Ravenna, parla Fantini (ass. S.Rocco): «25 volontari impegnati nelle attività, dalla mensa al dormitorio»

Elena Nencini
25 volontari, tante attività, dal dormitorio alla mensa, sono il cuore di una parrocchia attiva come quella della chiesa di San Rocco. Antonio Fantini è il presidente dell’associazione di volontariato San Rocco, che ruota intorno alla chiesa omonima, una sorta di istituzione creata da don Ugo, da sempre impegnata in attività sociali di vario genere. Attuale parroco della chiesa è don Paolo Szczepaniak. Fantini principalmente si occupa della Mensa di fraternità, ma non solo.
Fantini, quanti sono i servizi offerti alla comunità?
«La mensa mette a disposizione 100 pasti a mezzogiorno e altri 100 la sera, di cui un 40% è da asporto, da mangiare insieme a familiari che spesso non possono muoversi da casa, il restante viene consumato qui». 
Per la mensa come reperite il cibo?
«Abbiamo 25 volontari tra mensa e dormitorio che ci aiutano, due volte a settimana prepariamo i pacchi alimentari, la maggior parte ci viene data dal Banco alimentare, mentre una parte arriva da 4-5 supermercati che ci danno i prodotti a breve scadenza. Anche alcuni fornai della città ci mettono a disposizione il pane avanzato in tarda mattinata».
E’ aumentato il numero di persone che si rivolgono alla mensa?
«E’ un anno che va sempre crescendo il numero di coloro che si rivolgono a noi. Già con l’emergenza Ucraina venivano più persone, ma adesso con l’aumento delle bollette e i rincari della spesa chi ha la pensione minima, ma non solo, è proprio in difficoltà. C’è chi ha perso la casa o il lavoro e poter risparmiare sui pasti è un grande aiuto. Il nostro servizio è dal lunedì al sabato, la domenica è aperta la mensa di Santa Teresa».
Quali altri servizi avete?
«Il servizio docce è momentaneamente sospeso perché abbiamo avuto problemi con le caldaie, ma a Santa Teresa è possibile usufruirne. Poi c’è il dormitorio gestito da suor Maria Giovanna (vedi box), mentre suor Piera, che è infermiera, fa assistenza sanitaria a domicilio. Due giorni alla settimana c’è il servizio di accoglienza. Per fortuna abbiamo una convenzione con il Comune per il dormitorio, partecipiamo inoltre a un progetto con la Cassa di Risparmio, e poi ci sono le famiglie che fanno donazioni. Anche se quest’anno la crisi si fa sentire. Se prima regalavano 300 euro adesso la difficoltà, i problemi valgono per tutti». 
Quando è nata l’associazione?
«L’associazione è nata nel 2002, grazie a don Ugo, di cui stiamo seguendo le tracce, ma sono cambiate molte cose perché è necessario rendicontare tutto. Io sono molti anni che lavoro come volontario è un lavoro molto impegnativo, dal 2015 l’affluenza ai nostri servizi è triplicata, in particolare per la mensa».
Avete anche una scuola di italiano?
«Abbiamo anche un servizio di insegnamento dell’italiano agli stranieri, tutti i giorni dal lunedì a venerdì, con due aule, ci aiutano due-tre volontari che vengono a fare lezione dalle 15 alle 17.30, ci sono parecchi minori, ma anche adulti. Al nostro servizio si appoggiano anche il Villaggio del Fanciullo e altre strutture con minori, ogni aula ospita circa 20 persone. Abbiamo avuto una terza aula quando sono arrivati i primi ucraini. Adesso vengono pachistani, somali, ucraini, afghani, un po’ tutte le nazionalità. Inoltre abbiamo suor Piera, un’infermiera che tutti i giorni, fa le urgenze, ma, essendo suora, si occupa sia del corpo che dello spirito portando anche la comunione».