Ravenna, Pupi Avati, premiato dal Nightmare, racconta il nuovo film su Dante

Romagna | 06 Novembre 2021 Cultura
ravenna-pupi-avati-premiato-dal-nightmare-racconta-il-nuovo-film-su-dante
Elena Nencini
Un omaggio a colui che è considerato il maestro del Gotico padano: sabato 6 novembre il Nightmare Film Festival consegnerà, virtualmente alle 21, il premio «Anello d’oro special edition» al regista Pupi Avati, che sarà presente con un contributo video. A seguire sarà proiettato un classico del 1976 del maestro bolognese: La casa dalle finestre che ridono.
Regista, sceneggiatore, scrittore e produttore cinematografico, Pupi Avati è uno dei maggiori protagonisti del panorama artistico e cinematografico italiano di oggi. Regista instancabile,  periodicamente torna a cimentarsi con il cinema horror, dando vita a quello che viene appunto considerato il «gotico padano», fatto di orrore intimo e personale, che denuncia la tragicità del presente e rimpiange un passato perduto. Tra i film girati dal maestro in Emilia-Romagna   ricordiamo almeno Zeder, La casa dalle finestre che ridono, L’arcano incantatore, Il Signor Diavolo.
Avati, lei viene considerato il maestro di un genere definito «gotico padano». Ci si riconosce?
«La definizione, come “gotico rurale”, è di Eraldo Baldini; mi sembrava pertinente alla nostra terra, che non aveva mai legittimato la produzione di film e letteratura di questo genere. Era un modo diverso di vedere l’Emilia-Romagna, considerata paciosa, solare e rassicurante,  sottolineandone gli aspetti più oscuri, più in ombra. Una terra segnata da quell’inquietudine che nell’infanzia mi è stata trasmessa dalle favole contadine».
A Ravenna, al Nightmare Fest, verrà proiettato La casa dalle finestre che ridono, celebre per le atmosfere inquietanti e sospese legate alla Bassa e alle paludi. Quali sono quelle che ricorda con più intensità?
«Fu un film che non aveva nessuna ambizione, fatto solo per lanciare una società di produzione a bassissimo costo. Era un film di genere, l’horror, che all’epoca si praticava molto. Fu un piccolo successo e riuscimmo a dare il via a questa piccola società, ma nessuno avrebbe immaginato che il film sarebbe rimasto nella storia del cinema».
Perché ha scelto spesso le ambientazioni dell’Emilia-Romagna?
«Le scelgo tutte le volte che ho a che fare con la paura, le inquietudini. Prediligo la zona della bassa del Po, delle campagne padane. Sono meno contaminate, più suggestive, legate al mistero».
«Zeder» è stato girato nella colonia di Milano Marittima, tra morti resuscitati e decapitazioni. Cosa l’ha colpita del luogo?
«Era una provocazione ulteriore quella di vedere nella riviera romagnola - simbolo di festosità, di gioia, di divertimento, di spiagge assolate - anche l’aspetto inquietante della colonia Varese, che ci spaventava così tanto da bambini. Un vero scheletro che sovrastava la riviera. Lo feci per cercare di testimoniare la continuità romagnola con il terrore di quel luogo, dove - nel fim - seppellivano i morti e c’era il mistero di questi terreni K, in grado appunto di resuscitare i morti».
Prova paura quando guarda i suoi film?
«Io mi spavento quando li scrivo. Per essere convincente devi aver paura anche tu. E’ una cosa che viene dalla mia infanzia: in tutte le culture contadine c’è un potenziale di orrore e di spavento, la paura viene dalle favole e dalla religiosità arcaica, dove ci sono eccome componenti di quel tipo. La favola contadina mi ha insegnato ad avere paura di molte cose».
A Ravenna è legato anche il suo ultimo lavoro su Dante, che atmosfere ha prediletto?
«Dante mi ha colpito naturalmente per la poesia, della quale sono un cultore, così come della musica. E non c’è poeta più eccelso di Dante. Trovavo disdicevole che il cinema italiano non avesse mai dedicato un film a questo prodigio. Dopo 20 anni finalmente ci siamo riusciti. Per quello che mi riguarda, è una prova di orgoglio. E lo è anche per mio fratello Antonio, che lavora con me da tanti anni. C’era una sorta di diffidenza nei riguardi di Dante Alighieri»
Come sarà il suo Dante?
«Un ragazzo. Mi sono innamorato di lui non tanto leggendo la Divina Commedia, ma La Vita nuova, questo suo diario della storia d’amore con Beatrice, che potrebbe essere un’opera contemporanea».
Dove ha girato il film?
«Tra Umbria, Marche, Toscana, Emilia Romagna e Roma. L’Umbria è la regione in cui il medioevo è più intatto e lì abbiamo realizzato più scene. Invece a Firenze non abbiamo girato nessuna scena, perché del Medioevo è rimasto poco o nulla. A Ravenna i mosaici e la pineta sono due location obbligatorie per la storia di Dante, che pare si sia ispirato proprio a queste due zone per il Paradiso».
Quando uscirà nelle sale?
«Tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2022. Adesso è ancora in post produzione».
Compila questo modulo per scrivere un commento
Nome:
Commento:
Settesere Community
Abbonati on-line
al settimanale Setteserequi!

SCOPRI COME
Scarica la nostra App!
Scarica la nostra APP
Follow Us
Facebook
Instagram
Youtube
Appuntamenti
Buon Appetito
Progetto intimo
FuoriClasse
Centenari
Mappamondo
Lab 25
Fata Storia
Blog Settesere
Logo Settesere
Facebook  Twitter   Youtube
Redazione di Faenza

Via Severoli, 16 A
Tel. +39 0546/20535
E-mail: direttore@settesere.it
Privacy & Cookie Policy - Preferenze Cookie
Redazione di Ravenna

via Arcivescovo Gerberto 17
Tel 0544/1880790
E-mail direttore@settesere.it

Pubblicità

Per la pubblicità su SettesereQui e Settesere.it potete rivolgervi a: Media Romagna
Ravenna - tel. 0544/1880790
Faenza - tel. 0546/20535
E-mail: pubblicita@settesere.it

Credits TITANKA! Spa
Setteserequi è una testata registrata presso il Tribunale di Ravenna al n.457 del 03/10/1964 - Numero iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione:
23201- Direttore responsabile Manuel Poletti - Editore “Media Romagna” cooperativa di giornalisti con sede a Ravenna, Arcivescovo Gerberto 17.
La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs. 70/2017 (ex L. 250/90).
Contributi incassati

settesere it notizie-romagna-ravenna-pupi-avati-premiato-dal-nightmare-racconta-il-nuovo-film-su-dante-n31419 005
Licenza contenuti Tutti i contenuti del sito sono disponibili in licenza Creative Commons Attribuzione