Riolo Terme, ben 21 colonie di pipistrelli sulle 35 presenti in Italia «risiedono» nella Vena del Gesso

Romagna | 12 Giugno 2022 Cronaca
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Sandro Bassi - Da almeno una ventina d’anni – complici le migliorate conoscenze scientifiche e soprattutto l’aumentata sensibilità ambientale - i pipistrelli sono usciti da quell’aura negativa, vagamente funerea o iettatoria, in cui la nostra società li aveva da tempo relegati.Nessuno può più credere che si attacchino a capelli, che preannuncino sventure o, peggio ancora (è capitato nel recentissimo passato anche se per fortuna non da noi), che trasmettano i Coronavirus. Qui in Romagna, poi, c’è un’altra incoraggiante sorpresa: nel sottosuolo abbiamo le più importanti colonie a livello regionale ma in certi casi anche nazionale, soprattutto grazie alle oltre 230 grotte presenti nella Vena del Gesso e tutelate dal relativo, omonimo parco. Parco che ha recepito un fatto che avviene ogni anno ma che stavolta ci interessa da vicino: per il 2022 sono proprio i pipistrelli ad esser scelti come «animali di grotta dell’anno» secondo una campagna internazionale finalizzata alla protezione degli ecosistemi carsici e della loro vita; in particolare il miniottero (Miniopterus scheribersii), un pipistrello che alla Tanaccia di Brisighella, in varie grotte di Monte Mauro e nelle ex gallerie di cava (abbandonate per l’attività estrattiva) di Monte Tondo ha ancora le sue maggiori roccaforti, è stato designato dalla commissione incaricata, composta da Società Speleologica Italiana, dipartimenti universitari ed associazioni di ricerca faunistica.

21 SPECIE NELLA VENA
Il Parco ha quindi organizzato un doppio appuntamento con un esperto «chirotterologo», Massimo Bertozzi, che ha tenuto una prima relazione sui pipistrelli al Museo di Scienze Naturali “Malmerendi” di Faenza e farà poi una serata «dal vivo» (per vederli e ascoltarli mentre volano e cacciano) domenica 12 giugno alle 21 in piazza a Tossignano. «Prima di tutto, qualche dato – ha esordito Bertozzi al “Malmerendi” – per inquadrare questo interessantissimo gruppo animale: di tutti i mammiferi del mondo un quarto è costituito dai chirotteri (dal greco antico, con il significato di «mani ad ala»); da tempo si registra in generale un forte declino, ma in Italia il gruppo (biologicamente «l’ordine») annovera ben 35 specie (si faccia il confronto con le sole 18 del Regno Unito o con le 24 della Germania: la minor biodiversità si spiega con l’assenza delle specie mediterranee), 23 delle quali presenti in Emilia Romagna… bene, 21 di queste ultime sono segnalate nelle grotte della nostra Vena del Gesso». In Italia i pipistrelli sono tutti protetti fin dal 1939 per la loro riconosciuta azione insetticida - e a farli proteggere legalmente fu soprattutto la lotta antimalarica, quindi contro la zanzara anofele - ma a minacciarli gravemente nel tempo sono intervenuti vari fattori: alterazioni degli habitat, abuso di pesticidi, disturbo diretto e indiretto dei siti riproduttivi, costituiti appunto da grotte ma anche miniere e altre cavità, edifici abbandonati, alberi cavi. La riproduzione è piuttosto scarsa perché di norma ogni femmina dà alla luce un solo piccolo. 

COLONIE PIU’ GRANDI
«Per le grotte della Vena del Gesso esiste una mole di dati – ha spiegato Bertozzi – anche se non c’è ancora un vero e proprio censimento che potrebbe derivare solo da ricerche comparate, sistematiche, condotte con rigore cronologico e topografico visto che possiamo trovare singoli esemplari un po’ in vari periodi dell’anno ma anche colonie riproduttive d’estate e colonie svernanti d’inverno. Per queste ultime cito i 200 rinolofi maggiori del Buco del Noce sui Gessi di Brisighella, ma soprattutto gli oltre 1.300 delle gallerie abbandonate dell’ex Cava Anic di Borgo Rivola e i ben 15.000 miniotteri dello stesso sito». Questi ultimi due dati pongono un autentico dilemma, anche alla luce delle recenti prese di posizione del mondo ambientalista nei confronti della cava che in quasi settant’anni di attività ha arrecato un indiscutibile, devastante danno paesaggistico con lo squarcio di Monte Tondo ridotto ad una sorta di torsolo di mela, ma che occupa un posto preciso nella società della Valle del Senio dando lavoro diretto o indiretto a circa 120-130 persone. «Noi ipotizziamo – spiega Bertozzi - che nelle vecchie gallerie di cava si siano trasferiti quasi tutti i pipistrelli che storicamente frequentavano la ben nota “Tana di Re Tiberio” e che per ragioni ignote trovino oggi un ambiente più favorevole negli ambienti ipogei della cava stessa, beninteso ambienti non più interessati alle attività estrattive e quindi privi di presenze umane, di macchinari, rumori, polveri o di altri disturbi». Sia come sia, quella di Monte Tondo è attualmente la maggior colonia di pipistrelli in tutta l’Emilia-Romagna e anche di gran lunga perché al secondo posto c’è quella della Grotta di Onferno, sui Gessi Riminesi («solo» 2-3mila esemplari) e al terzo quella dell’ex Cava Spes di Tossignano con 600.

PROTEZIONE DELLE GROTTE
Ultimo argomento analizzato da Bertozzi quello della protezione fisica delle grotte, già attuata in alcuni casi con l’installazione di un cancello all’ingresso che lasci ovviamente passare gli animali in volo a differenza invece di eventuali umani malintenzionati (oppure pericolosi anche se «in buona fede», come nel caso dei gitanti che entravano senza controllo nella Buca delle Fate che si apre vicino ad un’area pic-nic nel Parco delle Foreste Casentinesi). E’ appunto un ente super-partes come un parco che può attuare misure del genere, riservandosi poi di autorizzare eventuali deroghe (ad esempio corsi di speleologia controllati). Del resto, anche la «nostra» Tanaccia di Brisighella sospende per tutto il periodo invernale le visite guidate interne proprio per non arrecare disturbo ai chirotteri svernanti. 
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