Riolo Terme, l'illustratore Andrea Rivola porta avanti la cantina di famiglia con nuovi progetti

Riccardo Isola - Tra uno slancio d’estro creativo e l’altro c’è anche chi trova il tempo per vendemmiare. Lo sa bene Andrea Rivola, giovane e noto illustratore riolese (conta importanti collaborazioni a livello nazionale e internazionale ndr), che da una ventina di anni, dopo la scomparsa del padre porta avanti, assieme alla sorella Roberta (laureata in economia), la cantina di famiglia. Una storia azienda «contadina», affacciata sulla Casolana a pochi chilometri da Riolo Terme, da sempre specializzata nella vendita del vino sfuso ma che da un anno «la prima vendemmia del nuovo corso è quella del 2022» conferma lo stesso giovane vignaiol-creativo, ha deciso di fare il salto di qualità imbottigliando. «Sono ancora piccole produzioni e soprattutto si riferiscono, per ora, ai principali vitigni romagnoli che abbiamo in azienda. Vogliamo essere testimoni contemporanei di un grande valore che queste terre hanno ricevuto dal passato, quello di chi ha investito e lavorato per farlo parlare attraverso sorsi d’autenticità». Si parla, quindi di Sangiovese, Trebbiano e Albana. «In totale arriviamo a circa 6 ettari vitati da cui, oltre al 70% del vino che produciamo rimane ancora sfuso, per il 30% finisce invece in circa 5.000 bottiglie». Ed è proprio questa la novità. Vini che nascono nella parte più bassa del territorio all’ombra del Parco della Vena del Gesso, su suoli in cui sabbie e argille predominano. «Abbiamo impiantato anche altre varietà - sottolinea il giovane vignaiolo - ma le utilizziamo, per ora, solo per tagli e blend nello sfuso. Questa è la nstra cantina oggi». Ecco che così nasce «Tibé». Un nome che immediatamente porta alla mente a una storia popolare e auna leggenda che caratterizza questo territorio: quella del Re Tiberio e la sua grotta. «Le referenze che produciamo - spiega Rivola - hanno proprio le etichette (ovviamente realizzate graficamente dallo stesso giovane illustratore ndr) che riprendono alcuni degli elementi che caratterizzano la leggenda. Il cavallo ‘Brandimarte’ che ha portato il Re nel rifugio e che identifica la nostra Romagna Albana Docg, lo stesso Tiberio, che rappresenta il nostro Romagna Sangiovese Doc. Infine, la nuvola, ‘Nebula’ appunto, che si rifà all’elemento funesto del racconto, quella da cui scaturì il fulmine che uccise il Re, e che si riferisce al nostro Trebbiano rifermentato in autoclave». Piccole produzioni ma dal grande potere narrativo ed evocativo. Infine Rivola, come del resto il suo dna artistico e fanciullesco (il suo tratto grafico è infatti specializzato soprattutto per l’editoria per ragazzi) impone, sogna. «Oltre a continuare a perseguire la strada della qualità, quindi anche dell’imbottigliamento, con un posizionamento almeno territoriale dei nostri prodotti in ristoranti, osterie ed enoteche, il passo successivo è quello di puntare sempre  di più sull’enoturismo. Raccontare un territorio ricco di input e stimoli come questo nel quale abito, attraverso il vino ma anche e soprattutto le storie, la dimensione paesaggistica e naturalistica oltre che a quella del racconto, della fantasia e dell’arte e trecentosessanta gradi è la sfida che secondo noi si deve raccogliere. Noi ci proviamo, gli sforzi saranno ancora tanti - conclude - ma non demordiamo visto che abbiamo deciso di non abbandonare questa impresa. Siamo diventati vignaioli e da allora, parallelamente alle nostre attività lontane dal campo, abbiamo riscoperto a poco a poco il profondo legame con la terra, maturando allo stesso tempo un senso di profonda gratitudine per i colori e i profumi dell’uva, e per la meravigliosa opportunità di lavorare i nostri vigneti».