Ricca la produzione romanzesca degli autori romagnoli, con spunti biografici che prendono le strade narrative più varie

Romagna | 18 Dicembre 2022 Cultura
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Federico Savini
In qualche caso è fantasia lasciata scorrere a briglia sciolta, in molti altri si parte dalla vita vissuta per romanzare ciò che vale la pena condividere con altri; altre volte ancora è la Storia con la S maiuscola a reclamare l’esigenza di farsi romanzo e riflessione  sugli eventi «più grandi di nomi» e il modo in cui condizionano le nostre vite. Sia come sia, sono tanti i romanzi nuovi o pubblicati nei mesi scorsi da parte degli autori di casa nostra, validi come strenne natalizie o come contributo intimo all’arricchimento del nostro bagaglio di immaginazione.
E partiamo con i più noto. Parliamo di Eraldo Baldini, finito addirittura al fianco di Stephen King in un’antologia uscita per Sperling & Kupfer: Willie lo strambo e altre storie. Dell’inarrivabile maestro americano della letteratura dell’orrore c’è un racconto inedito in Italia e affiancato per l’appunto dagli scritti di sette autrici e autori italiani. Tra questi anche il «nostro» Baldini, già  definito «lo Stephen King italiano» e sua volta depositario della titolarità di un genere letterario, il «gotico rurale», che ha preso il nome da una sua raccolta di racconti.
Di tenore relativamente simile sono i due romanzi pubblicati in pochi mesi dall’infaticabile brisighellese Vincenzo Malavolti, in arte Vincent W.Mallory. Il recentissimo Venere Violata (Nolica) racconta di due ragazze che si conoscono a causa di una violenza subita, in momenti diversi, dallo stesso uomo. Uno spunto noir per raccontare in modo schietto il tema scabroso della prostituzione in Italia, tratto da vicende reali. Non meno inquietante il libro pubblicato qualche mese fa, Il Monaco dei Guaguanti Verdi, carrellata storica sulle origini del nazismo esoterico che immagina un complotto neonazista alla base della diffusione del Covid. In questo caso Mallory si insinua nella linea di confine tra romanzo d’invenzione e saggistica (l’aveva già fatto in passato) per indagare la paura e i suoi effetti sull’uomo.
Ci sono misteri anche alla base de L’oro dell’alpe - un mistero romagnolo, romanzo del faentino Francesco Santandrea ambientato sul nostro appennino, tra bucoliche tra valli e boschi che celano più segreti di quanti non si immagini. Pubblica Tempo al Libro, che ha dato alle stampa anche Singapore e i cristalli del cuore del faentino Michele Andrea Pistocchi, libro popolato da simboli ed energia. L’editore faentino è dietro anche al recentissimo All’orizzonte finisce la terra degli imolesi Andrea Pagani e Alex Moustapha Sarr. Una vera e propria una finestra sul mondo, in questo caso con spunti biografici protesi alla ricerca dell’identità di un protagonista contesto Africa e Francia, tra amicizia e impegno politico. Non è priamente faentino invece  Andrea Nocini, veronese che però ha dedicato un romanzo a La Dama del rione rosso, nel quale  si racconta molto del padre faentino dell’autore, Sinibaldo Nocini (classe 1922), cardiologo e pioniere della Medicina dello sport italiana, mancata - per proibizione del padre - la destra dei biancazzurri del Faenza, con militanza nel Ravenna allora in serie C. Il libro racconta del lavoro di Nocini tra l’adottiva Verona e la natìa Faenza. Sarà presentato dall’autore giovedì 22 alle 20.30 a Palazzo Laderchi.
Punta in modo ancor più risoluto sul «pallone» il volume Faenza Calcio 110 anni di storia e passione biancazzurra, che Tiziano Scardovi, figlio della ex gloria Sauro, ha scritto ripercorrendo le tappe salienti del calcio faentino in 378 densissime pagine, e che sarà presentato sabato 17 alle 11.45 al ristorante La tana del Lupo di Faenza.
