Sandro Bassi - E’ stata presentata a Palazzo Manfredi a Faenza la nuova «Carta dei sentieri 1: 25000 Parco regionale della Vena del Gesso romagnola» e l’agile, accattivante opuscolo sulla sicurezza per camminare nel parco stesso.
Ad illustrare il tutto i funzionari dell’Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità in Romagna, ente che - come noto - comprende principalmente la Vena del Gesso, ma anche tre riserve naturali (la Frattona di Imola, Scardavilla a Meldola ed i Gessi di Onferno), il paesaggio naturale protetto della Val Conca e diversi Sic (siti di interesse comunitario) di Rete Natura 2000.
La carta (Monti editore, 8 euro) è già in commercio presso librerie, edicole, rifugi e centri visita del Parco e riporta tutta la rete sentieristica, che nella sola Vena del Gesso si estende per 149 km. «La manutenzione è affidata al Cai - ha spiegato la presidente della Comunità del parco, Marina Lo Conte – che grazie ai volontari delle sue sezioni di Faenza, Imola e Lugo garantisce percorribilità e segnatura». «La frequentazione del parco è in forte aumento - ha aggiunto il direttore Nevio Agostini - è questo in sé è un fatto positivo, tuttavia noi dobbiamo puntare ad un lavoro di qualità più che di quantità, perché si tratta di un parco naturale, non urbano, anche con ambienti fragili da un lato e coltivati dall’altro».
«Da sempre si pone il problema sicurezza – ha chiarito il responsabile del settore Fiorenzo Rossetti – e a ciò possiamo far fronte in due modi: con la prevenzione e con una efficiente organizzazione di soccorso; per la prima abbiamo provveduto a stampare un piccolo ma utile opuscolo che tratta di equipaggiamento, preparazione delle escursioni, rischi e - come comportarsi in caso di incidente -; per la seconda ci sono i volontari del Soccorso Alpino reperibili sempre e in grado di intervenire in qualsiasi punto del territorio».
In proposito sono state prodotte e posizionate 50 tabelle numerate che consentono di far conoscere all’operatore del soccorso il luogo dell’incidente, dettaglio che sembra logico ma che spesso invece l’infortunato non è in grado di comunicare, complici anche le «tracce» che l’escursionista scarica da Internet seguendole poi come un navigatore, cosa comoda ma che si rivela poi controproducente quando si debba aver un’idea completa del territorio e della propria ubicazione, possibile solo con la conoscenza dello stesso o appunto con una buona carta geografica.
Il numero da chiamare è sempre ovviamente il 118, che in un prossimo futuro sarà sostituito dall’ancor più semplice 112.