Scomparso Gianni Celletti, storico direttore di Deco Industrie

Romagna | 08 Gennaio 2024 Economia
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È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, la scorsa domenica, Gianni Celletti, direttore di Deco Industrie per oltre 25 anni, entrò in azienda nel 1977 per terminare la sua carriera nel 2009.

Alla Deco Industrie Celletti è ricordato con gratitudine come colui che ha saputo, in un momento molto difficile di molti anni fa, salvare l’azienda da una fine quasi certa e tracciarne il percorso che l’ha resa la cooperativa florida e in crescita che è ora.

“Per dare la misura dell’uomo, austero nei modi e grande professionista - dichiara Antonio Campri, attuale presidente di Deco Industrie - mi basta ricordare il colloquio che mi fece per assumermi: parlammo delle campagne napoleoniche e delle relative nozioni di storia e geografia. Tutti temi non strettamente legati all’incarico che avrei successivamente eseguito per Deco ma che rilevavano a Celletti chi ero. Un modo, a pensarci ora, molto contemporaneo di svolgere un colloquio di assunzione, avanti decine di anni sulle pratiche di allora. Sua inoltre la scelta di diversificare nell’alimentare, una decisione “strana” ma rilevatasi da subito strategica e vincente".

“Gianni - afferma Giorgio Dal Prato - era un uomo di grande rigore morale e professionale e con esso sostenuti i soci della Deco, motivandoli a fare i sacrifici necessari per far crescere l’azienda, destinando sempre le risorse alla ricostruzione di quel patrimonio umano, tecnologico e finanziario che contraddistingue la coopertiva”.

“I suoi valori- ha dichiarato l'ing. Renzo Piva, direttore tecnico Deco per 25 anni - erano cultura, onestà, rigore e laicità, ed era in grado di farti capire che se perseguiti, l’azienda sarebbe cresciuta, cosa che in effetti è stata e ha permesso a Deco Industrie di ottenere grandi risultati”.

“Io e Celletti - dichiara Bruno Maretti - ci siamo incontrati nel ’76. È stato per me un collega, un amico fraterno e, a volte, un padre prodigo di consigli. È stato un professionista di grande valore che ci ha insegnato a ragionare con mentalità moderna”.

“Una persona - lo ricorda Giordano Graziani- che si è dedicata in toto alla cooperativa e chi ha avuto modo di lavorare con lui, ha imparato molto,  soprattutto nel rispetto delle regole. Intransigente, quasi maniacale agli sprechi, dalla lampadina lasciata accesa fino alle cose più grandi che inficiavano la redditività dell'azienda.  Ha saputo circondarsi di persone che al di là del loro credo politico le considerava capaci di portare avanti gli obiettivi che scrupolasamente nelle sue lunghe relazioni in preparazione del bilancio presentava".
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