Romagna, parla De Pascale, presidente provincia di Ravenna: «Nel 2024 ricostruzione post alluvione, cantieri Pnrr e rinnovabili»

Romagna | 30 Dicembre 2023 Politica
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Manuel Poletti - «L’alluvione in Romagna è stato uno spartiacque storico. L’agenda della politica da quel momento gira attorno a quell’evento tragico. Nel 2024 dovremo realizzare il piano strategico per la ricostruzione, sarà decisivo e dovremo farlo pensando al futuro, con opere che mettano in sicurezza il più possibile il territorio. Non sarà una passeggiata. Poi la sfida delle rinnovabili, a partire dal mega parco eolico in Adriatico di Agnes sul quale puntiamo con sempre più decisione. Infine ci sono i progetti del Pnrr da mettere a terra. Farli diventare cantieri, perché le opere entro il 2026 vanno terminate. Per Ravenna valgono complessivamente oltre 280 milioni di euro».
Michele De Pascale, al suo settimo anno da sindaco di Ravenna e da presidente della Provincia analizza così il 2023 e le sfide dei prossimi dodici mesi, con un occhio anche alle elezioni Amministrative, Europee e Usa.
Sindaco De Pascale, il 2023 è stato caratterizzato dalle ferite del cambiamento climatico in Romagna e non solo. Questi eventi che priorità prevedono per il futuro e che riflessione può fare oggi?
«Un anno fa avevamo altre priorità: dai progetti del Pnrr alla sanità, dal rilancio dei temi energetici ai lavori dell’Hub portuale. La storia della Romagna a maggio 2023 purtroppo è cambiata radicalmente. L’evento di maggio non è solo una ferita aperta per famiglie e imprese, che oggi sono più deboli ed esposte di prima. In campo è rimasto un pericolo di fondo per tutto il territorio che verrà sanato solo con le nuove opere che dovremo realizzare. Tutto il resto è divenuto meno prioritario rispetto a sanare queste ferite e velocizzare le procedure d’indennizzo. Dalla pianura alla collina fino alla montagna, nessuno deve essere lasciato indietro. Col commissario Figliuolo abbiamo un rapporto di rispetto, ogni tanto ci sollecitiamo a vicenda, ma nella struttura commissariale troviamo competenza e anche una certa rapidità. Quello che non va bene è l’assoluto disinteresse della presidente del consiglio Meloni e del governo, dopo i primi giorni della visita a caldo di fine maggio. Non è arrivata più neanche una parola di attenzione per questa terra, toccata da un’evento climatico fra i più gravi e tragici del 2023 a livello globale».
Sul campo l’alluvione ha lasciato anche una Romagna meno unita, dalle associazioni economiche alle città. Come si recupera?
«Sul piano locale in generale c’è stata una grande sinergia, certo con sfumature diverse, ma anche tutte le associazioni economiche si stanno impegnando per dare sostegno e rappresentanza alle imprese che hanno subito ferite profonde. Certo, rispetto alle promesse della premier Meloni qualcuno ha più fiducia e qualcuno ne ha di meno, qualcuno alza di più la voce, altri lavorano più sotto traccia, ma a mio avviso sono necessarie entrambe le parti. Ad esempio i tre segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, con stili e toni diversi, stanno contribuendo sulla partita difficile dei ristori e non solo».
L’Ausl Romagna compie 10 anni, giusto aver fatto questa scelta, all’inizio molto discussa? Il sistema sanitario nazionale è sotto finanziato e mancano professionalità, sta rischiando il collasso anche in Romagna?
«L’Asul unica è stata una scelta assolutamente lungimirante, c’è da chiedersi invece perché quella spinta riformatrice partita dalla Romagna si è un po’ fermata, soprattutto in Emilia. Negli anni poi, la cosa meno positiva è stata che nessuno ha mai premiato l’Ausl Romagna per i risultati in termini di controllo dei costi e qualità dei servizi erogati. Quella scelta infatti ha contribuito a creare risparmi nelle parti tecniche e amministrative, diventando un esempio anche per altre realtà. Prima dell’Ausl Romagna erano stati compiuti già alcuni passi importanti, come il laboratorio unico di Pievesestina, un fiore all’occhiello della nostra sanità. Sul territorio, invece, sono nate collaborazioni prima impensabili: ad esempio tra Faenza e Forlì sono partite negli ultimi anni attività che hanno reso servizi più performanti e vicini ai cittadini. Oggi il tema fondamentale rimane la carenza di risorse per la sanità pubblica, gli ultimi Governi hanno tagliato invece che aumentare le risorse dopo la Pandemia. Rischia di diventare un problema drammatico, insieme alla carenza dei medici. In Romagna per fortuna, prima degli anni del Covid, abbiamo fatto partire i nuovi corsi di Medicina a Ravenna e a Forlì, i neo laureati risulteranno molto utili negli anni futuri. Ma questo, senza altri interventi, non basterà.».
