Ravenna, Michele Muscillo (Avvocato di strada): «Tuteliamo i senza dimora. In aumento gli italiani»

Romagna | 14 Gennaio 2024 Cronaca
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Elena Nencini
Tutelare i diritti delle persone senza fissa dimora è l’obiettivo di «Avvocato di strada», l’associazione nazionale che supporta sul piano giudiziale ed extragiudiziale, a titolo gratuito, chi non ha un tetto. Il coordinatore dello sportello di Ravenna è Michele Muscillo che racconta di come viene fornito un sostegno giuridico a chi è privato dei diritti fondamentali. Partito nel giugno 2012 con diversi avvocati e semplici volontari e volontarie, nel 2023 l’associazione, a Ravenna ha aperto 33 nuove pratiche che hanno riguardato persone italiane nel 40% dei casi.
Muscillo, in cosa consiste l’attività di «Avvocato di strada»?
«Forniamo assistenza legale e gratuita alle persone senza fissa dimora, che vivono in strada, nei dormitori, nelle case famiglie e che - non avendo una residenza anagrafica - non possono accedere a tutta una serie di servizi e di diritti, tra cui quello del gratuito patrocinio a spese dello Stato. Chi perde la residenza anagrafica non ha diritto di voto, né può avere accesso alle cure mediche o al supporto dei servizi sociali e neppure a strumenti assistenziali come l’assegno sociale: sono tutti servizi che presuppongono la residenza anagrafica. Noi andiamo a tappare questo piccolo buco e interveniamo dando tutela legale completamente gratuita».
A quante domande avete risposto nel 2023?
«Negli ultimi anni c’è stato un aumento dei casi gravi, cioè di persone che si presentano allo sportello e che prima di tutto non hanno un posto dove poter dimorare. A dicembre, l’ultimo giorno di apertura dello sportello del 2023, abbiamo avuto ben tre casi diversi di persone in queste condizioni di emergenza: chi ha vissuto in strada e vuole uscirne, chi è cittadino straniero ed è uscito dal Cas, e chi si ritrova per strada e non ha un’abitazione. Tutte persone che vogliono ripartire per una nuova vita ma non hanno un’abitazione. Siamo in contatto con i Servizi sociali, con i dormitori (che in questo periodo sono tutti pieni) per cui queste persone finiscono in lista d’attesa e devono sperare che si liberino dei posti. Nel frattempo cerchiamo di interfacciarci con i Comuni, i dormitori, le strutture di assistenza. Accompagniamo gli utenti senza fissa dimora in un percorso di regolarizzazione e nel rapporto con i servizi sociali, che devono fare il loro lavoro». 
Cosa è cambiato in questi anni?
«La sensazione è quella di un aggravamento della situazione: aumentano i casi di persone in grave difficoltà. E’ necessaria la collaborazione di tutte le istituzioni locali per far ripartire da zero chi si trova senza casa, senza lavoro, senza residenza. Per essere prese in carico dai servizi locali è necessario che le persone senza fissa dimora ottengano una residenza anagrafica, anche fittizia, che consiste nel verificare se la persona – pur in assenza di una dimora abituale – viva stabilmente in un territorio, magari appoggiandosi a dormitori e strutture/conoscenze locali, in modo che possa essere regolarmente concessa la residenza in una via che non esiste. Grazie al conseguimento della residenza, anche fittizia, la persona senza fissa dimora può avere un medico, l’assistenza dei servizi sociali e ciò che occorre per avere l’aiuto necessario a tornare in carreggiata. Poi ci sono situazioni dove, oltre ad aiutare le persone senza fissa dimora a recuperare i diritti smarriti, dobbiamo fare gli avvocati veri e propri con la presentazione di azioni giudiziarie in materia di immigrazione, di sanzioni amministrative ingiuste, di rapporti familiari o con i datori di lavoro, o per altre situazioni personali che impongono il ricorso alla giustizia». 
Sono in aumento gli italiani che si rivolgono allo sportello?
«Si, mentre prima c’erano molti più stranieri negli ultimi anni è aumentato il numero di italiani che si sono rivolti ai nostri sportelli. Siamo aperti due venerdì al mese su appuntamento, in funzione delle richieste che riceviamo. Purtroppo siamo pochi avvocati in questo momento, se prendi in carico una persona è come avere un cliente in più. Cerchiamo nuovi volontari tra gli avvocati che possano darci una mano nella gestione dei casi».
Tra i riconoscimenti di fine anno siete stati scelti dal progetto «Adotta un progetto sociale» promosso dal Comune di Ravenna.
«Si, ringraziamo l’azienda “Traghetti e Crociere” per la generosa donazione che ha deciso di destinarci e che servirà per anticipare le spese di cause e procedure, ma anche, come spesso accaduto, per pagare la camera di un albergo nelle situazioni di grave emergenza legate ai nostri casi».
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