Ravenna, schianto a Borello, muore il manager ravennate Marco Iannone
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Grave incidente nel primo pomeriggio del 30 aprile sulla provinciale 29 a Borgo Rose vicino a Borello nel cesenate dove il centauro 66enne Adriano Giorgi di Cesena ha travolto un gruppo di ciclisti. Il pesante bilancio e' di due morti: oltre al motociclista, anche uno dei ciclisti, il 58enne ravennate Marco Iannone. I sette ciclisti del Forum bike di Ravenna erano quasi arrivati a destinazione a Borello quando sono stati travolti dall’Aprilia Tuono 1000 di Giorgi che ha scaraventato Iannone nel fosso facendolo morire sul colpo. Anche gli altri ciclisti sono finiti a terra, uno, l’avvocato ravennate Mauro Brighi, cugino della vittima s’è procurato una frattura al gomito ed è stato portato al Bufalini dove è stato dimesso in serata. I compagni di Iannone hanno subito chiamato i sanitari, ma per l’uomo non c’era più nulla da fare. Sul posto, oltre ai sanitari del 118 anche agenti della Polizia locale di Cesena, che hanno effettuato i rilievi per chiarire le dinamiche dello scontro fatale. La vittima, manager di un’azienda di Modena aveva una grande passione per la bici e spesso usciva con gli amici per un giro sulle colline. Lascia la moglie e due figli.
La parrocchia di San Biagio l’ha voluto salutare con un messaggio sul sito web di Risveglio 2000. «Oggi lo aspettavano a un’uscita scout dove, come sempre, avrebbe cucinato per tutti. Purtroppo Marco Iannone, manager in pensione e volontario e anima di tanti iniziative di solidarietà della parrocchia di San Biagio non ci sarà. È morto ieri, a 60 anni non ancora compiuti, nel grave incidente nei pressi di Borello, che ha visto coinvolto anche un centauro, anche lui morto nell’impatto e nel quale è rimasto coinvolto anche Mauro Brighi, presidente del Mar. Smpre gioviale, con lui eri certo di farti sempre una risata – lo ha ricordato Fabio Zannoni, ex presidente di Ac e storico parrocchiano di San Biagio: -. Ironico, e soprattutto auto-ironico, sempre presente quando c’era bisogno. Era una delle famiglie, la sua, che aveva fatto tanto per San Biagio negli anni. Una grande famiglia allargata con i cognati e altri parenti, che dava anche una bella testimonianza».