Roberta Montanari, corista romagnola di Elisa, tra la ripresa dei live e l’evento «Una, nessuna, centomila»
![roberta-montanari-corista-romagnola-di-elisa-tra-la-ripresa-dei-live-e-levento-una-nessuna-centomila](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1658386545_ss25-robertamontanari-27febbraio.jpg&w=420&h=248)
Riccardo Sabadini
Da San Lorenzo al Campovolo di Reggio Emilia, a fianco di una leggenda della musica italiana come Elisa. Sul palco dell’evento «Una, nessuna, centomila» che ha visto esibirsi artiste del calibro di Laura Pausini, Giorgia, Elisa, Gianna Nannini e Fiorella Mannoia solo per citarne alcune, c’era anche Roberta Montanari, romagnola e corista al fianco della cantautrice triestina, con dodici anni di collaborazioni pressoché ininterrotte.
Roberta, da una piccola frazione di Lugo al palco di Campovolo, ne ha fatta di strada.
«Di campi sempre si tratta - ride, nda -! Quindi mi sono sentita a casa… Scherzi a parte, è stata una bellissima esperienza, ricca di emozioni soprattutto dopo i due anni di chiusura totale dovuti al Covid, con il nostro settore che è stato letteralmente flagellato».
Com’è arrivata ad essere una delle coriste più apprezzate nel panorama nazionale?
«Beh, intanto grazie! Diciamo che da adolescente ho scoperto quanto desiderassi fare ciò che faccio ora: la corista. È un mestiere un po’ diverso rispetto alla cantante solista, quindi ho indirizzato i miei studi verso quel tipo di preparazione. Mi piace sentirmi parte di una sezione armonica sulla quale si può appoggiare l’artista, dando colore e supporto a tutto l’insieme musicale. È un percorso che richiede impegno, sacrificio, dedizione e serietà. Mi sento comunque molto a mio agio anche in ambito solistico».
In questi anni ha affiancato Cesare Cremonini, Elisa, Enrico Brignano, Eros Ramazzotti, Gianna Nannini, Tommaso Paradiso, senza contare la tv in «The Voice of Italy»...
«Sono passati 17 anni dal mio primo tour; ricordo quanto fossi felice e incredula… Da lì si sono susseguite una serie di esperienze bellissime a fianco di artisti incredibili, è stato un percorso che ho sempre cercato di affrontare con onestà, tenendo i piedi saldi a terra… La mia terra, che per quanto possa aver viaggiato mi piace sempre ritrovare».
Come si gestisce la famiglia in tour?
«È impegnativo. Cerco di tornare spesso a casa o, in alternativa, mi raggiungono loro. Ci vuole forza e grande supporto da parte della famiglia. Ora che mio figlio ha 5 anni, riesco a coinvolgerlo un po’ di più nelle trasferte. Una volta sono salita sul palco quando il mio bimbo aveva appena 33 giorni».
Come sono stati gli anni di pandemia?
«Difficili. È stato un colpo bassissimo, sia dal punto di vista psicologico che economico. Essendo abituati ad andare a mille, si ferma tutto e sei a zero. I primi mesi ho avuto modo di apprezzare cose che normalmente non riesco a godermi, però poi è stata dura. Elisa ha colto l’opportunità, nell’unica finestra temporale possibile nel 2020, di programmare un tour; è stato un vero aiuto per noi musicisti. Nel 2021 è andata quasi peggio, le incognite erano tantissime. Mi sono concentrata sulla didattica e sullo studio, ho allievi che seguo da tempo. Ora sono felice che sia ripartito tutto, c’era bisogno di tornare alla normalità».
Prossimi progetti?
«In estate lavorerò nel tour di Elisa “Back to the Future” e anche nel tour di Tommaso Paradiso “Tommy Summer Tour 2022”, che mi impegnerà fino a fine settembre. Da ottobre riprenderò la didattica. Inoltre sto lavorando a un progetto particolare, in cui emergono sia l’aspetto solistico che quello corale, un omaggio alla musica d’oltremanica. Si parte a dicembre agli Abbey Road Studio’s a Londra!».