Romagna faentina, i dati nell’Unione sulla raccolta differenziata dicono che la media è sotto il 57%, bene solo il Comune di Riolo

Romagna | 10 Dicembre 2021 Cronaca
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Riccardo Isola - Quanta strada serve ancora per migliorare la raccolta differenziata nella Romagna faentina. Lo testimonia l’ultimo dossier, il quattordicesimo, di Legambiente per quanto riguarda i «Comuni ricicloni». I dati, riferiti al 2020, non mentono: nei sei Comuni compresi nel territorio faentino la media della raccolta differenziata dei rifiuti si attesta al 56,53%. Siamo a quasi il 10% in meno dell’obiettivo del 65% di raccolta differenziata fissato in Italia per il 2012. Dati non certo incoraggianti anche alla luce di uno smaltimento complessivo dei rifiuti che si aggira sul doppio di quanto prevede il Piano regionale. In questo momento di riflessione e confronto sulle dinamiche di gestione rifiuti dell’Emilia Romagna è però emerso come, sempre nel faentino, c’è anche chi su questo ambito e virtuosismo ecologico nella gestione quotidiana della comunità e del territorio sta ottenendo risultati molto incoraggianti e importanti. Stiamo parlando di Riolo Terme dove la percentuale di rifiuti differenziati supera quota 75%. Con un aumento, sempre in termini percentuali, rispetto al 2019 di ben il 16% in più.

I NUMERI
Il dossier di Legambiente comunque attesta come ci sia un aumento del numero dei Comuni virtuosi, e come si verifichino in Emilia Romagna prestazioni straordinarie, basti pensare alla vicina Mordano che sfiora il 92% di raccolta differenziata, e il progressivo aumento della raccolta differenziata comunque c’è. Come si diceva nel comparto faentino la media non raggiunge il 57%. In alcuni casi la situazione è addirittura sotto il 50%. Partendo dalle esperienze peggiori chi deve ancora fare tanta strada è sicuramente il territorio di Casola Valsenio. Qui, nel 2020, la raccolta differenziata è stata del 49,5%. Il secondo Comune che non ha ottenuto dei risultati entusiasmanti è Brisighella dove la raccolta rifiuti è del 50,5%, sul terzo gradino del podio (in senso negativo) c’è Castel Bolognese al 51,9%. Per il capoluogo le percentuali crescono arrivando al 58%, ma qui c’è ancora forte incertezza sulla realizzazione del progetto del porta a porta, mentre il Comune più riciclone del territorio è Riolo Terme con il 75,3%.

IL CASO DI RIOLO
La città d’acque sta ottenendo ottime performance e dall’11 ottobre le 2.500 utenze del Comune, già servite dalla raccolta domiciliare, hanno cambiato ancora la modalità per il porta a porta. Si tratta della consegna dei contenitori blu per la carta e il nuovo calendario, in cui sono precisate le novità sulle frequenze e le giornate di raccolta. Nelle zone servite dal porta a porta la raccolta della carta viene effettuata il martedì (anziché il sabato) e la frequenza passa una volta ogni 2 settimane, mentre per le attività la raccolta resta settimanale. Nelle zone servite dal porta a porta integrale il giorno di raccolta del vetro, si tiene il sabato, mentre la frequenza rimarrà inalterata (una volta ogni 2 settimane); inoltre è aumentata la frequenza della raccolta della plastica, che diventerà settimanale. Per i cittadini non residenti, proprietari di seconde case, che alla fine della vacanza o del week end non possono esporre in strada i rifiuti per il passaggio della raccolta porta a porta avranno la possibilità di utilizzare, i cassonetti Smarty, i contenitori intelligenti apribili con la carta smeraldo posizionati in via Ripa accanto alla stazione ecologica. Nella zona del forese, in cui il servizio resta stradale, l’indifferenziato si effettua con cassonetti Smarty, inizialmente ad apertura libera ma in futuro utilizzabili solo con la carta smeraldo, già consegnata.

CONSIDERAZIONI FINALI
Per Legambiente, in questo 2021, risultano scaduti i termini di validità del precedente Piano Regionale Rifiuti e l’orizzonte temporale fissato dalla legge regionale 16/2015 (sull’economia circolare) per adeguare le modalità di raccolta e tariffazione puntuale dei Comuni. Di fronte a tale scadenza è utile e necessario, in fretta, cambiare approccio. «Appare urgente – affermano gli ambientalisti - puntare l’attenzione su chi ha scelto di non rispettare le scadenze indicate dalle due norme regionali, su chi ha scelto di non imboccare la strada che la parte migliore di questa Regione invece già sta praticando. Certamente dobbiamo ricordare che nel 2020 sono 56 i comuni che smaltiscono meno di 100 kg/abitante (nel 2013 solo 2 comuni riuscivano a stare sotto i 100 kg). Dobbiamo evidenziare come 7 comuni stiano sotto i 50 kg/abitante di scarti annuali a smaltimento: una cifra straordinaria. È doveroso dire che alcuni gestori hanno surclassato gli obiettivi di Piano sull’intero bacino di comuni da loro serviti. Ma è altrettanto importante chiedersi come mai in diverse realtà, come la provincia di Ravenna per esempio, non ci sia nemmeno un Comune con tariffa puntuale. E crediamo che la responsabilità principale di questo non stia nei tempi lunghi delle gare di affidamento – chiudono - ma sia da ricercare a livello locale».

Nessun ampliamento per la discarica,  si parla della sopraelevazione
La questione sulla riapertura della discarica Tre Monti di Imola passa a Roma, sul tavolo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la decisione conclusiva che porrà termine alla procedura amministrativa sulla sopraelevazione. Nei giorni scorsi è infatti tornata a riunirsi la conferenza dei servizi chiamata a valutare il progetto, affinché ogni ente competente potesse esprimere la sua posizione. Il Comune di Imola ha detto no all’ampliamento ma non ravvisa motivi ostativi alla sopraelevazione. Lo fa dichiarando come «nell’ambito della conferenza dei servizi il Comune non ha potuto ravvisare per quanto di competenza motivi ostativi alla Sopraelevazione. La conferenza dei servizi ha preso atto della conferma avvenuta nel 2020 da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, del parere non favorevole reso nel 2016 e pertanto, non essendo stato possibile giungere ad una determinazione conclusiva unanime, la Regione Emilia Romagna trasmetterà tutta la documentazione alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la decisione finale».
Parallelamente si è aperto l’iter per il Nuovo Piano regionale rifiuti e bonifica siti contaminati. Qui è stato chiesto che il nuovo Piano non preveda l’ampliamento (IV lotto) della discarica Tre Monti, ha dichiarato sempre il Comune di Imola, e che sia invece prevista l’installazione di un impianto fotovoltaico a completamento della copertura definitiva della parte esistente.
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