A proposito di Romagna, lei sei mesi fa sottolineò al nostro giornale come la Romagna non dovesse perdere il treno dell’eolico. Oggi è migliorata la situazione? Il progetto di Agnes attende ancora la Via dal ministero...…
«L’iter autorizzativo è a buon punto, seppur proceda molto più lentamente che, ad esempio, l’iter del Rigassificatore che in pochi mesi è stato autorizzato, perché era “urgente”. Oggi il progetto di Agnes attende il provvedimento di compatibilità ambientale del Ministero, dopo le numerose richieste di miglioramento pervenute. Poi, a procedura di Valutazione d’impatto ambientale (Via) conclusa, verrà avviata la terza ed ultima fase dell’iter, ovvero l’Autorizzazione unica che prevede al termine il rilascio dei titoli per la costruzione ed esercizio degli impianti. Al netto di eventuali ritardi delle amministrazioni, si prevede di concludere l’iter nel secondo semestre del 2024, i cantieri quindi potrebbero partire nel 2025».
Per sostenere questo progetto lei ha anche lanciato una petizione pro eolico sulla piattaforma Charge.org, perché? A cosa servirà?
«L’obiettivo minimo è superare almeno le 5mila adesioni. Servirà per dare ulteriore sostegno a questo progetto decisivo per il futuro del territorio. Ravenna è una capitale europea dell’energia da almeno settant’anni e vuole essere un punto di riferimento internazionale anche nell’ambito delle energie rinnovabili, facendo convivere positivamente cultura, ambiente, industria e turismo. Ogni giorno che passa abbiamo sempre più bisogno di grandi impianti di energia rinnovabile, in questo senso anche nel nostro territorio c’è la necessità e l’urgenza di realizzare impianti che ci permettano di sfruttare le fonti eoliche e fotovoltaiche. L’hub energetico Agnes è localizzato oltre le 12 miglia nautiche dalla costa di Ravenna. Si tratta del primo impianto interamente offshore, unico nel panorama nazionale grazie alle sue innovazioni, integrando in maniera sinergica 700 MWp di potenza totale distribuita su due impianti eolici con fondazioni fisse e un impianto fotovoltaico galleggiante, supportati da 60 Mw di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde a terra e 50 Mw di sistemi per lo stoccaggio di energia elettrica attraverso batterie. Il progetto gode di un alto livello di approvazione da parte delle istituzioni ed è stato accolto molto positivamente e con grande consenso dalla comunità ravennate e dagli stakeholder».
Quali sono le tre priorità per la città di Ravenna nel 2024 dal suo punto di vista? Lo scorso anno erano progetti Pnrr, progetti energie rinnovabili e cantiere Pronto soccorso Ravenna. Tutti ancora in campo.
«Al primo posto c’è la realizzazione del piano strategico per la ricostruzione post alluvione e fare arrivare da Roma il prima possibile i ristori per le famiglie e le imprese. Seconda priorità, il 2024 sarà centrale per i tanti cantieri del Pnrr, nel 2023 vorrei ricordare come sia Comune di Ravenna che la Provincia non hanno mancato nessun obiettivo per avere i finanziamenti collegati. Il 2024 sarà l’anno dei cantieri, per quanto riguarda il Comune di Ravenna parliamo di una partita di oltre 280 milioni di euro. Terza priorità, dopo il cantiere del Pronto soccorso in dirittura d’arrivo, all’ospedale di Ravenna dovremo predisporre un piano di rinnovamento tecnologico con l’aiuto di tutto il mondo no profit».
Politica, il 2024 è un anno cruciale fra elezioni Europee, Comunali. La rinnovata leadership del Pd con Elly Schlein porterà un buon risultato? Nelle Comunali in Romagna il centrosinistra, che governa molti comuni, rischia di pagare un dazio legato all’alluvione?
«In effetti il 2024 sarà anche l’anno delle elezioni, su più livelli. Per quanto riguarda le Comunali, penso che in provincia di Ravenna si vada verso una vasta conferma del centrosinistra, in campo vedo candidati nuovi o conferme importanti e di qualità. Per il centrodestra sarà molto difficile aggiudicarsi qualche amministrazione nel ravennate. Per quanto riguarda le Europee, la premier Meloni spera in un grande successo. Penso che potrebbe esserci una buona affermazione di Fratelli d’Italia, ma pescherà elettori soprattutto all’interno degli altri partiti di centrodestra. Sono convinto che il Pd potrà ottenere un buon risultato, sopra il 20%. Per le coalizioni se ne riparlerà dopo il voto di metà anno, è normale adesso, con una legge elettorale di tipo proporzionale, che ogni partito corra per sé».
Si voterà anche negli Usa, con il repubblicano Trump in campo di nuovo, salvo «tegole» giudiziarie possibili, favorito nei sondaggi sul presidente uscente democratico Biden. Che effetto le fa? Entrambe hanno oltre 75 anni, cosa ne pensa?
«Con il quadro attuale è chiaro che auspico un’affermazione del presidente democratico uscente Biden, senza alcun dubbio, anche per le posizioni che ha mantenuto in questi anni, attraversati da guerre in Europa e in Medioriente. Non mi sfugge però che c’è un problema di età e di rinnovamento nella politica americana, io rimango legato al primo discorso di Obama e della sua discesa in politica. Spero che durante le primarie possano emergere anche nuovi volti».
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