Ravenna, orizzonte 2022, Melandri (Cgil): «Serve un tavolo di confronto per orientare la ripresa»

Romagna | 03 Gennaio 2022 Economia
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Federica Ferruzzi - Uno degli effetti più devastanti della pandemia è stata indubbiamente la ripercussione sul lavoro, che anche nel 2021 ha fatto sentire i propri effetti. A tracciare un quadro è Marinella Melandri, segretaria generale della Cgil, che annuncia, per il 2022, la costituzione di un tavolo provinciale per orientare la ripresa.
Melandri, com’è stato questo 2021?
«Il 2021 ha avuto caratteristiche diverse dal 2020, ma gli effetti della pandemia sono sotto gli occhi di tutti: la differenza l’hanno fatta i vaccini a disposizione, che hanno consentito a tante attività di riprendere a lavorare in maniera strutturata. I dati dell’occupazione sono stati migliori: c’è stata tanta cassa integrazione, ma dall’estate in poi i numeri sono diminuiti, l’andamento ha seguito quello dei vaccini. Il mondo del lavoro è in attesa di un cambiamento importante: la ripresa c’è stata, ma non ha prodotto gli effetti strutturali che ci auguravamo. Il 93% delle assunzioni non sono stabili: prevalgono i contratti a chiamata, soprattutto in estate, e quelli di somministrazione. Varie formule che la normativa prevede, ma che possiamo indicare come precariati: sono contratti di pochi giorni che non garantiscono stabilità. È importante che ci sia una ripresa, ma gli effetti sull’occupazione sono ancora molto fragili, sono ricominciate le nuove assunzioni, ma sono altamente volatili».
Indubbiamente una delle ripercussioni principali si è vista sul lavoro femminile…...
«Sul lavoro femminile e giovanile: si tratta di due dati che emergono trasversalmente sul territorio, che basa una parte significativa del lavoro sull’attività stagionale. In agricoltura e nel turismo c’è da sempre una grande componente femminile, in particolare nel terziario, e in ambito ricettivo trova occupazione anche la fascia giovanile. Rispetto al passato sono modalità di lavoro che si consolidano nel tempo. Poi c’è il fenomeno opposto delle imprese che denunciano difficoltà nella ricerca di professionalità, un fenomeno che richiederebbe più attenzione: in proposito servirebbe uno sforzo di programmazione maggiore e investimenti da parte delle imprese. Da ultimo c’è il tema delle caratteristiche che hanno quelle offerte: se si offrono contratti precari, mal pagati o part time, e poi si pretende che si lavori senza limiti, è ovvio che di personale non se ne troverà».
Qual è stato il tema prioritario a cui vi siete dedicati?
«Il tema prioritario per il 2021, soprattutto nella prima parte dell’anno, è stata la sicurezza sul lavoro: a gennaio, anche in provincia, si sono registrati diversi incidenti mortali, così come a luglio. Per questo abbiamo sottoposto ad imprese e istituzioni  il  tema della sicurezza in maniera strutturale, al fine di evitare che, nella foga della ripresa, gli elementi legati alla sicurezza non venissero posti in secondo piano. Fin dall’inizio della pandemia la priorità è stata quella di assicurare la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro e nella ripartenza la sicurezza dev’essere al primo posto. Inoltre abbiamo proposto il rinnovo del protocollo per la sicurezza nel porto e creato le condizioni per aprire una riflessione più ampia sul sito della Marcegaglia».
Quali gli obiettivi per il 2022?
«L’obiettivo principale sarà quello di aprire un tavolo provinciale che orienti la fase della ripresa, vorremmo che ci fosse una regia che si occupasse anche di quelli che saranno gli investimenti legati al Pnrr. La finalità è creare un punto di incontro tra le parti sociali coordinato dalle istituzioni per dare un segno a questi investimenti e dare priorità a quelli che possono garantire sviluppo e occupazione di qualità. Vorremmo ci fosse un modo di procedere orientato e guidato, non uno sviluppo casuale, ma anche una riconversione di risorse che possano caratterizzare uno sviluppo basato sulla qualità, coerente con i contenuti del patto regionale per il lavoro e per il clima. Oltre a questo vorremmo un monitoraggio sugli appalti unitamente ad una verifica che vada a tutelare la qualità del lavoro».   
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