Ravenna, Rivalta (La Pieve): "Spero nell'obbligatorietà del vaccino anche per gli educatori"

«Siamo in attesa che la normativa diventi chiara per capire il da farsi. Non nascondo, però, che il mio auspicio è che la vaccinazione diventi obbligatoria anche per gli operatori, che lavorano a stretto contatto con l’utenza». Christian Rivalta, coordinatore della cooperativa sociale «La Pieve» di Ravenna, è da un lato soddisfatto che alla stragrande maggioranza del personale, che ammonta a circa 250 persone, sia stata almeno somministrata la prima dose: «Qualcuno, però, ha chiaramente fatto sapere che non vuole vaccinarsi. Non sappiamo bene ancora se il vincolo dell’obbligatorietà arriverà anche per il personale educativo, io sinceramente spero che si vada in quella direzione e che si acceleri il percorso, a livello burocratico, per la massima sicurezza di tutti». Per Rivalta, anche una volta davanti a una normativa chiara, i problemi sorgeranno: «Nel momento in cui un medico dovesse attestare che l’operatore, poiché non vaccinato, non può lavorare, ci potrebbero essere ripercussioni non di poco conto. Ciò non toglie che noi, come datori di lavoro, sentiamo la responsabilità di garantire la sicurezza di chi non si è vaccinato, così come di coloro che hanno fatto il sacrificio di vaccinarsi». Al momento, la mancata vaccinazione per tutti fa sì che sia difficile organizzare alcune parti del lavoro, come per esempio le manutenzioni che rientrano nei servizi non strettamente legati al servizio alla persona ma fortemente utili: «Siamo in un momento nel quale anche le famiglie fanno pressioni. C’è chi ha chiaramente espresso che il personale sia vaccinato. Noi, in attesa di capire, proviamo a ipotizzare quel che accadrà anche mettendo in conto di fare dei sacrifici, come assumere personale temporaneamente, per l’eventuale periodo di sospensione per chi non si vaccina. Il vaccino serve per prima cosa per chi lo riceve, ma non dimentichiamo che il beneficio che ne possiamo trarre è collettivo». (s.manz.)