Sanremo da incorniciare per gli Extraliscio

Romagna | 07 Marzo 2021 Cultura
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Federico Savini
Un dodicesimo posto assoluto (quindi nella metà alta della classifica), il terzo posto al premio della critica e lo stesso nella serata delle cover (ma che non abbiano vinto francamente grida vendetta): per gli Extraliscio l'inattesa partecipazione al 71° Festival della Canzone Italiana è stata un mezzo trionfo.
Al quale hanno preso parte anche artisti della provincia di Ravenna come il tonante cantante Mauro Ferrara (Carlini, il vero cognome), che nel nuovo brano in gara si è limitato ai cori, sfoderando potenza e classe d'altri tempi sul "Rosamunda Medley" che ha travolto l'Ariston, facendo scoppiare in un boato anche i membri dell'orchestra, per il resto piuttosto composti.
E poi, a ballare a passo di polka (sul tempo sudamericano di "Bianca Luce Nera") al fianco della band nelle ultime due serate è comparso il grande ravennate Bruno Malpassi - uno dei padri del ballo liscio - insieme alla figlia Monia.
Per il resto il gruppo ha, prevedibilmente, fatto storia a sé, osannato da una parte della critica ma ancora vittima dei pregiudizi della restante parte (su rinomati giornali nazionali si sono lette cose ai limiti dell'irriferibile, sulla presunta natura intrinseca del liscio come musica di serie b).
Ma sono altre due le domande che questa partecipazione. La prima è se "Bianca Luce Nera" si possa considerare liscio. E qui naturalmente il dibattito è annoso e apertissimo, intanto perché il liscio stesso è una musica sulla cui natura non si finirà mai discutere (percepito come tradizione viscerale e diventatolo negli anni grazie alla forza iconica dei suoi protagonisti, è a tutti gli effetti una musica pop commerciale, di importazione e di invenzione) e poi perchè la canzone - scritta da Mirco Mariani (che l'ha cantata in scena insieme a Davide Toffolo) con un autore "di serie A" come Pacifico e l'entusiasta produttrice Elisabetta Sgarbi, che al progetto ha dato nell'ultimo anno la sua impronta - non è certamente né valzer, né polka nè tantomeno mazurka. Siamo della parti della cumbia o al limite di certe danze cubane, ma in un'atmosfera che ricorda molto anche le musiche da balera balcaniche e della Mitteleuropa, influenza dichiarata di Mirco Mariani. E ne approfittiamo per dire che dopo la performance sanremese, è uscito in tutte le piattaforme il nuovo album del gruppo, che è un doppio e sul disco "E' bello perdersi" in pratica presenta brani cantati dal solo Mariani (e scritti insieme a Elisabetta Sgarbi), dal dolciastro umore retro-futuribile, ma immaginare come ninne nanne da balere nordiche calate in un clima onirico. Invece l'altro disco, "Si ballerà finchè entra la luce dell'alba" raccoglie le musiche dell'omonimo documentario sul gruppo diretto dalla Sgarbi, ma anche ad esempio la canzone "Non partir" dal film di Pupi Avati "Lei mi parla ancora" (cantata da Mauro Ferrara, che in questo disco è assai presente così come Moreno il Biondo, che interpreta diversi brani di Second Casadei) e la versione in studio del "Medley Rosamunda", che viene introdotto al trautonium con la melodia di Romagna Mia, cui segue l'esplosione cosacca di "Casatchok" e poi appunto la miliare polka "Rosamunda" del cecoslovacco Jaromir Vejvoda, classico delle balere di tutto il mondo.
La seconda questione è se questa esibizione degli Extraliscio, con la loro formula eclettica e anti-filologica che ha già fatto arrabbiare alcuni intransigenti puristi del liscio (da sempre una musica che si contamina per rimanere sul mercato), darà nuovo slancio al mondo delle orchestre e delle balere, in grande sofferenza con la pandemia che vieta il ballo di coppia più di ogni altra cosa. In altri tempi, l'avremmo visto subito, ma con la pandemia perdurante toccherà aspettare. Chissà però che l'attesa non porti il pubblico a pregiustare il ritorno al ballo come quell'esplosione di gioia e di colori che il gruppo romagnolo ha portato all'Ariston, facendosi dare "del voi" dal pubblico di mezz'Italia.
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