Ravenna parla Caroli del movimento Sardine: "Non faremo un partito, ma stimoleremo su temi la politica"

Damiano Ventura - C’è un tempo per riempire le piazze di mezza Italia e un tempo per discostarsi dai riflettori dei media e della politica. Di certo il tempo  delle Sardine non è finito. Il fenomeno nato sotto le due torri bolognesi lo scorso 14 novembre e poi proseguito, prendendo prepotentemente la scena fino all’ultimo giorno di campagna elettorale quando a Ravenna si sono radunate in piazza Kennedy migliaia di persone contrapposte idealmente, al centrodestra radunato da Salvini, Berlusconi, Meloni e Borgonzoni in piazza del Popolo, probabilmente continuerà visto il contributo che le sardine hanno dato alla campagna elettorale della coalizione del centrosinistra suggellati dai ringraziamenti dichiarati pubblicamente da Stefano Bonaccini appena rieletto e dallo stesso Vittorio Sgarbi, unico eletto al consiglio regionale nella lista di Forza Italia che non aveva mancato di osservare come le sardine abbiano a suo dire «Traghettato i voti dei Cinquestelle di una volta al Pd».
Anche se il dato di riferimento cui le sardine fanno riferimento riguarda innanzitutto l’alta affluenza alle urne registratasi domenica scorsa: «Non so quanto di questa percentuale sia stato grazie alle Sardine, ma secondo me tanto perché grazie a queste manifestazioni si sono risvegliate le coscienze e molti emiliano romagnoli hanno pensato che sarebbe stato meglio andare a votare - commenta Edoardo Caroli, referente delle Sardine di Ravenna -. Anche per quanto concerne la mancata vittoria della Lega le Sardine hanno fatto la differenza e questo era prevedibile vista la partecipazione nelle piazze».
Ora però le Sardine restano sospese nell’intento di riorganizzarsi in vista delle elezioni che si terranno a maggio in Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. L’ipotesi di costituire un partito come fu per i 5 Stelle appare una pista poco percorribile, più probabile invece valutare l’apertura di alcuni partiti intenzionati a ringiovanirsi e ad attuare politiche differenti nell’intento coprire un vuoto rappresentativo più evidente nell’elettorato giovane.
«C’è tanto che bolle in pentola - prosegue Caroli -, ma tante cose sono campate in aria. Le Sardine sono un fenomeno genuino e autonomo e non hanno intenzione di entrare in politica nel senso stretto del termine. Chiaro è che adesso i politici dovranno cambiare il modo di porsi perché ci sono giovani che non si sentono rappresentati. Il nostro obiettivo è continuare ad essere presenti nei territori, non solo nelle città, ma anche nelle periferie dove c’è tanto lavoro da fare, così come si cercherà di costituire un coordinamento nazionale diviso per regioni».
In ogni caso dopo diversi contatti che prevedibilmente si susseguiranno pare che le decisioni più importanti saranno prese a Scampia il 14 marzo. «Non è un congresso, ma un incontro - conclude Caroli - e non si uscirà con punti, ma con temi su cui focalizzare l’attenzione come la democrazia digitale e il sud. Credo che soltanto successivamente si potranno valutare possibili aperture per decidere di intraprendere dialoghi a livello politico».