Russi, la cantina della famiglia Rusticali, Tenuta Uccellina: «Non solo Bursôn, facciamo parlare il territorio»

Romagna | 23 Settembre 2023 Le vie del gusto
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Riccardo Isola - Il passaggio del testimone in casa Rusticali, quello da padre (Alberto, fondatore dell’azienda nel 1985) a figlio (Hermes), è arrivato qualche anno fa. Un cambiamento che ha portato e sta portando a una reinterpretazione, ma non uno stravolgimento, sia ben chiaro, del modo di offrire l’identità di un territorio, quello della Bassa Romagna e non solo, attraverso sorsi autentici e personali. Stiamo parlando di una piccola enclave vocata all’artigianalità nel senso nobile del termine, quella di Tenuta dell’Uccellina, che alle grandi rese e ai conferimenti, da anni preferisce una personalizzazione autentica della filiera vitivinicola che gestisce. Bottiglie che parlano il linguaggio della pianura romagnola, soprattutto in tema di uve Longanesi (che danno origine al Bursôn) e Famoso (che portano al vino Rambëla), ma che guardano anche alla collina. In questo caso basti pensare che tra le novità sotto tappo che escono da Russi, sede dell’azienda, c’è un Sangiovese rivendicato con la sottozona di Brisighella. «Si tratta di un 100% Sangiovese, con uve provenienti da vigneti presenti nel territorio del Borgo dei tre colli, che affina in botti esauste per circa otto mesi. Per varie vicissitudini ci è scappata l’annata 2021 come possibilità di rivendicazione della sottozona e per questo - spiega il giovane enologo - usciremo, con Clivo del Re (questo il nome del vino ndr) ufficialmente con la prima etichetta targata Brisighella con l’annata 2022. E’ una novità ma che ci porta a esplorare anche racconti nuovi nel nostro modo di fare e parlare di vino. Che la «musica del mosto» firmato Hermes sia cambiata lo attesta un recentissimo riconoscimento arrivato in queste settimane. Il Bursôn 2016 ha ricevuto il riconoscimento Top Romagna dall’edizione 2023-24 della guida «Emilia Romagna da Bere e da Mangiare di Ais», tra i 12 vini ambasciatori dell’eccellenza enologica regionale. Questi temoni sono prodotti che raccontano in maniera emblematica il territorio di produzione, veri e proprio portabandiera che le commissioni dei sommelier hanno scelto come top assoluti e nel cui racconto viene rappresentata storia, cultura enologica ed originalità produttiva. «Un piacere enorme - sottolinea Rusticali - in quanto di fatto è stato il vino che ho seguito in tutta la sua evoluzione dalla vigna fino alla bottiglia. Potrei quindi definirlo il mio vero primogenito». Ma oltre a questo premio, lo stesso vino si è anche aggiudicato «per la quarta volta nella nostra storia aziendale» il premio come Miglior Bursôn in Commercio al concorso A che punto siamo? promosso da Consorzio ‘Il Bagnacavallo’». Sul futuro di questo prodotto fortemente identitario, non solo per la cantina di Russi ma anche e soprattutto per il territorio pianeggiante, Rusticali ha le idee chiare «rispetto alle prime immissioni sul mercato, arrivate alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso, di passi in avanti ne abbiamo fatti tanti. In questo ultimo periodo proviamo, per quanto concerne la nostra versione, di continuare un percorso di qualificazione continua. Oltre ad aver affinato e tecnologicamente migliorato la fase fondamentale del carattere intrinseco del vino, quello dell’appassimento delle uve Longanesi, che noi lo facciamo con il 100% delle uve destinate all’etichetta nera, adesso, con le riserve presenti del 2018, intendiamo cambiare la parte di affinamento. Non faremo più quattro anni in legno ma l’ultimo – spiega – arriverà grazie all’utilizzo di vasche di cemento. Un cambio stilistico che crediamo potrà domare più ‘freschezza’ di frutto al sorso. Sul Bursôn ci abbiamo creduto fin da subito e continuamo a crederci e per questo - rimarca - è giusto anche sperimentare nuove strade per renderlo ancora di più un alfiere capaci di parlare di noi in giro per l’Italia».  Non solo la cantina e il lavora tra vigna e cantina però caratterizza la vita di Hermes Rusticali visto che da qualche tempo ricopre anche il ruolo di vice-presidente del Consorzio. «Un impegno che mi onora – sottolinea - ma che non nascondo porti con sé anche importanti e non banali sfide. Quello che per me è importante in questo contesto - chiude Rusticali - è sicuramente riuscire a lavorare per continuare a fare squadra, anche rinnovando e magari ridefinendo nuove strategie operative, ma sempre e comunque al fine di promuovere i prodotti, le produzioni e le realtà che in questo territorio credono e investono con passione e determinazione».
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