, 266 i posti ricoperti con contratto a tempo determinato ai quali si aggiungeranno quelli derivanti dalle richieste di part-time.

“Questi numeri impietosi, sia per il personale docente che per quello Ata – dice Sara Errani - confermano problemi che si rincorrono da anni e che si sono amplificati smisuratamente a causa della pandemia”. 

A completare il quadro ci sono anche altri dati. Su 44 istituti scolastici della provincia di Ravenna, ben 11 sono senza un direttore dei servizi generali e amministrativi e dovranno ricorrere ad assistenti amministrativi che si faranno carico di ricoprire tale ruolo come facenti funzione. 

Saranno tre le scuole senza un dirigenze scolastico che andranno a reggenza.

“Per due anni la scuola ha resistito all’onda d’urto della pandemia – conclude Sara Errani -, nonostante le mille mancanze e le difficoltà estreme che si è vista costretta ad affrontare in solitaria. Senza la stabilizzazione del personale precario e una sostanziale riduzione dell’elevato numero di alunni per classe non si garantisce il diritto allo studio né il diritto alla salute e alla sicurezza. Nonostante gli innumerevoli proclami di chi ci governa, la scuola continua a essere mortificata e sacrificata. Se volessimo tracciare la distanza esatta tra la politica e i cittadini, l’unità di misura sarebbe il lavoro. Più l’occupazione è precaria più il solco si allarga. Chi fa finta di non vedere la realtà, è corresponsabile di questa deriva”.

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