Ravenna, uccide la moglie e tenta il suicidio, le associazioni femministe: "è l'ennesimo femminicidio"
“È successo ancora. E questa volta nella nostra città. La donna aveva 82 anni ed è stata uccisa dal marito a coltellate”. E' netta la condanna di Alessandra Bagnara, presidente di Linea Rosa per il femminicidio di Maria Ballardini, l'82enne uccisa dal marito la mattina del 10 marzo nel loro appartamento. L'uomo ha, poi, tentato il suicidio gettandosi dal balcone del terzo piano, ma è sopravvissuto ed è attualmente in terapia intensiva al Bufalini di Cesena.“La cultura del patriarcato ha mietuto una nuova vittima e ancora una volta è successo ad una anziana (dall’Osservatorio sul femmicidio del quotidiano la Repubblica emerge che nel 2021 il 35% delle vittime aveva più di 65 anni). I crimini contro le donne sono un’emergenza senza fine, una forma di violenza inaudita che non conosce limiti di età, etnia, religione. Unico comune denominatore: la voglia di prevaricare la vittima, privandola della propria libertà fino al gesto più estremo. Purtroppo un ennesimo caso di femminicidio, questa volta a Ravenna, che ci addolora e ci rammarica, proprio all’indomani della celebrazione della giornata della donna, dove eventi e varie iniziative ci hanno viste protagoniste sul fronte della lotta alla violenza di genere. Nulla ferma la nostra volontà di rivendicare il diritto all’autodeterminazione di tutte le donne e non ci fermiamo proprio perché vogliamo che episodi come questi non avvengano più”."Con la puntualità che ormai conosciamo, è la diciottesima vittima di femminicidio del 2022. Una ogni 3 giorni - spiegano invece dalla Casa delle Donne di Ravenna - Leggiamo sui giornali che Claudio Cognola era "provato dalle condizioni della moglie e forse anche dall'eccessivo carico che comportava la sua assistenza", pertanto le vittime sono due. Ecco, sentiamo l'esigenza di dire chiaramente che non è così. Maria Ballardini è l'unica vittima, uccisa dal marito che, con tutta la forza e tutta la violenza che gli è stato possibile scaricare sul suo corpo inerme, è l'unico responsabile. Siamo preoccupate e siamo consapevoli che dobbiamo stare attente. I femminicidi di donne anziane con problemi di salute sono in aumento, ma sono anche i femminicidi che rischiano di essere dimenticati e rischiano di essere archiviati, derubricati a tragedie famigliari di coppie anziane. Non sono mediaticamente abbastanza spendibili. Non ci sono foto né post sui social, non ci sono amanti, non ci sono denunce. Come dire che non c'è niente da dire, niente da aggiungere"."E invece - ribadiscono - questi sono i femminicidi più importanti, perchè mettono a nudo il movente di tutti i femminicidi: l'idea dell'obbligo del lavoro e del ruolo di cura delle donne che, quando viene meno, quando si esaurisce, trascina con sé la vita stessa delle donne che si trasforma in un peso insopportabile e in un problema irrimediabile. Ma il problema non è la malattia delle donne, che si ammalano come si ammalano tutti e che hanno bisogno di essere curate, come tutti. Il problema è che gli uomini si sentono e si credono proprietari della vita delle donne e, se le donne sono ammalate, le loro vite non valgono niente e non servono a niente. Per noi Maria Ballardini, chiunque sia stata, è una di meno tra noi e in più da piangere, da ricordare e da proteggere". E a chi commenta difendendo la disperazione del marito sfinito di vederla soffrire, la Casa delle Donne risponde: "Quante donne anziane si prendono cura dei mariti anziani? Quante arrivano a ucciderlo per non volerlo più vedere soffrire? Se non ce la si fa più si chiede aiuto".