Ravenna, «Rumore di acque», 10 anni dopo

Romagna | 05 Luglio 2020 Cultura
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Domenica 5 luglio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone, torna il monologo di Marco Martinelli, protagonista Alessandro Renda, musiche dal vivo dei Fratelli Mancuso

Solo, sperduto su un’isola vulcanica in mezzo al Mediterraneo, c’è un generale. È stato mandato lì per cercare di tenere i conti, per ridurre a fredda, razionale statistica l'ecatombe irrazionale di migliaia di corpi, annegati nel tentativo di raggiungere l'Europa. Ma i conti non tornano mai e i morti reclamano che si renda loro memoria. Rumore di acque, la fiaba nera firmata da Marco Martinelli, torna in scena domenica 5 luglio, alle 21.30 alla Rocca Brancaleone; torna a Ravenna Festival, dove ha debuttato nel 2010 – perché ancora, dopo dieci anni, nessuno può dirsi innocente davanti a quelle vite perdute, a quel popolo di sommersi che non abbiamo potuto, o voluto, salvare. La coproduzione con Teatro delle Albe-Ravenna Teatro – che gode del patrocinio di Amnesty International e il cui testo, tradotto in nove lingue, è stato oggetto di innumerevoli allestimenti, riprese e letture – vede Alessandro Renda, storico attore della compagnia ravennate, nel ruolo protagonista; le musiche originali, eseguite dal vivo, sono dei Fratelli Mancuso.

Rumore di acque nasce nel 2010 dalla penna del regista e drammaturgo Marco Martinelli dopo un lungo tempo trascorso in Sicilia, a Mazara del Vallo, ad ascoltare le agghiaccianti storie delle traversate che i migranti tentano dal nord Africa verso le coste italiane. “Ho scritto e diretto Rumore di acque – ricorda Martinelli – dopo alcuni anni passati in Sicilia, presentandolo poi per la prima volta all'interno di Ravenna Festival 2010. Una volta arrivati a Mazara, le notizie sui naufragi che sentivamo ogni giorno dai telegiornali presero un’altra consistenza. Quel mare era lì, davanti a noi. L’Africa la vedevamo davvero, in lontananza. Nacque in me il desiderio di ascoltare le storie dei profughi, l’idea di scrivere attorno a quella tragedia. Non sapevo cosa, sentivo di doverlo fare, punto”. Da quella necessità è nato uno spettacolo che non invecchia, innanzitutto perché non è invecchiata la storia che denuncia pur essendo cambiati governi e contesti politici.

Il generale monologante protagonista di Rumore di acque, interpretato da Alessandro Renda, è una presenza fantomatica su un’isola sperduta, una specie di "medium" attraversato, suo malgrado, da un popolo di voci e di volti che lo assediano; neanche la sua indole burocratica riesce a ridurli a mero elenco di numeri, a statistica. “Abbiamo messo in scena questo generale malefico – spiega Renda –  una sorta di fantoccio, ispirato a Gheddafi, perché denunciavamo le complicità nostre e dell’Europa che si sono, se è possibile, perfino aggravate dopo la morte del dittatore. Allora ci siamo ispirati ai lavori dei pochi giornalisti che ne parlavano e abbiamo raccolto noi stessi testimonianze. Biografie che raccontavano di traversate nel deserto, carceri libiche, morti in fondo al mare. In fondo la grande verità è che Rumore di acque racconta la storia dell’uomo a cui nessuno può sottrarsi: la natura più profonda dell’essere umano è quella di essere curioso, di muoversi, di viaggiare, non solo per necessità o per sfuggire da qualcosa o qualcuno”.

“Che cos'è la cultura, che cos'è il teatro, da Sofocle a Brecht, se non un cerchio ideale in cui l'umanità riflette sulla violenza e sulle contraddizioni drammatiche che la lacerano? – continua Martinelli – Questo a mio avviso significa prendere sul serio le parole ‘cultura’ e ‘teatro’, affrontando i nodi ‘capitali’ della propria epoca”. Il monologo, tra i più avvincenti scritti dal drammaturgo ravennate e ideato insieme a Ermanna Montanari, ha avuto grande risonanza in Italia e all'estero, assumendo corpi e lingue diverse e ne sono stati fatti innumerevoli nuovi allestimenti, riprese, adattamenti, letture e messe in scena tra festival e stagioni di teatri e centri di cultura internazionali e universitari: in Francia, in Germania, in Romania, negli Stati Uniti, da Chicago a New York all'Oregon, e poi in Brasile, in Cile e, in una singolare edizione “corale” per Mons capitale europea della cultura 2015. Il testo è stato tradotto in nove lingue (inglese, francese, tedesco, romeno, spagnolo cileno, portoghese, bulgaro, wolof e spagnolo).

Prima dello spettacolo un saluto e un’introduzione di Franco Masotti, direttore artistico di Ravenna Festival, e Marco Martinelli, insieme a Gerardo Guccini, curatore del volume appena pubblicato dove Martinelli ristampa due drammaturgie teatrali: Drammi al presente. Salmagundi / Rumore di acque (Editoria & Spettacolo, 2020, Spoleto).

Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: primo settore 15 Euro, secondo settore 10 Euro, under 18 5 Euro
L’appuntamento è in diretta streaming su www.ravennafestival.live
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