Ravenna, Parla Chiarini, il referente del progetto "Piatto sospeso" per la lotta alla povertà alimentare
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Federica Ferruzzi - Sono oltre quindici, tra ristoratori e produttori, i partecipanti al progetto «Piatto sospeso» promosso da Ravenna Food/Cheftochefemiliaromagnacuochi ed Ecologia di Comunità per contrastare la povertà alimentare. «Sono ristoranti, negozi e produttori associati a Ravenna Food - spiega il responsabile Franco Chiarini - il cui carattere distintivo è la qualità. Ognuno di loro si interfaccia con una mensa sociale e non è solo un fatto organizzativo, ma anche un elemento di comunione, di fraternizzazione, di conoscenza». I ristoratori che al momento partecipano sono quelli di: Alexander, Akâmì Casa&Bottega, Darsena PopUp, Az. Agr. Pelloni di Glorie di Mezzano, Babaleus, Bagno Oasi di Punta Marina, Coop. Stadera, Cucina del Condominio, Laboratorio 81, La Fornarina Akamì, L’Insolito di Russi, Molinetto, Piadineria Mosaico, Radici, Villaggio del Fanciullo, Gastronomia Miccoli, Mercato Coperto. In questi locali, sia pranzando direttamente, sia acquistando piatti da asporto che ordinando pranzi «a domicilio», si possono acquistare buoni da 10 euro per offrire pasti alle persone dei centri e delle strutture di accoglienza de «Il Re dei Girgenti», Caritas diocesana, mensa della Fraternità a San Rocco, «Ora e sempre Resistenza» di Piangipane e cooperativa «Progetto Crescita» di via Oriani, tutte impegnate nel contrasto alla povertà alimentare. Lo stesso vale per i produttori aderenti. «In questo modo ci guadagnano tutti - osserva Chiarini: - chi offre 10 euro, il ristoratore che incassa e la mensa, a cui arriva il prodotto di qualità». L’individuazione dei destinatari dei «piatti», oltre a quelli residenti nelle strutture d’accoglienza cittadine, viene effettuata grazie alle segnalazioni dei Servizi sociali del Comune. Proprio col Comune, Ecologia di Comunità, progetto supportato da diverse associazioni cittadine, sta portando avanti un percorso che culminerà nell’apertura, anche a Ravenna, delle cucine popolari, rete di mense dedicate ai meno abbienti create a Bologna da Roberto Morgantini.
A credere nel progetto del «Piatto sospeso» è anche Matteo Salbaroli, chef ravennate che ha appena aperto un nuovo locale in città, Laboratorio 81. E proprio per l’inaugurazione Salbaroli ha scelto di proporre «il cappelletto della domenica da asporto» al costo di 10 euro da devolvere al progetto. Un’iniziativa che ha permesso di raccogliere oltre 2500 euro. «Un successo enorme - ha dichiarato Salbaroli - che mi riempie di orgoglio: un forte segnale di sensibilità da parte di tutti i nostri concittadini che hanno risposto alla nostra chiamata di solidarietà. Un gesto non scontato in questo particolare momento. Insieme ai miei colleghi soci di RavennaFood continueremo a promuovere l’operazione in tutte le nostre attività».