Riccardo Isola - Quest’anno Alfonso Nicolardi consegnerà la fascia tricolore a chi prenderà il suo posto alla guida del Comune termale. Non c’è ancora la data per le consultazioni comunali ma il primo cittadino uscente traccia con settesere un breve bilancio della sua esperienza.
Sindaco che dieci anni sono stati?
«Molto complessi per motivi diversi. Il primo mandato è stato caratterizzato da una forte limitazione d’azione amministrativa a causa del patto di stabilità e della mancanza di risorse in generale. Il secondo, aperto con buoni auspici, si è invece scontrato, a metà, con la pandemia che ha completamente rivoluzionato strategie, bisogni e quindi risposte per la comunità. Adesso ci si mette pure la crisi energetica e la guerra in Ucraina. Direi che sono stati veramente anni difficili che hanno limitato la possibilità di regalare sogni ai riolesi».
Cosa rimane della gestione Nicolardi?
«Di una cosa vado veramente fiero. Grazie a chi mi ha aiutato in questi dieci anni, dal personale comunale agli assessori e consiglieri, siamo riusciti di fatto a quasi azzerare il debito pubblico del Comune. Quando sono entrato come sindaco ogni cittadino aveva circa 370 euro di debiti, oggi siamo sulla sessantina. Se non ci fosse stato il Covid lo avremmo azzerato tra il 2020 e il 2021».
Altro?
«Beh direi senza ombra di dubbio che in funzione di questa difficoltà finanziaria generale, comunque Riolo in dieci anni ha comunque visto netti miglioramenti in ambito del ripristino viario, del dissesto idrogeologico, è stata tra le prime realtà ad avere una rete pubblica gratuita di connettività wi-fi, ha sperimentato una rivoluzione nella raccolta differenziata dei rifiuti, sono stati realizzati importanti interventi per l’innalzamento della sicurezza pubblica urbana. Abbiamo lavorato, quindi, per migliorare la qualità della vita e del lavoro della nostra comunità»
In ambito turistico, quale bilancio può trarre?
«Se togliamo il periodo del Covid potremmo dire che Riolo stava attraversando un suo piccolo Rinascimento turistico. Grazie a uno stabilimento termale che non ha mai smesso di investire e qualificarsi, grazie anche a un potenziamento del cosiddetto turismo esperienziale, soprattutto legato al benessere e allo sport all’aria aperta, soprattutto bici e trekking, fino al 2020 abbiamo registrato performance di arrivi e pernottamenti molto importanti».
Qual è una delle cose che hanno caratterizzato quindi il suo mandato?
«Se posso concedermelo aver potuto essere presente durante i mondiali di ciclismo è stato sicuramente un evento e un momento che non potrò mai dimenticare».
Quale invece un sogno che avrebbe voluto vedere concretizzarsi?
«Purtroppo la realizzazione dell’ampliamento della nuova scuola Alberghiera ancora ferma. Un progetto strategico, che rincorrevamo da anni. I progetti e i soldi ci sono, ma purtroppo per tempistiche burocratiche, il Covid e adesso anche il caro materiali, quindi tutte cose che esulano dalla nostra competenza, difficilmente potrò vedere la posa del primo mattone come sindaco. Questo mi dispiace».
Riolo da sempre è stata in prima linea nella creazione dell’Unione faentina. Che giudizio dà a questo ente?
«Assolutamente necessario, strategico, importante per tutto il territorio. Quando sono entrato per la prima volta, di fatto l’Unione era appena stata istituita. In questi due lustri abbiamo lavorato, non senza difficoltà, per renderla efficace ed efficente. Credo che la pandemia, solo per fare un esempio, e ora le risorse del Pnrr, dimostrino come questa idea sia stata non solo lungimirante ma assolutamente positiva».
Qualche rammarico?
«Più che rammarico mi viene da pensare che questi dieci anni mi hanno visto sempre attento alle esigenze dei riolesi, a volte, purtroppo questo ha messo in secondo piano la mia famiglia. Ora rimedierò, proseguendo anche il mio lavoro in vigna».