Mescola invece la vita, le passioni e un genere di narrazione ai confini con il romanzesco un altro autore faentino, l’eclettico Fabio Villa, uscito quest’anno con due libri per l’editore Polaris. R come Rally approfondisce la passione di una vita, quella che ha portato Villa a colloborare con varie testate giornalistiche e a condurre il programma tv Italia Motori. Invece Via, via verso nuove, incredibili avventure. Una vita on the road è il volume di 154 pagine con il quale Villa propone racconti di viaggio come altrettante affermazioni di libertà. Anche in questo caso si tratta raccolta autobiografica di aneddoti, a volte spiritosi e divertenti, altre volte anche drammatici.
Si immerge nella Storia con la S maiuscola a bordo di una fantasia già in passato messa a servizio di vere e proprie saghe narrative l’insegnante e giornalista faentino Fabrizio Pasi, autore alcuni mesi fa di Costantinopoli. La figlia dell’impero romano (Il Ponte Vecchio), ambientato nella Siria dell’ottavo secolo e seguito, pur successivo di qualche secolo, del precedente L’orizzonte del Sogno. Attraverso una trama avventurosa e storicamente fondata, Pasi rivela l’incredibile piano dell’imperatore Leone III il Siriaco, proseguendo nella narrazione delle vicende più remote del lungo processo di dissoluzione del’Impero romano legato alle sorti mondialiste della cultura che dalla Città Eterna si è ramificata per secoli di contrasti e contaminazioni. Il tema dell’irrompere della cultura e civiltà araba nel mondo occidentale è il leit motiv di questo nuovo romanzo.
Conosciutissima a Faenza è poi Monica Zauli, curatrice del museo del padre Carlo, ceramista tra i più grandi della storia cittadina, nonché penna rifessiva, profonda e nel contempo delicata dietro a Sfalci e ramaglie, definito dall’autrice una raccolta di «frammenti autobiografici» figli anche di un profondo rapporto con la cultura e l’arte giapponese. Le vicende raccontate sono ambientate su una montagna ricoperta da una fitta foresta di criptomerie e sono tutte all’insegna delle scelte di vita e dei cambiamenti, senza dimenticare alcune parti dedicate nello specifico al rapporto tra l’autrice e il padre.
Legato al museo Zauli, anche se non faentino, è poi Piero Orlandi, che per l’editore manfredo Carta Bianca ha dato alle stampe il volume Il regalo del professore. Viaggio nelle città che cambiano, racconto di idee, luoghi, persone, città e di paesi, ambientato tra l’Emilia-Romagna e le Marche, tutto imperniato sulla ricerca della qualità urbana e paesaggistica. L’autobiografia professionale di Orlandi diventa così una  «biografia» di Bologna, nella quale anche la Romagna ha un ruolo.
Curiosissimo ma assolutamente serio e del tutto sfociante nella saggistica è poi il nuovo libro di un altro faentino, Davide Lega, che ha raccontato la Storia del pallet e del carrello elevatore - Un intreccio affascinante e indissolubile, aneddoti, personaggi e storie a partire dal 1797 dedicate a una delle invenzioni-cardine della modernità (anche se in pochi ci pensano!).
Segnaliamo infine i lavori di due autrici faentine specializzate nella letteratura fantasy e per ragazzi. Federica Francesconi ha pubblicato per Il Ponte Vecchio L’uccellino dalle piume blu, raccolta di fiabe che escono dalle regole narrative tradizionali, dando voce a un mondo assolutamente - verrebbe da dire drammaticamente - reale, quello in cui abitiamo, e che stiamo trattando non esattamente bene. Giada Baldassarri ha invece pubblicato, per In.Edit edizioni, I due fronti, secondo volume della sua saga fantasy I 4 Codici, che immagina i fratelli Blake costretti, a due anni dalle vicende narrate nel libro precedente, a prendere amare decisioni e ad affrontare i loro demoni, mentre il nemico si riorganizza.
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