Ravenna, Pug, la posizione di Legambiente: «Premesse migliori rispetto a quanto fatto in passato»

Romagna | 13 Novembre 2021 Cronaca
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Federica Ferruzzi
Se guardato attraverso la lente data dagli strumenti urbanistici, secondo Legambiente il Pug che l’assessora Federica Del Conte sarà chiamata a presentare entro l’anno è caratterizzato da «premesse migliori rispetto a quanto fatto in passato» come spiega il responsabile dell’associazione ravennate Lorenzo Mancini -. Rimangono, però, alcuni crucci, come i tanti ex articoli 18 ancora in essere o quegli interventi che, ritenuti opere strategiche, esulano dai vincoli che impediscono il consumo di suolo pubblico».  Negli ultimi anni rappresentanti di Legambiente hanno preso parte al percorso partecipativo istituito dal Comune sull’istituzione del piano e, da ultimo, hanno incontrato l’assessora riscontrando una volontà diversa da parte dell’Amministrazione rispetto alle priorità che il documento doveva perseguire. «Le premesse avanzate dal Comune sono positive rispetto al passato: si percepisce un cambiamento dovuto al fatto che non siano previsti nuovi terreni edificabili e quelli che decadranno da vecchie pianificazioni diventeranno agricoli. Certo, è spontaneo dire che forse non è rimasto più nulla, per questo non ne sono previsti di nuovi - scherza Mancini -, ma pare che la direzione voglia essere questa. Ora il vero problema è quello di mitigare una trentina circa di ex articoli 18 che sono ancora in piedi e di arginare i danni che potranno fare. Potrebbero, ad esempio, essere utili garanzie o vincoli da parte del Comune per fare in modo che determinati terreni rimangano agricoli, in modo da dare continuità con quanto deciso indipendemente da chi verrà tra cinque anni». L’altro tema a cui Legambiente guarda con interesse è quello delle grandi opere commerciali. «In proposito – spiega Mancini – l’assessore regionale ai Lavori Pubblici, Andrea Corsini,  sta ragionando insieme ad Anas per ampliare e migliorare le strade di collegamento con il porto. I lavori che ne scaturiranno saranno un esempio concreto di consumo di suolo a tutti gli effetti. Per questo riteniamo che un dibattito politico su queste opere e sulla logistica debba continuare ad esserci». Guardando alla rigenerazione urbana, Mancini prosegue: «qui gli obiettivi sono importanti e condivisibili, purchè l’attività non venga coordinata da privati. Pensiamo ad esempio all’area dell’ex Amga, all’inizio di via di Roma, dove l’intervento annunciato mesi fa prevede la costruzione di un supermercato, aspetto che si rivelerebbe problematico anche per la viabilità, oltre che per il fatto di avere un’ulteriore struttura commerciale a ridosso del centro storico». Nel libro dei sogni di Legambiente rientra inoltre la volontà di destinare aree e superifici ad impianti per le rinnovabili, «dando la priorità alle zone degradate, tra cui ad esempio l’ex Sarom», e la costituzione di un osservatorio permanente. «In proposito - precisa Mancini - avevamo avanzato la proposta esplicita di organizzarne uno per monitorare il consumo di suolo, ma alla fine l’idea non è stata presa in considerazione. Siamo consapevoli che gli uffici tecnici siano in difficoltà nel gestire tutte le richieste e quindi ulteriori pezzi di lavoro per creare una pianificazione organica, e che tutto questo non sia possibile se non ci sono risorse adeguate che lo permettano, ma riterremmo utile il poter costruire uno spazio di dibattito aperto sulla parte politica e su quella tecnica al fine di rivedere le priorità e re-inquadrare i progetti. I gruppi di lavoro, i workshop che sono stati messi in piedi in questi anni si sono rivelati strumenti utili per raccogliere esigenze diverse e partire da una base di cui tenere conto, ma riteniamo sia necessario un osservatorio». 
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