Ravenna, pulizie e vigilanza: "Molto stress ma il personale regge"

Silvia Manzani
Corrado Pirazzini, presidente di Copura, in questo periodo di emergenza Coronavirus preferisce non esporsi. Ma la sua direzione ha diffuso una grafica per ringraziare le operatrici e gli operatori impegnati in prima linea negli ospedali: «Oggi, come non mai, le attività di sanificazione sono fondamentali per la salute di tutti noi. Grazie per la serietà, al professionalità e lo spirito di sacrificio profuso». Anche Alessandro Gardini, direttore di Colas Pulizie Locali, è dello stesso parere: «Nel Ravennate abbiamo circa 400 dipendenti, che hanno immediatamente capito la situazione, rimboccandosi le maniche e mettendosi a disposizione per lavorare più ore e più intensamente. A loro va il mio ringraziamento, sappiamo benissimo che la sera tornano a casa da figli e genitori e che possono, quindi, vivere questo momento con paura». Si respira stress, certo, nella gestione del personale: «Nel giro di poco il lavoro è molto aumentato. Ci sono posti dove facevamo un passaggio al giorno mentre adesso ne facciamo tre. E anche se non puliamo gli ospedali, siamo comunque in diverse strutture sanitarie come il Cmp di Ravenna, il Punto di primo intervento di Cervia, il Sert, il Simap e altri ambulatori decentrati, così come in molte case di riposo per anziani. Un incremento grosso lo abbiamo avuto anche in aziende e industrie, dove non è più sufficiente pulire ma bisogna sanificare con prodotti specifici e utilizzando i dispositivi di scurezza. Senza contare che la squadra da dieci persone alla quale prima ricorrevamo per lavori grossi, come poteva essere l’apertura di un ristorante, ora è molto impegnata negli interventi mirati di sanificazione». Per alcune persone che lavoravano nelle scuole o in luoghi della cultura, come i musei, sono invece stati attivati gli ammortizzatori sociali: «Non si tratta di molti casi, in realtà, così come in poche situazioni ci è stato chiesto di ricorrere al congedo parentale». 
Anche Colas Vigilanza sta vivendo un periodo non facile: «Il carico è cresciuto notevolmente  - spiega il direttore Andrea Avellone - perché nonostante la chiusura di alcuni servizi ordinari, ne sono nati di straordinari, come per esempio la misurazione della temperatura all’ingresso di grandi stabilimenti industriali e alimentari. Si tratta di un lavoro in primissima linea al quale però le nostre guardie hanno risposto bene: in generale, notiamo un forte senso civico che  ha portato a comprendere come ognuno debba fare la propria parte e prendersi il proprio pezzetto di responsabilità». Visto che non è stato possibile ricorrere a nuove assunzioni perché, per formare le persone e preparare la documentazione, ci vogliono mesi, ferie e permessi al momento sono stati eliminati: «Tutti, inoltre, fanno straordinari, per fortuna reggendo molto bene il colpo». La compensazione di tutto questo è che il lavoro notturno è semplificato: «In giro non c’è quasi nessuno e controllare allarmi e aziende chiuse è meno gravoso. D’altro canto, stiamo inserendo alcune figure nuove non armate: si tratta di portieri che ci vengono sempre più richiesti. Ci stiamo organizzando perché questo tipo di domanda, nei mesi a venire, aumenterà».