Ravenna, parla il sindaco De Pascale a due mesi dal voto: «Tanti incontri per ascoltare i cittadini; scuola, i genitori devono vaccinare i figli»
![ravenna-parla-il-sindaco-de-pascale-a-due-mesi-dal-voto-tanti-incontri-per-ascoltare-i-cittadini-scuola-i-genitori-devono-vaccinare-i-figli](/inc/scripts/crop.php?img=https://backoffice3.titanka.com/verticalizzazioni/4897/254/upload/1627900371_depa-manuel.jpeg&w=420&h=248)
Manuel Poletti - «Bene il premier Draghi sulle vaccinazioni, il Green Pass obbligatorio deve investire anche il mondo del lavoro e della scuola, non solo la sanità. Spero che almeno il 90% degli studenti sia vaccinato per l’inizio delle lezioni, non possiamo più permetterci un giorno di Dad. Tutti i genitori devono fare la loro parte, il diritto alla salute che in questo caso si concretizza col vaccino vale anche per i minorenni».
Il sindaco uscente di Ravenna, Michele De Pascale, in campo già per il bis con un’ampia coalizione di centrosinistra che vede come perno il Pd e arricchito da numerose liste civiche, risponde ai principali interrogativi che aleggiano su questa estate 2021 pre elettorale, caratterizzata ancora dagli effetti della Pandemia da Covid-19. In «corsa» anche altri 8 candidati sindaci (3 di estrema sinistra, 1 no vax e 4 di area centrodestra, vedi box).
De Pascale, la sua campagna è entrata nel vivo. Venti incontri in due mesi, la «Movimentazione civica» c’è stata?
«Abbiamo voluto iniziare la campagna elettorale in maniera poco ardotossa, ascoltando la comunità con una ventina di appuntamenti in tanti luoghi del territorio, affrontanto tante tematiche diverse. Al contrario gli altri candidati non hanno ancora svolto alcun incontro in presenza. Noi abbiamo chiesto consigli, ascoltato critiche e preso appunti. Non abbiamo chiesto a chi partecipava per chi avrebbe votato. Abbiamo messo a sistema un metodo di governo, prima l’ascolto poi il programma. Continueremo così».
Che idea si è fatto dei tanti avversari? Per ora dei programmi e delle liste ben poco si sa…
«Tre sono dell’estrema sinistra, con cui posso condividere solo alcuni valori di fondo come l’antifascismo, altri quattro fanno riferimento al campo del centrodestra con sfumature diverse. L’aspettativa della Lega è quella di guardare tutti con arroganza e all’eventuale ballottaggio tutti dovranno convergere sul suo candidato. Collocherei anche a destra il candidato dei No Vax, visto le ultime battaglie intraprese. La cosa certa è che noi del centrosinistra vogliamo vincere subito e bene al primo turno».
Il suo vanto principale: Hub Portuale, progetto esecutivo entro luglio, ci siamo. Un sospiro di sollievo dopo molto lavoro. Tanti e diversi i meriti o no?
«Cinque anni fa tutta la campagna elettorale era stata fatta contro di me sul progetto che sembrava essere andato perso e il Porto così era destinato al declino. Oggi, 5 anni dopo, il quadro è molto diverso. Il progetto entrerà presto nella sua parte esecutiva, il porto di Ravenna è l’unico certo che entrerà anche nei finanziamenti del Pnrr, la fase 2 in questo modo verrà finanziata. Abbiamo lavorato insieme, dal Comune all’Autorità portuale, dalla Regione alle associazioni economiche, i sindacati (e il determinante ruolo nel 2018 dell’allora ministro Delrio, ndr)».
Morti sul lavoro, una piaga che non si riesce ad eliminare. Oltre agli slogan del giorno dopo «Non deve succedere mai più», come si può intervenire? Sulla sicurezza dei cantieri sarebbero necessarie norme più rigide e almeno controlli più serrati?
«I piani sono due: quello della legalità, in materia di sicurezza per il lavoro, le normative sono arrivate sempre in ritardo e dopo lutti. Dalla Mecnavi alla Thyssen, queste tragedie determinarono l’evolversi della legislazione fino a quella attuale. Le norme di oggi non sono ultra restrittive, quindi vanno rispettate fino all’ultima virgola. Chi deve fare i controlli lo deve fare in maniera ben determinata, non ci possono essere sbavature. Detto questo, il nostro obiettivo deve essere il rischio zero, pur essendo un obiettivo molto difficile da raggiungere, deve rimanere ben chiaro nel nostro agire. Per questo dobbiamo andare oltre la legge, tramite una formazione continua, con il lavoro degli Rls generali e di sito per quanto riguarda il porto, fare analisi su analisi sulle tipologie d’infortuni. Dobbiamo spingere l’asticella dell’attenzione sempre oltre la legge».
Agosto 2021 verrà ricordato come quello del Green Pass. L’appello del premier Draghi sulle vaccinazioni è stato molto chiaro. Esiste un pericolo di scontro sociale fra favorevoli e contrari? La fascia intermedia d’indecisi come va incentivata?
«La stragrande parte dei cittadini si fida della scienza, si è vaccinata, rispetta le procedure e vede con orrore le posizioni oscurantiste dei No Vax. In mezzo fra chi va in piazza e chi è andato di corsa a vaccinarsi, c’è una fascia di popolazione che normalmente andrebbe convinta, ma che in una fase come questa va anche incentivata. Bisogna accompagnarla, spingerla al vaccino. Per l’ultima parte di popolazione recalcitrante si dovrebbe arrivare all’obbligo, penso che anche sul tema del lavoro si debbano prendere misure stringenti. Ad esempio, serve il Green Pass per andare al ristorante e il cuoco non lo deve avere? Così non va bene. Un altro esempio, quando andiamo da un barbiere o da una parrucchiera dobbiamo avere il diritto di sapere se l’operatore che ci segue è vaccinato o no. Sulle cure dobbiamo mettere tutti nelle stesse condizioni, quindi anche i No Vax devono riceverle».
Il capitolo più delicato è ancora quello della scuola, che si appresta a ripartire a settembre col rischio della Dad. Come scongiurarlo?
«Non possiamo più permetterci un altro solo giorno di Dad per i nostri ragazzi e le nostre ragazze. Dovremo arrivare a settembre con più del 90% degli studenti con il Green Pass, oltre agli insegnanti completamente vaccinati. E poi c’è un altro tema da affrontare, che rischia di essere impopolare, ma va evidenziato: ha diritto un genitore di non vaccinare un figlio? A mio avviso no, un genitore non può fare del male al proprio figlio e non vaccinarlo corrisponde a questo per il diritto alla salute. Per me dovrebbe esserci una condotta quasi penalmente rilevante, soprattutto rispetto ai figli minorenni».