Ravenna, parla Annibali (Centro Anacleto): «Autismo: casi in aumento, importante la diagnosi precoce»

Romagna | 06 Aprile 2024 Cronaca
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Per festeggiare i 30 anni di attività sabato 6 aprile al Teatro Alighieri si terrà il Gran Galà d’Opera con il coro lirico Renzo Calamosca, un evento di solidarietà il cui incasso sarà devoluto al Centro educativo Anacleto. Anacleto è nato nel 2016 e o re servizi rivolti a ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico e altri disturbi dello sviluppo in 4 città, Ravenna, Faenza, Cervia e Lugo. Alessandra Annibali, coordinatrice delle 4 sedi di Anacleto, nonché psicologa e analista del comportamento, racconta come è nato il centro e i suoi obiettivi: «Io e la mia collega Emi Visani siamo partite dalle nostre città di origine, Ravenna e Faenza, poi abbiamo integrato con Cervia e, dal 2023, anche Lugo dove ancora non siamo operativi al 100%. Dal 2016 i bisogni delle famiglie con  gli autistici sono molto aumentati. Quando nel 2010 ho cominciato a lavorare era una diagnosi rara all’epoca, mentre oggi questi casi pesano sul servizio sanitario. L’andamento dell’incidenza di questo disturbo è aumentata vertiginosamente, 20-30 diagnosi nuove l’anno. Il numero di minori con disturbi dello spettro autistico seguiti in Emilia Romagna è cresciuto del 244.9% in 10 anni. E’ fondamentale fare una diagnosi precoce - entro i primi anni di vita - e poter lavorare in maniera personalizzata su ogni bambino». Cosa si intende per autismo? «Un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi». Perchè nasce il centro Anacleto? «Siamo nati per fare terapia ai bambini con autismo, ci occupiamo di educazione speciale, non esistono medicine o cure, non è una malattia, ma una condizione, occorre il prima possibile insegnare ai bambini tutte quelle abilità che questo disturbo del neurosviluppo fa fatica a far acquisire. Spesso il linguaggio non arriva al momento giusto o arriva con frasi bizzarre, o non arriva del tutto, o si arresta, alcuni non rispondono quando li chiami per nome, giocano per i fatti loro o non sanno proprio giocare. Occorre insegnare loro le tappe di sviluppo che vengono a mancare. Se non le insegni di cilmente le apprendono da soli. Abbiamo bisogno di utilizzare delle modalità speci che, attraverso l’analisi del comportamento applicata che consente di insegnare anche dove manchino alcuni prerequisiti». Quante persone si occupano dei bambini? «Il nostro sta è composto da una ventina di persone e cerchiamo di condividere l’organizzazione nelle diverse sedi dei nostri centri. L’intervento educativo si svolge in aule di apprendimento, dove sono presenti più bimbi, e un rapporto 1:1 educatore- bambino più un coordinatore d’aula. I bambini hanno più o meno della stessa età, ma soprattutto hanno obiettivi di apprendimento simili. Possiamo lavorare così sia su una programmazione individualizzata per ogni bambino ma anche su obiettivi di gruppo e socialità». Conta la precocità della diagnosi in questa condizione? «Si, oggi è notevolmente anticipata, si può già fare tra un anno e i due, in maniera tale da impostare un lavoro per farli arrivare sereni e più preparati alla scuola dell’infanzia. L’aumento di casi che si è registrato negli ultimi anni dipende dal cambiamento nelle modalità in cui si fa diagnosi, ma anche dal cambio di paradigma culturale. Sicuramente l’emergenza covid non ha aiutato questi bambini che hanno bisogno di avere riferimenti e routine: per loro il covid è stata una rottura improvvisa delle routine e dei punti di riferimento. E’ stato drammatico». Quanti bambini avete in carico? «A Ravenna più di 20 solo con autismo, 10 a Cervia, 15 a Faenza e 10 a Lugo. Siamo un servizio completamente privato, nato all’interno delle cooperative sociale per limitare i forti costi,che purtroppo non sono passati dal servizio sanitario nazionale». (elena nencini)
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