Sanità, Ausl Romagna, Angelini (dir. Igiene pubblica): «Influenza, il picco non è ancora stato raggiunto, vaccinatevi»

Romagna | 11 Gennaio 2024 Cronaca
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Marianna Carnoli - Sono oltre 885mila (201.894 sono state inoculate in Romagna ndr) le vaccinazioni antinfluenzali, all’8 gennaio 2024, in Emilia-Romagna. «Nei dati nazionali dell’ultima settimana dell’anno si è registrata una deflessione per la sindrome influenzale, nei dati regionali invece no- ha spiegato la dirigente dell’Igiene pubblica, Raffaella Angelini- quindi il picco da noi non è ancora stato raggiunto anche se dobbiamo tener conto che quando la curva arriva al massimo poi decresce, ma più lentamente di come è cresciuta, e sparisce solo dopo un paio di mesi. Oggi l’influenza ha un’incidenza molto più alta del massimo dell’anno scorso che già era stato uno dei peggiori del decennio; sta viaggiando a ritmi alti e siamo ancora in piena epidemia. Proprio per questo si è ancora in tempo a vaccinarsi. Fino ad ora le vaccinazioni non sono andate benissimo, un po’ peggio dello scorso anno: l’obiettivo auspicato sarebbe quello di vaccinare il 75% degli anziani oltre i 65 anni e se l’anno scorso siamo arrivati al 60% scarso in linea con la regione, quest’anno siamo ancora un po’ sotto. La campagna ha risentito della “stanchezza vaccinale”, probabile conseguenza del covid, ma irrazionale perché la vaccinazione antinfluenzale è protettiva. Inoltre quest’anno l’influenza si è presentata sotto una forma particolarmente pesante anche per chi riesce a smaltirla con una manciata di giorni di febbre alta e sintomi quali tosse e raffreddore».

6 CASI GRAVI IN ROMAGNA
L’invito a vaccinarsi resta valido sia perché, come detto, siamo in prossimità del picco influenzale sia perché non sono mancati anche quest’anno i casi gravi. «La Romagna ne ha registrati una ventina di cui 6 nella provincia di Ravenna, persone che hanno avuto bisogno di terapia intensiva o subintensiva. In questi, la sintomatologia è stata grave dall’esordio della malattia con una compromissione polmonare che somiglia a quella del covid». Con la comparsa del Coronavirus, poi, molti hanno iniziato a «sottovalutare» l’influenza, inquadrandola come una «patologia di serie B», non grave. «Questa malattia è accettabile in chi è in buona salute anche se può prendere un decorso grave pure in questi soggetti ed è pericolosa per chi ha una situazione sanitaria compromessa- ha spiegato Angelini. E se il virus del covid del 2020 era peggiore con numerosi casi che necessitavano della terapia intensiva, molti di più di quelli che generalmente si registrano per le sindromi influenzali, quest’ultima resta comunque una malattia cui prestare attenzione. Chi si ammala è necessario che stia a casa e faccia passare il momento critico invece di sforzarsi a continuare la propria quotidianità. Difficile spiegare perché quest’anno l’influenza sia così pesante, i virus mutano: quello del 2024 è diverso da quello che circolava nel 2023 ed espone le persone ad ammalarsi di più perché hanno meno copertura visto che chi si è ammalato l’anno scorso può riprenderla anche quest’anno. Generalmente si hanno due coperture: quella che viene dall’aver già contratto quel tipo di virus e quella del vaccino studiato ad hoc per la forma che sta girando».

POCHI VACCINATI
Purtroppo si sta registrando una disaffezione al vaccino antinfluenzale anche per “colpa” del Covid e delle tre o quattro dosi cui ci si è sottoposti. «Quest’anno molte persone si sono ammalate contemporaneamente di influenza e di Covid che sta circolando ancora molto e si trasmette allo stesso modo, oltre a non avere un andamento stagionale a differenza della prima. La nostra regione è tra quelle che ha vaccinato di più, un numero insignificante, però, rispetto al bisogno: il vaccino era indicato per i più gravi e critici, ma lo potevano far tutti, invece anche gli ultraottentenni vaccinati ad oggi in provincia di Ravenna, ad esempio, sono circa il 27%. E la Romagna è il territorio che ha registrato più vaccinati. Gli open day hanno riscosso successo, ma a differenza dell’Emilia, da noi poco meno del 50% dei medici di base hanno aderito alla campagna vaccinale. Nonostante i nostri 3 ambulatori dell’Igiene pubblica ormai da settimane facciano solo Covid allungando i tempi delle altre vaccinazioni e nonostante gli open day non sono stati raggiunti i numeri che avremmo voluto e che avremmo potuto registrare se tutti i medici di medicina generale avessero aderito. Ricordo ancora che oggi il Covid è meno pericoloso rispetto a quattro anni fa, ma per chi è in buona salute: poco male se non si vaccina un 35enne che sta bene, ma un ottantenne che non si vaccina corre dei rischi, un messaggio che, crediamo, non sia passato adeguatamente.

IL COVID CIRCOLA MENO
Per quanto riguarda il Covid, in queste settimane circola meno dell’influenza (15,3% per l’uno contro il 43,3% per l’altra ndr) inoltre è difficile fare una stima dei casi attualmente attivi visto che noi conosciamo solo quelli ospedalizzati che vengono classificati tali anche riscontrati in persone che entrano al pronto soccorso per altre patologie e , da prassi, vengono sottoposte al tampone. Pazienti che non ricorrono alle cure ospedaliere per il Covid. Oggi si è ancora in tempo, come per l’antinfluenzale, anche per fare il vaccino Covid tenendo conto, come già detto che questa malattia ha più recrudescenze durante tutto l’anno: potremmo avere la prossima curva in primavera o in estate e il richiamo del vaccino copre efficacemente per un anno.(marianna carnoli)
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