Ravenna, Vinicio Capossela in concerto alla Rocca Brancaleone
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Aleggiava un piccolo mistero sulla data di Vinicio Capossela di venerdì 17 luglio, alla Rocca Brancaleone, uno degli eventi più attesi dell’intero cartellone del Ravenna Festival. Il mistero era quel «Pandemonium» che l’istrionico e coltissimo cantautore aveva «battezzato» per la sua performance bizantina e del quale non si sapeva trovare traccia nella produzione recente del nostro, che in effetti nel momento del lockdown era in preparazione del tour dell’ultimo album «Bestiario d’amore». Ma proprio a causa dell’emergenza sanitaria e del distanziamento sociale quel tour è rimandato. All’autunno, se non a più tardi.
Così, Capossela ha cominciato a compilare un diario virtuale della sua personalissima quarantena, nominandolo Pandemonium, appunto, un «almanacco del giorno, che metteva a nudo le canzoni e le storie che ci stavano dietro, con le storie di una attualità apparentemente immobile, ma in continuo cambiamento».
E’ così che quindi nasce un progetto - a tutti gli effetti tecnicamente «attualissimo», per quel che può essere attuale un cantautore innamorato della storia e dell’eternità come Capossela – con questo concerto che si annuncia, più precisamente, come «Narrazioni, piano, voce e strumenti pandemoniali». Ad accompagnare il cantautore irpino ci sarà il collaboratore di lungo coso Vincenzo Vasi, geniale polistrumentista (e notevole cantante) solitamente impiegato al theremin e questa volta Dio solo sa a cosa. Questo anche perché l’evento si annuncia come un «concertato per tutti i demoni, accompagnato da strumenti musicali, che insieme evocano il Pandemonium, mitico strumento gigantesco, del tipo dell’organo da fiera, completamente costruito in metallo, pare dai sudditi del re Laurino, nel regno sotterraneo abitato da esseri di piccola statura in grande confidenza con l’estrazione mineraria».
Si annunciano insomma «ritmi e armonie da dimensione infera, primitiva, che non riescono ad elevarsi al cielo, ma sembra che piuttosto sprofondino a terra». Nel trentennale dell’avvio della sua carriera, Capossela si trova pià che mai a maneggiare un ricco «Pandemonium» di canzoni in costante ebollizione
«L’isolamento è anche silenzio, non è un vuoto che va riempito subito di succedanei - ha raccontato Capossela ad Asknews -. La socialità, lo sappiamo tutti, è un’altra cosa. Un post o una foto non sostituiscono nessun abbraccio, un concerto on line non sostituisce il fare musica insieme. Penso che sia un bene sentire la mancanza delle cose per provarne desiderio. Uno dei modi di passare questa dilatazione del tempo è passare più tempo con le canzoni. Metterle a nudo, corteggiarle un po’, ripercorrere gli incontri che hanno portato alla loro scrittura. Le canzoni sono come case già abitate in cui magari si è posata la polvere, in cui gli oggetti non vengono spostati da tempo». E chissà come nei usciranno, sul palco della Rocca Brancaleone. (f.sav.)