Le aree A e B rientrano tra quelle che la Legge Quadro sulle Aree Protette consente di riscattare, mentre per quanto riguarda la restante area C, che non può per legge essere oggetto di prelazione, esistono vincoli stretti che non permettono interventi di nessun genere, anche se questa rimarrà - al momento - di proprietà privata.
“Un impegno concreto che conferma l’attenzione della nostra Regione per la salvaguardia dell’ambiente e la conservazione di habitat, ecosistemi e biodiversità di elevato pregio- afferma l’assessora regionale Parchi e forestazione, Barbara Lori-. Già nel 2012 la Giunta regionale aveva stabilito di acquisire in proprietà pubblica l’area di Ortazzo e Ortazzino, ora con l’accordo raggiunto siamo finalmente in grado di procedere, grazie a un importante investimento finanziario e a un’operazione condotta sin dal primo momento insieme alle altre istituzioni e all’Ente parco, che ringrazio”.
“Da diversi anni il Comune di Ravenna è impegnato nel tentativo di acquisire la proprietà pubblica del compendio dell’Ortazzo e dell’Ortazzino- sottolinea il sindaco, Michele de Pascale-. Come Comune di Ravenna ci siamo attivati per dare sostegno al Parco del Delta del Po nell’esercizio dell’azione di riscatto della parte più pregiata delle aree A e B, quelle che la legge consente di riscattare, partecipando all’acquisto con un contributo straordinario di circa centomila euro. Fin da subito esprimiamo la volontà dell’acquisizione a parte pubblica anche dell’area C, per la quale non era possibile attivare l’azione di riscatto. Al contempo diamo piena disponibilità a sostenere negli anni a seguito dell’acquisizione anche la manutenzione e la valorizzazione di quest’area così importante, integrandola con il resto del patrimonio naturalistico del comune di Ravenna, a prescindere dal fatto che sia in gestione al Comune stesso, allo Stato o al Parco del Delta del Po”.
“Auspichiamo che i soggetti protagonisti della vendita, avvenuta senza il rispetto dei diritti di prelazione del Parco, comprendano che l’azione di riscatto è totalmente corretta- prosegue de Pascale-. E ci auguriamo quindi che si possa al più presto acquisire la proprietà pubblica dell’intera area, aumentandone sia i livelli di tutela che di valorizzazione ai fini naturalistici. Riguardo ad alcune dichiarazioni uscite nei giorni scorsi, ci tengo a precisare che nel pieno rispetto della legge, il Parco sta azionando il proprio diritto di riscatto sulla vendita già avvenuta e ai valori ad essa riferiti- chiude-; qualsiasi ulteriore vendita che la proprietà dovesse tentare, non avrebbe alcun effetto poiché il riscatto viene esercitato dal Parco in riferimento alla prima vendita, non su futuri altri atti di cui al momento non abbiamo conferma e che non produrrebbero alcun effetto”.
"Esprimo grande soddisfazione per aver trovato un accordo con la Regione e il Comune di Ravenna per procedere con il riscatto del diritto di prelazione per l'acquisto dell'Ortazzo-Ortazzino- aggiunge la presidente del Parco Delta del Po, Aida Morelli-, un'area di eccezionale valore naturalistico e paesaggistico, gioiello del territorio del Delta del Po che, nonostante i vincoli esistenti tutelassero già in modo assoluto, entrerà finalmente a far parte del patrimonio pubblico, così da permetterci di migliorarne ulteriormente lo stato di conservazione".
L’oasi di Ortazzo e Ortazzino sviluppata su una superficie di quasi 500 ettari, che coinvolge anche una parte della pineta di Lido di Classe, rappresenta una delle più belle e più selvagge aree del Delta del Po. Suddivisa in tre zone denominate con la classificazione A, B e C, sottoposte a vari gradi di tutela, una zona A “di protezione integrale”, una zona B “di protezione generale” e una zona C “di protezione ambientale”, è stata soggetta a un tentativo di lottizzazione tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, poi bloccato dalla magistratura. L’area è stata a lungo oggetto di tentativi di acquisto da parte degli enti locali, senza tuttavia che vi fosse disponibilità da parte della società privata proprietaria.
A marzo 2023 ne è stata effettuata la compravendita da privato a privato, nonostante l’Ente Parco vantasse diritto di prelazione, procedura che consente all’Ente gestore del Parco di richiedere il riscatto di esercizio di tale diritto entro un anno dalla data di compravendita, quindi febbraio 2024.