E nella classifica dei 100 comuni d'Italia per ricchezza creata dal turismo, Rimini svetta al primo posto, con un valore percentuale rispetto al totale del valore aggiunto del turismo italiano che corrisponde all’1,56% della ricchezza generata, seguita dalle venete Cavallino-Treporti (con 1,381 miliardi e ,47%), al terzo posto Bibione (San Michele al Tagliamento) con 1,323 miliardi e 1,26%, Jesolo (1,179 miliardi e 1,05%), Caorle (986.259.791), Lignano Sabbiadoro (882.412529), Lazise (834.146.349), per poi tornare in Romagna con l’ottava in classifica Cesenatico (768.416.328), Riccione (756.797.747) e, al decimo posto, Cervia (742.370.475).
Guardando la classifica dei primi trenta comuni emerge come il mare e i laghi battano la montagna non solo come attrattività, ma anche come valore aggiunto che produce in quel luogo l’economia del turismo: bisogna arrivare al 19esimo posto per vedere la prima località montana, Livigno.
Una fotografia che conferma l’importanza di più fattori come la raggiungibilità, i collegamenti con le grandi città e con le grandi arterie del turismo internazionale, le infrastrutture, la dimensione della piattaforma dell’ospitalità. Fattori sui quali Rimini ancora una volta mantiene la leadership nel panorama del turismo balneare nazionale per quanto riguarda la capacità di alimentare direttamente e indirettamente l'economia dell'ospitalità e, di conseguenza, l’economia locale in cui gli ospiti soggiornano.
Nelle prime dieci città anche Cesenatico, Riccione e Cervia.