Ravenna, un Festival per tutte le culture in Darsena

Romagna | 09 Giugno 2017 Cronaca
ravenna-un-festival-per-tutte-le-culture-in-darsena

Ornela Hila

«Sarà un festival per tutta la città e soprattutto per i ravennati». Inizia cosi il suo racconto sul Festival delle Culture Antonella Rosetti, istruttore direttivo culturale della Casa delle Culture, nonché promotrice dell’evento che si snoderà tra centro della città e area della Darsena da venerdì 9 a domenica 11. «Non si tratta di un festival ‘degli stranieri per gli stranieri’ – puntualizza Antonella Rosetti -, ma di un evento dedicato a tutta la città, che noi auspichiamo sempre più interculturale. In queste giornate vogliamo portare all’attenzione di tutti le tematiche legate alle emigrazioni, allo scambio culturale, all'incontro e ai problemi legati ai arrivi».

Antonella ha deciso di confidare con noi anche «come si cucina» dentro alla Casa delle Culture. Come si generano le idee e come si decide, per finalizzare in ultimo un «prodotto», che sarà visibile al pubblico nei tre giorni del Festival, ma anche nel Pre- Festival.

Il tema di quest'anno è «Diritto al Futuro e l'accoglienza» ed è stato scelto in sintonia con il momento storico che stiamo vivendo. «E’ una fase cruciale, dal punto di vista storico; parliamo di tematiche che i media stanno raccontando non sempre correttamente, creando anche timore, paura, preoccupazione. Passano spesso messaggi che possono alimentare derive razziste – racconta la responsabile della casa delle Culture -. Il festival è un’occasione per raccontare e vivere la diversità culturale come un’esperienza positiva. Da 11 anni il percorso che porta alla sua costruzione del festival si è modificato». Antonella Rosetti racconta che nei primi anni la manifestazione era gestita da un direttore artistico, che aveva la cura e l'attenzione di contattare e coinvolgere le associazioni degli immigrati, per inserti nel palinsesto. Oggi non è più cosi, c'è una metodologia di lavoro che si chiama 'progettazione partecipata' e coinvolge decine e decine di persone straniere e ravennati. E’ questa l'Intercultura che hanno scelto di sviluppare alla Casa delle Culture di Ravenna.

«Il festival è quindi un ‘prodotto finito’ – racconta -, ma l’Intercultura vera è il lavoro che facciamo in ottobre, quando iniziamo a progettarlo. I gruppi di lavoro sono tanti e ciascuno ha un responsabile, un straniero che cura e mette insieme tutto ciò che si concorda durante i dibatti. Noi facciamo incontrare le teste, ragionamento insieme, secondo un processo generativo, è questo l'Intercultura».

Dietro le quinte del festival c’è quindi un lavoro enorme, con un’assemblea di oltre 50 persone. Si parte a ottobre e si chiude in giugno. «Si discute e non mancano i conflitti - rivela Antonella -. Dobbiamo cancellare anche gli stereotipi buonisti, non è vero che l'Intercultura è ‘vogliamoci tutti bene’, questa è una prescrizione impossibile. Non funziona così. L'Intercultura è fatta di relazioni autentiche e in ogni relazione umana c’è una parte di conflitto. Da qui si passa per mettere d'accordo visioni e idee. Qui non c'è nessuno che vince, vinciamo tutti!» precisa soddisfatta.

«Per questo il festival è partecipato, non organizzato a tavolino. Il senso sta tutto nella nostra pratica dell'Intercultura». Negli ultimi anni la città se n’è accorta e la partecipazione si è intensificata. Gioca a favore anche la location, perché valorizzare la Darsena è un punto a favore degli organizzatori, senza contare l'aspetto più godereccio e folclorico, che coinvolge anche il versante culinario.

A proposito delle aspettative per quest'anno, la Rosetti specifica: «Mi aspetto questo ritorno di partecipazione, una risposta positiva non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo. Per noi è importante conoscere delle nuove persone, inserirle nella prossima progettazione partecipata, creare questo circolo virtuoso e generativo».

Lavorare da tanti anni con questo festival e le persone che fanno parte lascia il segno. Per Antonella dividere il professionale dal personale è molto importante. Il festival è fatto di relazioni e incontri e per lei questo ha un profondo significato. «Lavorare sulle relazioni richiede giusta distanza, ma anche empatia e compartecipazione. Lavorare sulle relazioni è un po’ come tenere le mani in pasta all'umanità».

Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-ravenna-un-festival-per-tutte-le-culture-in-darsena-n14868 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione