Rientro a scuola a settembre, i prof ravennati: "Troppe incognite"

Romagna | 05 Luglio 2020 Cronaca
rientro-a-scuola-a-settembre-i-prof-ravennati-quottroppe-incognitequot
Silvia Manzani
C’è preoccupazione, tra gli insegnanti della provincia di Ravenna, per il rientro a scuola a settembre, che nonostante le linee guida del Ministero dell’Istruzione, secondo i docenti è ancora troppo denso di incognite. 

«RESPONSABILITÀ» 
Tra le voci che si sono alzate durante le manifestazioni «Priorità alla scuola» di maggio e giugno c’è quella di Barbara Mazzotti (nela foto), insegnante di filosofia e di sostegno al liceo «Torricelli-Ballardini» di Faenza: «Innanzitutto non mi pare di scorgere la possibilità di un rientro in sicurezza: la questione della salute è rimandata alle singole scuole, in nome di un’autonomia che ora fa comodo ma che non consente di gestire una questione così complessa. Servirebbe la reintroduzione delle infermerie scolastiche, qui siamo davanti a una responsabilità enorme che non si possono assumere i dirigenti». Il tema della responsabilità, per la prof, è centrale anche nel parlare di alunni speciali: «I ragazzi e le ragazze con disabilità, che con lo stop della scuola e la didattica a distanza sono stati quelli che più ci hanno perso, hanno bisogno di continuità, routine e normalità. Cosa che nemmeno stavolta verrà garantita, visto che ancora una volta gli insegnanti precari, come me, saranno nelle mani del destino e non di una pianificazione seria». E ad allarmare Mazzotti è anche la questione degli spazi: «Il fatto che gli enti locali ne debbano trovare di nuovi, in deroga, non farà che creare disparità e disomogeneità tra i territori, davanti a un diritto costituzionalmente garantito, quello allo studio. Del resto anche sulla riorganizzazione delle classi, siamo davanti a una gran confusione: grandi proclami sul no alle classi pollaio ma poi, nei fatti, non si intravede la possibilità di fare diversamente». Per la docente c’è anche un problema di tempistiche: «Mi sembra tutto molto in ritardo, probabilmente non c’è la volontà di fare le cose per bene: in fondo gli stessi finanziamenti stanziati non possono essere sufficienti davanti a un definanziamento che ci portiamo dietro da decenni». Senza contare le conseguenze a cascata: «La didattica a distanza ha portato a una disaffezione nei confronti della scuola, soprattutto da parte delle persone con fragilità. E ha pesato sulle famiglie, in particolare sulle donne. Se a settembre, parte della didattica, verrà ancora gestita così, saranno ancora una volta loro a pagarne il prezzo».

«TRISTEZZA»
Anche Luca Cortesi, docente di italiano e latino al liceo scientifico di Ravenna, è in allarme: «Se si vuole tornare a scuola in presenza e in sicurezza non c’è altro modo che aumentare personale e spazi. Il punto è che non mi sembra che si stia andando in questa direzione. D’altro canto la didattica a distanza, che potrebbe essere ancora utilizzata alle superiori, è una soluzione di comodo: il Ministero non impone di metterla in atto ma ti mette nelle condizioni di doverla comunque fare. Pensarla su metà classe, mentre l’altra metà è a scuola, è deleterio: quando si parla a dei ragazzi davanti a uno schermo si usano delle modalità e degli strumenti, l’idea di dividerli mi sembra poco fattibile. Personalmente, sono molto preoccupato per la didattica e per l’aspetto relazionale. Le incognite sono ancora troppe e tutto questo mette tristezza».

«CREATIVITÀ»
Chiedono che gli insegnanti vengano ascoltati Maria Cereti e Caterina Pinna, insegnanti alle primarie «Maria Bartolotti» di Savarna e «Garibaldi» di Ravenna, anche loro presenti alle proteste per la scuola: «La questione della sicurezza per bambini e docenti - precisa la prima - non deve diventare un motivo per ingabbiare una serie di buone pratiche, come per esempio il tempo pieno, o per andare verso una scuola passivizzante, del banco e del quaderno. Lo stesso discorso sulla divisione dei bambini in gruppi ha senso solo se non diventano gruppi di livello». Per la maestra, questa è l’occasione per riprogettare la scuola in senso lato, con spazi nuovi, outdoor education, classi aperte che rispettino i tempi di apprendimento di ognuno: «Invece ci portiamo dietro classi pollaio, edifici fatiscenti, spazi inadeguati e non progettati sulla base della pedagogia». Temi su cui è d’accordo anche la collega: «Le parole chiave sono spazio, flessibilità, trasferibilità. Gli esempi per fare scuola in modo diverso e innovativo esistono anche in Italia, basta aprire gli occhi e mettersi in ascolto di chi, la scuola, la conosce da dentro. Se dai piani alti lo faranno, se considereranno la creatività come l’altra faccia dell’intelligenza, sarà davvero il momento della svolta».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-rientro-a-scuola-a-settembre-i-prof-ravennati-troppe-incognite-n24825 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione