Riolo, passeggiate e iniziative ambientaliste «per dire no alla distruzione»

Sandro Bassi - Sono davvero tante le iniziative delle associazioni riunite «per salvare la Vena del Gesso romagnola» e che comprendono Cai Emilia-Romagna, Extinction Rebellion, Federazione Ambiente e Bici Faenza, Fed. Speleologica E/R, Legambiente e Wwf. 
Obbiettivo è, come noto, «far sì che l’attività estrattiva della cava di Borgo Rivola non si espanda come invece richiesto dalla ditta concessionaria». Si parte il 9 maggio alle 9 da Zattaglia con una camminata guidata verso Monte Mauro a tema geologico: Andrea Columbo dell’Università di Bologna illustrerà dal vivo un tratto del «Sentiero dei Cristalli».
«Ma faremo anche confronti con realtà simili alla nostra – spiega il coordinatore Massimo Ercolani – e quindi abbiamo invitato per il 21 maggio i docenti universitari Jo De Waele e Leo Piccini a relazionare sul patrimonio naturale delle grotte e sulla situazione del Parco delle Apuane, dove c’è una secolare, e problematica, attività estrattiva a carico del marmo; poi il 23 ci sarà una seconda escursione guidata sui fenomeni carsici, stavolta con partenza da Borgo Rivola e destinazione Crivellari, per vedere doline, ingressi di grotta, valli cieche e risorgenti». Poi due giornate consecutive a giugno, sabato 5 e domenica 6, con un dibattito fra tutte le associazioni che hanno aderito («e magari anche altre che aderiranno» si augura Ercolani) e che si scambieranno dati e opinioni con «Salviamo le Apuane» e il «Movimento in difesa dei Monti Lessini»; i gruppi speleologici bolognesi e reggiani interverranno per argomentare iniziative di tutela delle rispettive grotte e le passate esperienze di lotta alle cave.  Infine domenica 20 giugno si terrà la marcia-catena umana dalla chiesa di Sasso Letroso, sopra Borgo Rivola, sul crinale della Vena verso la cima San Carlo. «Sarà il presidio simbolico – conclude Ercolani - ma anche la sintesi di sensibilizzazione e di azione affinché la Vena del Gesso, ambiente naturale di assoluta unicità e candidato Unesco come patrimonio dell’umanità, non venga ulteriormente devastata dall’attività estrattiva».