Ravenna, progetto sociale «Il Piatto sospeso», il coordinatore Chiarini: «Ben +40% nel 2021»

Il 2021 si è chiuso con +40% per l’iniziativa Piatto sospeso, un’operazione di contrasto alla povertà alimentare nata dalla collaborazione fra i comitati di Ecologia di Comunità e RavennaFood che raggruppa le imprese gastronomiche di qualità (ristoranti, gastronomie, produttori). Infatti se nel  2020 i piatti sospesi erano stati 2000 nel 2021 sono arrivat – nonostante le chiusure causate dal covid - a quota 2805. Il piatto sospeso prevede che un cliente acquisti uno o più buoni da 10 euro che si tramutano in un’unità alimentare per una delle mense sociali, come in “sportine della spesa” o come pasti. Collaborano al progetto tra gli altri la cooperativa Stadera, il Villaggio del Fanciullo, la coop Il Solco, il Villaggio Globale, Slow food.
Franco Chiarini, coordinatore dell’iniziativa spiega: «i buoni emessi nel 2021 dalla rete RavennaFood sono 961, le consegne di sportine di prodotti e di pasti alle mense (Re di Girgenti, Caritas, Mensa di Fraternità San Rocco) sono state 1.415. A queste si aggiungono consegne a situazioni di emergenza abitativa, consegne al progetto Crescita e al progetto Housing First.
Il 2022 doveva essere l’anno della verità per questo progetto, ma gli strascichi della pandemia si fanno ancora sentire, come spiega il coordinatore.
Chiarini come sta andando il 2022?
«Siamo nati alla vigilia del Covid con tutti gli alti e bassi causati dalla pandemia e dalla chiusura dei ristoranti. Volevamo mettere in moto un meccanismo ‘ a somma positiva’ - alimentato dalle donazioni di clienti di ristoranti, produttori e negozi di qualità del ravennate tramutati in pasti o prodotti  - in un periodo difficile dal punto di vista sociale ed economico. Con un po’ di ottimismo pensavamo che il 2022 sarebbe stato l’anno della verità, ma la situazione covid ha creato ancora dei problemi: oggi l’impresa ristorativa si trova di fronte a molte incertezze. C’è ancora la coda del virus, il problema della gestione del personale, i rincari delle materie prime e e delle bollette, mentre il turismo internazionale ancora non è tornato in città. Il ristorante è il polmone de ‘Il Piatto sospeso’, stiamo cercando di riprendere a pieno ritmo».
Perchè siete partiti proprio da Ravenna per questa iniziativa?
«E’ l’unica città, in campo nazionale, dove ci sono due realtà adatte: Ravennafood con ristoratori e produttori interfacciati e Ecologia di comunità, vocata al contrasto della povertà alimentare. Il Comune tramite l’Assessorato alle Politiche Sociali con lo strumento dei Piani di Zona finanzia in parte il progetto ma solamente per i costi di organizzazione, grafica, stampa e di comunicazione che non superano comunque complessivamente il 15% del ‘bilancio’ (tenendo che alcune spese sono di investimento che quindi non si effettueranno negli anni successivi)».
Prossime iniziative?
«A marzo abbiamo aperto una nuova collaborazione con il Ravenna calcio che ci ha dato la possibilità di avere due postazioni allo stadio durante la partita, per una raccolta fondi che ha ‘regalato’ un centinaio di pasti per i profughi ucraini. Il prossimo appuntamento sarà lunedì 20 giugno alla mensa di San Rocco dove sarà l’occasione per incontrarci con i fruitori del servizio, il presidente dell’Associazione Antonio Fantini e altri ospiti per vederci in faccia tutti. Queste operazioni non possono  essere solo un astratto. (e.nen.)