Il Comune di Ravenna commemora la tragedia della Mecnavi, l'incidente che costò la vita a 13 operai tra i 18 e i 60 anni, alcuni al primo giorno di lavoro, il 13 marzo 1987, durante le operazioni di manutenzione straordinaria della nave gasiera 'Elisabetta Montanari'.
Insieme ai sindacati e ad alcune realtà culturali cittadine sono stati organizzati momenti di approfondimento che, oltre a ricordare la strage, saranno l'occasione per approfondire il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. La commemorazione dei caduti si terrà domenica 13 marzo, alle 11, con la deposizione di una corona presso lo scalone del municipio in piazza del Popolo, ma già il 7 al Palazzo dei Congressi lo scrittore Angelo Ferracuti, autore de "Il costo della vita", dialogherà con il giornalista Carlo Raggi, mentre venerdì 11 le Artificerie Almagià ospiteranno la tavola rotonda 'Diritto al lavoro sicuro' con rappresentanti delle istituzioni, magistrati e sindacalisti. La nave, ferma per lavori al cantiere Mecnavi, 35 anni fa si trasformò in una trappola: un incendio divampato nella stiva colse di sorpresa gli operai che stavano lavorando in cunicoli alti appena 90 centimetri, nei quali si potevano muovere solo strisciando. I componenti della squadra morirono per asfissia.
"Non si può stare dieci ore in quei cunicoli dove possono camminare i topi, gli uomini non possono essere ridotti a topi", disse in una dura omelia l'arcivescovo Ersilio Tonini, celebrando i funerali in Duomo.
Il processo cominciò tre anni dopo: i fratelli Enzo e Fabio Arienti, proprietari della Mecnavi, furono condannati a sette anni e mezzo (in tutto le condanne furono nove); due anni dopo in appello le condanne diventarono 13, ma la Cassazione dispose un nuovo processo di secondo grado. Nel '94 gli Arienti furono condannati a cinque anni di reclusione, ma pochi mesi dopo la Suprema Corte, ormai alla vigilia della prescrizione, rifece i conti e condannò gli Arienti a 4 anni e a pene inferiori due dirigenti.