Regionali, parla la consigliera Pd ricandidata Rontini: "In Emilia Romagna possiamo vincere, a Faenza serve un candidato sindaco giovane"

Romagna | 14 Dicembre 2019 Politica
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Consigliera Rontini, verso le elezioni Regionali del 26 gennaio 2020, la strada per il centrosinistra appare meno in salita dopo i 10mila di piazza Maggiore a sostegno del candidato Stefano Bonaccini. Che impressione ha lei stando sul campo tutti i giorni? Basterà al presidente uscente essersi dato una «nuova veste» civica?
«In quella piazza c’ero anch’io. Posso confermare che si respirava un’aria positiva, di grande ottimismo, la stessa che colgo tutti i giorni stando in mezzo alle persone, nei mercati, alle iniziative, visitando le aziende o incontrando l’associazionismo. Del resto, il lavoro fatto in questi anni ha portato l’Emilia-Romagna ad essere la Regione con i massimi livelli di sviluppo, una disoccupazione scesa al di sotto del 5% e una sanità d’eccellenza. Un territorio, quindi, capace di competere con le aree europee di maggior benessere. Tutto ciò ovviamente non basta e il presidente Bonaccini è il primo a saperlo. La sua non è una svolta civica, ma l’espressione del suo sentirsi ‘sindaco’ della Regione, dopo che per cinque anni l’ha percorsa in ogni angolo, andando in ogni Comune e in ogni realtà ad incontrare i cittadini e a confrontarsi con gli amministratori, che non a caso gli hanno offerto un sostegno quasi unanime. Essere costantemente presente sui territori ti porta a conoscere, ascoltare e a capire, per poi fare. Altri parlano solo con slogan generici, consapevoli di non poter citare dati e numeri che descriverebbero il buon governo dell’Emilia-Romagna».
Nel 2014 alle Regionali votò appena il 37%, anche per «colpa» di alcune inchieste sui rimborsi ai consiglieri, poi finite nel nulla o quasi. Il tema della partecipazione rimane centrale, le piazze delle «Sardine» potranno aiutare a recuperare astensionismo o no? Perché?
«Le Sardine hanno, senza dubbio, il grande merito di aver risvegliato la coscienza civica di tantissime persone. Quelle piazze strapiene ci stanno dicendo che la coesione sociale di un Paese è il primo valore da salvaguardare e che non possiamo permetterci di assistere inerti a chi vuole speculare sull’odio e il rancore, per mettere i penultimi contro gli ultimi. È una sorta di ‘ribellione’ pacifica e benefica, ma anche una scossa per i partiti di centrosinistra a volte troppo impegnati nelle proprie questioni interne. Credo aiuterà certamente la partecipazione anche di chi fino ad oggi non riteneva più l’esercizio del proprio voto uno strumento utile per dire da che parte stare».
Dopo 5 anni in consiglio regionale, lei è stata ricandidata dal Pd. Quali sono i cinque principali progetti che porta a consuntivo per il territorio faentino e provinciale? Dove si poteva e doveva fare di più? Perché?
«Sono stata relatrice del provvedimento che ha tagliato i vitalizi agli ex consiglieri e assessori regionali (gli attuali non ne hanno diritto, ndr): una norma che sicuramente non mi ha attirato simpatie tra gli addetti ai lavori, ma che abbiamo inteso come un gesto di buon senso, per provare a rimettere in sintonia la classe politica con il resto del Paese, affaticato dalla crisi economica. Poi la nuova legge urbanistica, costruita a seguito di un lungo percorso di confronto e partecipazione con i professionisti, le associazioni e gli Enti locali, che mette al centro la rigenerazione urbana per frenare la cementificazione. Il primo bando ha contribuito a finanziare la riqualificazione dell’ex caserma Alighieri a Ravenna, il Borgo Marina a Cervia, la passeggiata delle Arti a Conselice, il progetto dell’area stazione a Faenza, la realizzazione di alloggi di edilizia sociale a Bagnacavallo e la nuova ‘cittadella scolastica’ a Fusignano. Veder cambiare le nostre città, anche a seguito di un lavoro di sinergia e collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, è motivo di grande soddisfazione. Abbiamo approvato una legge che valorizza le rievocazioni storiche, come il Palio del Niballo, di cui sono stata promotrice. Da presidente della Commissione che si occupa di ‘Territorio Ambiente Mobilità’, fin dall’inizio del mandato ho lavorato sull’economia circolare, consapevole che fosse necessario cambiare il nostro modello di sviluppo, tenendo insieme competitività e sostenibilità, e sul Piano dei trasporti che inserisce la tangenziale nord di Faenza tra le opere strategiche per la nostra Regione. Sì può sempre fare di più, e noi ci candidiamo proprio per continuare a migliorare, insieme, l’Emilia-Romagna».
Per i prossimi 5 anni quali sono le priorità per lei su cui lavorare, in caso di nuova elezione?
«Nel prossimo futuro la differenza sarà tra chi riesce ad anticipare e interpretare le sfide di un mondo che cambia in fretta, e chi sarà penalizzato per non essere stato capace di farlo. Serve una svolta verde per l’Emilia-Romagna e noi abbiamo deciso di attuarla a partire dal Piano, recentemente approvato (e già finanziato con 2 milioni di euro), per ridurre e superare l’uso della plastica monouso, sostenendo la riconversione della filiera del packaging perché non si perda neanche un posto di lavoro. Un’altra priorità su cui occorre fare di più sono le risposte concrete ai bisogni delle famiglie e dei giovani. Dopo aver contribuito come Regione all’abbassamento delle rette per i nidi d’infanzia credo ad esempio sia arrivato il momento di immaginare la completa gratuità del servizio, almeno per chi ha redditi medio-bassi. Di aiuti alle famiglie e sostegno alla natalità si riempiono la bocca in tanti. Ora servono i fatti e personalmente intendo lavorarci con il massimo impegno».
Ha recriminazioni per non essere stata scelta come candidata sindaco per Faenza 2020 dal suo partito? Il centrosinistra pare faticare per trovare una candidatura all’altezza o no? Ha qualche suggerimento?
«No, nessuna recriminazione. Diverse persone che evidentemente hanno ritenuto positivo il mio lavoro in Regione mi avevano chiesto se c’era la possibilità di un impegno totale su Faenza. Amo profondamente Faenza, la mia città da quando sono nata, perciò non potevo tirarmi indietro, quanto meno a livello di una disponibilità di massima. Poi il Partito democratico della Romagna Faentina, i sindaci e gli amministratori dei Comuni mi hanno chiesto di restare in campo per la sfida delle Regionali e ho accettato con entusiasmo di affrontare questa campagna elettorale a fianco del presidente Bonaccini. Sono certa che il centrosinistra individuerà a breve una figura autorevole, capace di guidare una coalizione plurale e inclusiva con un progetto che dia nuovo protagonismo a Faenza sull’asse della via Emilia. È risaputo che non mi dispiacerebbe vedere una persona anche più giovane di me sedere a palazzo Manfredi, nei prossimi anni». (m.p.)
 
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